lunedì 26 novembre 2012

LA DEBACLE DI VENDOLA ALLE PRIMARIE

Ora che questo turno delle primarie del centrosinistra si è concluso e che le luci della ribalta si spostano sul ballottaggio, mi pare doveroso chiedere a Vendola quale sia la sua prossima mossa.

Che fosse opinione comune, direi cosa acclarata, che i primi due nelle preferenze sarebbero risultati Bersani e Renzi, mi pare incontestabile, che quindi Vendola sia risultato escluso dal ballottaggio era cosa scontata, o quantomeno molto probabile. Ebbene, credo che i suoi elettori ed i suoi compagni di partito (SEL) abbiano pieno diritto di chiedere a Vendola, adesso quale sia la strategia. A me pare, ma l’ho detto sin da quando egli si è aggregato al PD accettando perfino di abbandonare l’IDV fuori dalla coalizione, che egli abbia commesso un errore formidabile, un errore tra l’altro di dimensioni storiche, il fatto di lasciare senza rappresentanza il popolo di sinistra che sta contro il montismo e tutto ciò che dietro l’operazione Napolitano-Monti sta. Poteva cavalcare con ben più autorevolezza gli argomenti che rendono la lotta contro Monti e contro quest’Europa della finanza giusti e perfino doverosi, e di cui ha regalato generosamente il monopolio a Grillo, ma ha scelto di fare da garzone di bottega al PD, condannandosi così a un ruolo di secondo piano rispetto al duo che ora si misurerà nel ballottaggio. Di tale responsabilità storica, Nichi non può liberarsi, peserà in tutto il proseguo della sua attività politica se proseguo ci sarà...

Guardate che quella di Vendola è stata una vera e propria debacle. Basta considerare che egli si trova di oltre venti punti percentuali al disotto di Renzi, il secondo nella classifica dei consensi, da confrontare con i dodici punti percentuali che lo separano dalla Puppato, la quarta classificata: non solo è risultato appena terzo, ma fa parte del drappello dei tre minori visto che i primi due si staccano così tanto da loro.
Vendola ha di fatto agito come se fosse un battitore libero, non si riconosce evidentemente come il leader di una formazione politica, perché, se così fosse, capirebbe che dovrebbe essere in grado di travasare i consensi personali di cui gode verso SEL, mentre a volte si ha l’impressione che egli sia perfino orgoglioso di questo extraconsenso di cui gode. Voglio dire che se per un caso del tutto improbabile egli avesse perfino conquistato uno dei due posti al ballottaggio, ci sarebbe stato anche un aspetto negativo in tutto ciò, e cioè la svalutazione di SEL. Egli avrebbe dovuto quantomeno raggiungere un 30% dei consensi, ma se io fossi stato un iscritto di SEL non è che avrei gradito che il mio leader avesse consensi di sei volte superiori a quello del partito che guida.
Ora, lo sbocco che sembrerebbe più ovvio è quello che Vendola venda a caro prezzo i suoi consensi e per questa via conquisti un ruolo di primo piano nel PD a cui in breve tempo aderirebbe. Non è un’operazione certo elegante, ma in fondo, credetemi, sarebbe coerente, non ci si può alleare con un pachiderma che pesa sei volte quanto te, e pensare di potere imporre il proprio punto di vista, e Vendola non mi pare uno sprovveduto che possa averlo pensato. Possibile che il fatto che il PD abbia sin dall’inizio appoggiato Monti senza battere ciglio, che abbia perfino votato la modifica costituzionale sul fiscal compact, non significhi nulla, che non capisca anche un bambino che ci sono forze esterne al PD che abbiano imposto a quel partito di fare questo, di rinunciare a un facile successo elettorale? Come si può allora pensare che un’opinione di un minuscolo partito alleato possa minimamente contare sulle scelte successive?
E’ questo il motivo per cui dico che se Vendola si iscrive al PD, egli compie una scelta coerente con quelle precedenti. Ma a questo punto, vorrei sapere cosa abbiano intenzione di fare coloro che hanno condiviso con lui questa sciagurata scelta, visto che il trattamento di favore che si può aspettare Nichi non verrà generalizzato a semplici iscritti e neanche a dirigenti di un partito come SEL che è stato sempre di totale proprietà del leader.
E’ il problema dei partiti leaderistici, di SEL come del PDL che difatti si sta autodistruggendo a seguito dell’abbandono del capo e che ormai il ritorno del capo distrugge ancora di più.

2 commenti:

  1. Anche se avevo votato Grillo, sono andato faticosamente a votare Vendola alle primarie. Pensavo fosse necessario mandare un segno di sinistra. Ho firmato un pezzo di carta che chiamano carta di intenti, che non ho letto prima di firmarla come si fa per le clausole vessatorie dei contratti. Forse alle elezioni effettive ritornerò a votare Grillo. Faccio quello che posso in un mare di contraddizioni. Forse Vendola naviga in questo mare.

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  2. Francesco, che un semplice elettore sia confuso, ci può stare, succede. In effetti, sarebbe di molto preferibile che ognuno riuscisse a fare chiarezza
    dentro di sè, ma pazienza è nelle cose. Che però ci sia qualcuno che aspira a ricoprire addirittura il ruolo di premier e non riesca a darsi una strategia politica, questo credo non possa essere accettato.

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