venerdì 8 ottobre 2010

TIPI DA BLOG-COMMENTI

Continuo il mio ironico excursus nella blogsfera, iniziato qui.

Due premesse doverose.

La prima è che la mia ironia vorrebbe provenire dall’interno di questo mondo, vorrei che fosse così percepita. Non mi colloco all’esterno e guardo da lì questo mondo, ma io sono all’interno, come è ovvio dal fatto che scrivo su un blog, e ciò comporta che anch’io mi sento oggetto di tale ironia, c’è un importante elemento di autoironia, anche se lascio a voi il compito di collocarmi nella mia casella all’interno stesso della scherzosa classificazione che ho formulato.

La seconda premessa è che sarebbe vano, per voi che mi leggete abitualmente, tentare di riconoscervi, se non per somiglianza. Voglio dire cioè che l’ispirazione nelle tipologie che ho formulato le ho trovate in altri blog, anche se vi capiterà certo di riconoscervi, magari parzialmente, in qualche tipo. Però dovete farvene una ragione, non siete voi ad avermi ispirato :-D.

Come si può dedurre dal titolo, qui mi occupo dei visitatori, ed in particolare di coloro i quali lasciano una loro traccia in forma di commento.

Ecco le tipologie che mi è smebrato di riscontrare:

1. Il primo tipo è quello che definirei il commentatore compulsivo. Questo tipo è nettamente più frequentato dai maschi. E’ il tipo che salta di blog in blog ed appena si avvede di un nuovo post, ha l’istinto irrefrenabile di commentare. In genere questo commentatore è laconico. La frase più frequente che lascia è “come è vero ciò che scrivi”, o equivalente. Esprime quindi una concisa ma chiara condivisione dell’opinione del blogger che lo ospita. A volte, la sua concisione può giungere al limite del monosillabo, ma la traccia la lascia lo stesso. E’ un modo implicito, suppongo, di affermare la propria esistenza, l’esserci, il condividere, e quindi egli non si cura dell’utilità del suo intervento. In realtà, non aggiunge nulla a quanto argomentato sul post, ma ciò non ha alcuna importanza per lui, visto che la finalità è più rivolta verso sé stesso.

2. Il secondo tipo lo chiamerei il commentatore devoto. Al contrario di quello precedente questo tipo è frequentato più dalle femmine. Condivide con il tipo precedente l’assiduità nei suoi commenti, ma in genere frequenta pochi blog. Un’altra differenza è che il tipo devoto non nasconde nel suo commento la propria finalità. Una frase tipica potrebbe essere “sono qui”, e quindi l’ammissione senza infingimenti della vera finalità del commento, la vicinanza al blogger di turno. E’ una dichiarazione di fedeltà e di solidarietà che, come tale non richiede un assenso esplicito, sta più nel versante dei sentimenti, ed al cuore, come si sa, non si comanda.

3. Il terzo tipo lo chiamerei il commentatore dialogante. Direi che è egualmente popolato da entrambi i sessi. E’ il tipo che interviene ripetutamente sullo stesso post, con interventi in genere abbastanza estesi, e naturalmente richiede un blogger che gli somigli, che cioè senta anch’egli l’esigenza di replicare. Tra i due, è possibile così osservare uno scambio di pensieri, quasi assistendo a una corrispondenza “da vecchi tempi”, quando la posta elettronica non esisteva ancora, e tra amici e parenti lontani ci si scambiava lettere, e si trattava di lettere di più pagine perché la posta richiedeva un lasso di tempo considerevole, e una lettera racchiudeva così le riflessioni di una settimana o più. Apparentemente, è come se costoro non si fossero ancora accorti della contrazione dei tempi indotta dal mezzo telematico, e concentrassero nel giro di poche ore quel flusso di pensieri che una volta si diluiva lungo un’intera settimana. Generalmente, questo tipo, tendenzialmente logorroico, ha anch’egli un blog che gli permette di esercitare il suo furore letterario, magari ricevendo a sua volta le visite ed i commenti di quello stesso blogger, così che il loro dialogo si estende su più blog, come testimoniato da riferimenti espliciti da parte dei protagonisti.

4. Il quarto tipo lo potrei definire il commentatore subalterno. Egli condivide con il tipo precedente l’intervento ripetuto, ne condivide anche la prolissità, ma con l’importante differenza che non ha un suo blog. Ora, visto che aprire un blog è un’operazione semplice e soprattutto gratuita, visto che i suoi numerosi interventi prolissi ne testimoniano il piacere di scrivere, l’osservare questo strano comportamento di occupare così pesantemente un blog altrui può essere spiegato soltanto dall’essere uno spirito subalterno, dal dipendere per lo spunto iniziale da altri, dal saper svolgere solo una funzione di commento, ma evidentemente avendo difficoltà nella proposizione. Naturalmente, in questo caso il blogger che ospita non deve necessariamente somigliargli, e difatti abitualmente egli riceve risposte rare ed abbastanza succinte, a volte anzi viene redarguito, ed egli accetta con filosofia questi rimbrotti, senza manifestare alcuna reazione, quasi che l’essere ospitato lì sia per lui una necessità, una vera e propria dipendenza.

