giovedì 20 agosto 2009

RUBRICA SETTIMANALE DI POLITICA INTERNA. N. 3

Ma esattamente, come trascorrono agosto i dirigenti del PD? Non so a voi, ma a me sembrano completamente spariti dall’Italia. Magari, potrebbe aggiungere qualcuno, si tolgono dai cosiddetti, e forse qualcuno che possa fare un’opposizione minimamente seria si trova. Però, spulciando in giro per il web, qualcosa alla fine si trova. Magari non si tratta dei tre candidati alla segreteria, non si tratta di baffino, né del masochista ex-sindaco di Roma, ma qualche traccia di neo-dirigente o di dirigente riciclato, alla fine si trova. Leggo di un dibattito acceso tra la Bindi, il massimo del riciclato, e della Serracchiani, il massimo del neo, scopertosi vecchio e scontato. La Bindi parte all’attacco di Franceschini, rinfacciandogli l’essere il vice di Veltroni, e questo quello che ha perso le elezioni, dopo essere stato tiepido col governo Prodi. In fondo, la Bindi non è che sia davvero con Bersani, è piuttosto contro Franceschini, perché a suo tempo era una sostenitrice di Prodi, ma in fondo la Bindi qualche ragione ce l’ha, Franceschini mi pare davvero impresentabile. La Serracchiani, che con una scelta da masochismo record, come già postai, decise di annullarsi politicamente, malgrado un certo credito ottenuto più che altro per una serie di circostanze fortuite, risponde piccata che tra i dirigenti protagonisti di quella stagione cìera anche la Bindi. Però Serracchiani, su, se uno assume le massime cariche, assume anche le massime responsabilità, sembrerebbe ovvio. Che facciamo, invece di cambiare vertice in caso di sconfitta elettorale, tra l’altro replicata pesantemente alle europee, suicidiamo tutti gli iscritti? Peccato però che la Bindi, come lo stesso Bersani, a seguito delle dimissioni di Veltroni, abbiano tutti quanti d’accordo, appoggiato un interregno del Franceschini. Ora il Dario furbetto tenta di approfittarne per correre verso la segreteria proprio tentando di sfruttare questa spinta iniziale ed unanime ricevuta dall’Assemblea Nazionale. Insomma, la ragione alla fine sta dalla parte della Bindi, ma queste due donne danno di sé stesse un’immagine miserevole. Fui facile profeta, quando dissi che l’appoggio della Serracchiani a Franceschini l’avrebbe fatta diventare la novella Bindi, e qui siamo, abbiamo la Bindi di Bersani e la Bindi-Serracchiani di Franceschini.

Non posso però chiudere questo post tutto dedicato al glorioso (sic) PD, senza citare quanto dentro esso si muove ancora (eppur si muove, diceva Galileo, riferendosi proprio al PD…), e quindi vi lascio con la gloriosa (tutto glorioso ciò che si agita nel PD…) competizione pugliese, così come riportato dall’Unità (qui). Sono senza parole, questi competono confrontandosi sul disco preferito, sul libro preferito, sul film preferito, e meno male che si fermano qui sul riferire i gusti… A me questi del PD mi sembrano sempre più completamente fuori di testa, non riesco proprio a capirli!

9 commenti:

  1. Io non ho un blog ma mi piace andare a leggere quelli più interessanti,e il tuo lo è.Sul PD mi faccio le tue stesse domande ma se anche tu sei senza parole...Pensavo fosse un mio limite non riuscire a capirli ma vedo che sono in buona compagnia.Continuamo così con questi personaggi così carismatici.
    Stefania

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  2. Perdona la facile battuta: ma non è meglio la canzone di Bindi "Ovunque sei?"; almeno qualche dubbio sull'estate piddidemocratica ce lo leviamo.

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  3. Perchè tu ti occupi ancora ed ostinatamente di un partito che è morto.

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  4. @Stefania
    Benvenuta sul mio blog, e grazie per l'interesse che manifesti. Per il PD, siamo alal conferma che ci sono misteri inviolabili :-D

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  5. @Riverinflood
    Assolutamente d'accordo, ottima musica :)

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  6. @Antonella
    Sono costretto ad occuparmene a causa del residuo 26% di voti che ancora riescono ad incassare, ma ne farei volentieri a meno, come tu mi suggerisci.

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  7. non li capisco nemmeno io e per parafrasare una vecchia battuta, nemmeno mi adeguo però

    sono decisamente delusa

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  8. @zefirina
    A me sembra una sorta di suicidio collettivo. Non prendono più i voti dei più sprovveduti raccolti attorno alla maggioranza, non raccolgono quelli dei più avveduti che alla fine gli preferiscono perfino l'IDV, ma sono tutti presi dalle contese interne, considerando questa specie di partito come l'universo intero.

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  9. Sono presi dalle contese interne in quanto autoreferenziali. In breve: la loro preoccupazione fondamentale consiste nel mantenimento di poltrone, posti vari e prebende.

    Oggi Veltroni ci offre un'altra prova delle sue strabilianti capacità politiche in un'intervista rilasciata a La Stampa.

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