Più tempo passa, e più la situazione politica si ingarbuglia. La riunione di maggioranza del sei ottobre sembra indicare senza significative incertezze che i finiani hanno una fifa boia di elezioni immediate. L’accordo tra Fini e Berlusconi non si gioca su una pluralità di tavoli, come vorrebbero farci credere, la questione chiave è una ed una soltanto: Fini vorrà garantire a Berlusconi una legge, nel merito direi una roba tipo lodo Alfano, che gli garantisca l’immunità? Le ultime dichiarazioni sembrerebbero indicare di sì. Se così è, allora Berlusconi andrà avanti senza ricorrere alle elezioni anticipate, soddisfacendo così le esigenze del neonato FLI, e nel contempo tentando di riprendersi voti al nord, quelli che i sondaggi indicano come sottrattigli dalla Lega.
Rimane da capire perché Fini abbia tanta paura delle elezioni. Tutto nasce dall’attuale legge elettorale, i cui effetti nefasti non abbiamo ancora sperimentato pienamente. In fondo, nel 2008 il premio di maggioranza avuto dal centrodestra non si può considerare un vero furto, e ciò è dimostrato dall’analoga maggioranza che essi hanno ottenuto anche al Senato, in cui il premio di maggioranza viene computato regionalmente. In altre parole, la maggioranza relativa era fuori discussione, ed assicurare una maggioranza parlamentare alla coalizione vincente non si può considerare come un fatto illecito, non più dell’attribuire l’intero peso elettorale di un collegio al candidato vincente come si fa nei sistemi a collegio uninominale.
Ecco, si potrebbe dire che l’iniquità dell’attuale sistema elettorale deve ancora manifestarsi nella sua pienezza. Ciò potrebbe avvenire nelle prossime contese elettorali se le regole non venissero cambiate, e se la divisione del resto dello scenario politico dovesse consacrare ancora una volta il centrodestra come area a maggioranza relativa. In sostanza, se si avessero tre coalizioni distinte, ipotesi del tutto realistica ed anche probabile, ad una basterebbe perfino conseguire un 34% dei consensi per passare al 55%, con un aumento quindi di circa due terzi, una vera moltiplicazione dei pesci-parlamentari. Ora, per quanto si possa essere ottimisti, risulta del tutto irrealistico pensare che PDL e Lega assieme vadano al di sotto del 35%, anzi la previsione più probabile è di circa un 40%. In quest’ultima ipotesi, questi potrebbero portare alla Camera un drappello di deputati di quasi il 40% maggiore rispetto alla nuda percentuale elettorale. La cosa più interessante sta nel fatto che al contrario al Senato, con i numeri che i sondaggi fanno circolare, il centrodestra avrebbe ben poche speranze di ottenere la maggioranza, con la conseguenza di provocare una situazione di ingovernabilità mai prima sperimentata in Italia. A questo punto, il “porcellum” non sarebbe soltanto iniquo, dando un numero di parlamentari assolutamente dissonante dai voti ricevuti, non soltanto sarebbe “parlamentocida” perché consentendo liste preordinate di candidati consegna un parlamento incapace di garantirsi le prerogative che pure la costituzione gli assegna, aumentando nel contempo a dismisura i poteri del leader, ma sarebbe anche clamorosamente inefficace, non consentendo al paese di essere governato.