Per il momento, mi fermo qui, con i tipi che più hanno colpito la mia immaginazione: Chissà, forse ci sarà una seconda puntata con tipi aggiuntivi, ma se volete, potreste integrare il post di altri tipi, magari il mio, voi stessi nei vostri commenti.

10 commenti:

  1. Io mi sono riconosciuto nel tipo numero cinque
    Buon fine settimana!
    mirco

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  2. Come è vero ciò che scrivi. :)

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  3. Mi piace il commento di Mirco :o))

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  4. Allora mettiamola così: sono un commentatore devoto, dialogante e che non ha un proprio blog. Ne ho acchiappato 3 su 4! :-D

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  5. Grazie a tutti dei commenti, siete stati tutti sicuramente più spiritosi di me :)

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  6. Hai smembrato per esigenza analitica sia la figura che il concetto stesso del commentatore: ma, è vero, esistono questi tipi di commentatori, facilmente delineabili. Essi sono il frutto di questo mondo virtuale di cui tu riconosci di far parte con pacatezza e che io invece rispetto poco pur facendone parte. Hai dimenticato però alcune cose o alcuni "tipi", per es. non hai menzionato il commentatore anonimo che pure riempe di sè gran parte della blogosfera o per insultare o per timore di essere insultato. E non hai pensato nemmeno al comentatore A SE', quello che commenta solo se ha qualcosa da dire e che se ne frega di apparire dialogante o devoto o compulsivo. Intendo dire quello che non deve mostrarsi spiritoso, che non ha bisogno di cercare audience ma che cerca solo di capire o di controbattere opinioni che non condivide.
    Il mondo dei Blog che è malato dentro, inevitabilmente produce frutti avvelenati e contagiosi: i blogger, anche i più seri e colti, rischiano sempre grosso immersi come sono dentro questo "fango virtuale". Non mi piace quasi mai ciò che scrivi e non ti commento quasi mai perchè lo ritengo inutile, una specie di discorso fra sordi. Se però non mi firmo in modo chiaro faccio la figura dello stronzo... se mi firmo ne faccio una simile e per di più dò la possibilità a molti deficienti di venire sulla mia casa sull'acqua per corroderla con gusto sadico. Scelgo quindi la prima opzione, considerando anche la concreta ossibilità che questo commento non venga mai pubblicato: da te è già successo. ENZO

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  7. @Enzo
    Voleva essere un post ironico, non so con quanto successo, e purtroppo sui troll c'è poco da ironizzare: la migliore ironia è ignorarli. Allo stesso modo, il commentatore "perfetto" come lo descrivi tu mal si presta per ragioni ovvie all'ironia. Mi spiace che tu abbia accertato questa incomunicabilità tra noi. Non posso accettare la pillola avvelenata che mi lanci alla fine, e di cui capisco il senso tattico: peccato, rovina tutto il tuo commento.

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  8. Vincenzo, ti prego di credermi, sono sincero: quello che tu definisci "tatticismo" è purtroppo la MIA verità ed io non posso disconoscerla. Essa comprende tutto l'insieme, cioè la presenza devastante degli anonimi, l'indifferenza ancora peggiore dei bloggers e la terribile sostanza della mia indole. Non c'è alcun tatticismo te lo assicuro. Io scrivo da qui, da un blog che, se svelato, sarebbe ancora fonte di infinite e sciocche rappresaglie perchè io non sono capace di cambiare e lo stesso vale per la blogosfera. Io non ti ho proposto di rappresentare, con le mie parole, il commentatore perfetto: io credo che questo ambiente non permetta l'esistenza decente del commentatore normale. E' un concetto diverso. Non capisco poi perchè il commentatore siffato non possa ambire ad una normale dose di ironia: hai pensato che forse sia l'aria troppo seriosa che si respira da te ad imbrigliarne lo spirito?
    Tu dici dispiaciuto: ti credo, so riconoscere le parole quando sono sincere. Credi tu a me: io sono totalmente disilluso...ma ciò non cambia i termini della questione. Grazie della risposta. ENZO

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  9. Io non mi sono riconosciuta in nessuno di questi "tipi". Che sia un mio grave limite intellettuale, prof.? :D :D

    Cari saluti e buona giornata! :)

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