Si capisce che in questa situazione le difficoltà per il centrosinistra non sono certo inferiori che per il centrodestra, anzi direi che sono perfino maggiori. Difatti, il mantenimento di questa legge imporrebbe a tutti gli oppositori al duo Bossi-Berlusconi di formare un’unica coalizione. Seppure questa ipotesi sarebbe efficace nel permettere di ottenere la maggioranza anche alla Camera, sorgono ovviamente delle questioni di opportunità e praticabilità politica. Le più forti riguarderebbero le ali estreme di tale ipotetico schieramento, la sinistra da Vendola in poi, e dalla parte opposta il nuovo FLI. In particolare per questi ultimi, che non hanno mai smesso di presentarsi come destra, anzi come la vera destra legalitaria, sarebbe davvero complicato presentarsi con l’area più a sinistra, e io credo anche con lo stesso PD. E’ proprio per questa ragione che Fini e i suoi non andrebbero mai ad elezioni senza prima che venga abolito o completamente modificato il premio di maggioranza. Per non andare alle elezioni, sono costretti ad accordarsi con Berlusconi, ma nello stesso tempo sono anche costretti a litigarci per ottenere una nuova legge elettorale che come è ovvio Berlusconi non vuole (sarebbe come consegnare l’arma con cui controlla il parlamento). Nel contempo, è chiaro che a sinistra sarebbe altrettanto indigesta una simile ipotesi di alleanza larghissima.
Sembrerebbe una situazione senza via d’uscita, anche se tanti commentatori si affannano ad assicurarci che la maggioranza per una nuova legge elettorale c’è anche nell’attuale parlamento. Ora, dato che la fiducia al governo è recentissima, dato che al Senato i numeri ci dicono che del FLI Berlusconi non ha bisogno, sembrerebbe con tutta evidenza che mai al Senato si farebbe passare una nuova legge elettorale. Dire il contrario, che perfino al Senato esiste una maggioranza favorevole, significa dire che siamo in presenza di una possibile diserzione di massa nella maggioranza, di massa perché occorrerebbero almeno una decina di senatori per invertire gli equilibri. Mi chiedo allora di cosa questi giornalisti siano a conoscenza e ci nascondono, come avere una tale certezza che un numero congruo di senatori stia lì a cambiare casacca dopo non avere abbandonato il PDL per l’FLI, avere votato diligentemente la fiducia solo pochi giorni fa?
Visto che al contrario io non sono introdotto alle segrete cose, propongo una mia soluzione. Si tratta di un meccanismo piuttosto complesso, ma che potrebbe anche funzionare.
In sostanza, si tratterebbe di indire una tornata elettorale sull’unico tema della riforma del meccanismo elettorale. In questa tornata, si potrebbe ben costituire una vasta alleanza che vada dall’estrema sinistra fino al FLI, con l’unico scopo di ottenere il premio di maggioranza, avere così la maggioranza in entrambe le camere, e procedere immediatamente alla riforma elettorale. A quel punto, ognuno si riprenderebbe la propria autonomia, decretando così l’inesistenza di una maggioranza, ed andando nuovamente alle elezioni, stavolta con il nuovo meccanismo elettorale, che dovrebbe essere caratterizzato almeno dalla fine delle liste bloccate compilate dalle segreterie, e dal cassare il premio di maggioranza. Personalmente poi, sarei favorevole a collegi uninominali che in sé possono lasciare aperta l’opzione tra un sistema maggioritario o proporzionale, anche in funzione del tipo di meccanismo di recupero dei resti, cioè dei voti dei candidati perdenti, come era ad esempio previsto dal cosiddetto “mattarellum”. Poiché l’entità di tale recupero si può calibrare, si potrebbe in tal modo pesare la parte proporzionale nel parlamento da eleggere: da nessun recupero (meccanismo completamente maggioritario), a un recupero più o meno grande (tramite dimensionamento calibrato dei collegi).
Capisco che si tratta di una strategia estrema, con non trascurabili costi aggiuntivi per la cassa dello stato, ma si dice “a mali estremi, estremi rimedi”. Inoltre, non trascurerei il fatto che il solo prospettare una simile strategia potrebbe indurre a più miti consigli il centrodestra.
E quindi sei giunto anche tu alla conclusione che a volte bisogna optare per la soluzione che si rivela come il male minore, e cioè allearsi anche col diavolo per ottenere almeno una nuova legge elettorale!
RispondiElimina@Ornella
RispondiEliminaIo non sto esprimendo una opzione personale. Diciamo che la governabilità di questo paese, considerato come è stata governata nella seconda repubblica, non è proprio la mia prima preoccupazione. Stavo piuttosto offrendo un mezzo tecnico per uscire dalle secche. Sono così presuntuoso da crdere che alla fine a questo si giungerà.
Su un altro sito, la mia ipotesi è stata considerata inutilmente macchinosa: basterebbe, dicono taluni, farla da adesso la riforma elettorale.
RispondiEliminaSi tratta di una lettura distratta di ciò che scrivo. Il punto che dettaglio lungamente nella prima parte è che per quanto a me noto, al Senato non esiste una maggioranza disponibile a riformare la legge elettorale. Tutte le proiezioni indicano invece che anche senza andare alla grande coalizione, PDL e Lega perderebbero la loro maggioranza al Senato. Questa è la differenza, e scusatemi se è poco.
Parallelamente, alla Camera, rischia di avvenire il contrario, che cioè PDL e Lega, col meccanismo del premio di maggioranza, conquistino quella maggioranza che hanno perduto a seguito della scissione del FLI. Si prospetterebbe così una situazione opposta a quella attualre, ma altrettanto ingovernabile. Ecco che alla Camera si impone allora la scelta della grande coalizione che richiede tuttavia per le ragioni di opportunità politica che svolgo nel post e non ripeterò qui, che sia chiaro che sarà una legislatura flash solo per avere una legge elettorale che garantisca maggioranze omogenee nelle due camere, oltre ovviamente agli altri vantaggi detti e che non ripeterò. come dico nell'ultima frase, il solo prospettare una simile prospettiva potrebbe indurre Berlusconi e Bossi a più miti consigli.
Ti giuro, Vincenzo, la mia non vuole essere una sterile polemica, ma è che non ho capito cosa tu intenda dire quando affermi che non stai esprimendo una opzione personale se prima sul tuo post proponi tale opzione come una tua soluzione. Se poi intendevi dire che quella della vasta alleanza, che vada dall'estrema sinistra fino al FLI, era stata già proposta da altri, a cominciare da Bersani, beh allora hai perfettamente ragione, ma in questo caso forse più che dire " propongo una mia soluzione" avresti dovuto dire " condivido la soluzione della vasta alleanza solo al fine di modificare la legge elettorale". E poi volevo aggiungere che la governabilità del nostro paese dovrebbe essere per tutti noi, se non la nostra prima preoccupazione, qualcosa di molto ma molto importante perchè è da come siamo governati che dipende la qualità della nostra vita e soprattutto quella delle generazioni future di cui noi siamo per primi responsabili. Un cordialissimo ciao!
RispondiEliminaPerdonami Ornella, ma dovresti rileggere con maggiore attenzione il post, per erenderti conto che la mia proposta è assolutamente differente da quelle finora avanzate dal mondo politico. La mia ipotesi sconta il fatto che al senato non ci sono i numeri per cambiare la legge elettorale, mentre in caso di nuove elezioni ci sarebbero sicuramente. Ciò significa che a livello di iniziativa politica, oggi il centrosinistra punta una pistola scarica, propone qualcosa che non può attuare, mentre il solo prospettarsi di un'ipotesi di nuove elezioni con le modalità che io dico, significa avere caricato l'arma. A quel punto , o Bossi e Berlusconi si convincono a cambiare la legge elettorale, oppure si fa come dico io, una legislatura "finta", cioè unicamente finalizzata ad approvare una legge elettorale meno oscena di quella in vigore. Per il resto, i problemi che affliggono l'umanità, richiedono scelte politiche ben più drastiche di quelle che l'attuale ceto politico ci può offrire, così permettimi di non sentirmi così coinvolto nell'attualità politica.
RispondiEliminaIo ho letto bene e più volte ciò che hai scritto e concordo con te con l'utilità di quella che tu chiami legislatura "finta" con il solo scopo di cambiare la legge elettorale, ma l'idea della grande "ammucchiata" finalizzata al suddetto obiettivo l'avevo già sentita e condivisa. Sono forse di coccio? :-D
RispondiEliminaOrnella, forse più semplicemente sottovaluti quanto questa variazione influenza il quadro complessivo, quanto la modifichi radicalmente :)
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