Vorrei qui lanciare un’iniziativa, che dovrebbe sfociare nella raccolta di firme per la presentazione di un DDL di iniziativa popolare.
La premessa la prendo dalla cronaca di questi ultimi giorni, e riguarda il sorprendente esito dell’incontro del ministro Scajola con i petrolieri. La cosa stupefacente è che i petrolieri, alla richiesta di Scajola di ridurre il prezzo dei carburanti, hanno risposto con un secco no. Perché quest’esito è così sorprendente? Perché delle due l’una: o aveva ragione Scajola e c’era spazio per questa riduzione, o avevano ragione i petrolieri e i conti direbbero in questo caso che il prezzo è perfettamente adeguato. In entrambi i casi, la figura che fa Scajola è ridicola, come forse degno del personaggio. Sa il ministro Scajola far altro oltre che farsi attivare un aeroporto che gli serve per un uso strettamente personale?
Perché ministro mio malgrado, sembra che Lei non sia in grado di farsi conti che da un ministero sarebbe lecito attendersi che sappia fare. Paghiamo fior di politici e fior di funzionari, e questi non sono in grado di dimostrare dati alla mano come vanno le cose sui prezzi. L’alternativa è perfino peggiore: Lei rappresenta un governo e, avendo ragione su un argomento di grande rilevanza, si fa egualmente dire no da quattro cittadini privati quali, fino a prova contraria, i petrolieri sono.
In ogni caso, sono proprio stufo di essere cittadino di un paese che riesce ad essere forte coi deboli, fino a tollerarne la morte nei nostri mari, ma è debole e indifeso in maniera totale verso i forti, come i petrolieri che sventolano sotto il naso di ministri i loro soldi puzzolenti di petrolio. Certo, i petrolieri non sono i soli, anzi godono della lieta compagnia di banche e assicurazioni, come pure di ordini professionali potenti e prepotenti, come l’ordine dei farmacisti esemplifica perfettamente.
Adesso, l’iniziativa che propongo consiste nella chiusura per disposizione di legge delle associazioni che ognuna di queste tipologie di imprese ha messo su. In particolare, mi riferisco all’associazione delle aziende petrolifere, all’Assobancaria, all’associazione delle compagnie assicurative.
Mi pare che la cronaca di questi anni ci dia evidenze di come queste associazioni abbiano una finalità sostanzialmente criminale, nel senso che si pongono clamorosamente contro la logica di mercato, che a me non piace, ma pare costituisca una regola su cui si basa la nostra società. Mi chiedo: se io verifico che in queste associazioni si vengono a costituire dei blocchi monopolistici, se le imprese se ne servono per trovare una sede ufficiale dove si accordano sui prezzi, queste associazioni non vengono automaticamente a costituire delle associazioni a delinquere, con meccanismi non dissimili dalle associazioni di tipo mafioso? Vogliamo una volta per tutte liberarci di uno strumento prezioso che essi hanno per aggirare gli obblighi di legge? Questo governo di celoduristi, di uomini della provvidenza, se la fa addosso davanti al primo ricco di turno? Dove va a finire il coraggio sbandierato da personaggi come Bossi, dissolto all’aria in un batter d’occhio davanti alla Esso o ai Moratti? E Tremonti che fa tanto lo sbruffone nei confronti delle banche, perché non fa qualcosa per limitarne lo strapotere verso i singoli utenti? E le compagnie assicurative che aumentano i costi, anche lì dove assicurarsi è obbligo di legge, nessuno di questi signori che vogliono accreditarsi come i decisionisti di turno, ritiene di doverne limitare lo strapotere e la loro capacità vessatoria determinata dalla obbligatorietà della RCA? Qui si sfiora il paradosso: il potere statale mi impone di sottoscrivere un contratto di assicurazione, e il prezzo di questa assicurazione è determinato unilateralmente da uno dei due contraenti. Sembrerebbe logico che se lo stato interviene una volta imponendomi un obbligo, debba poi garantire che io possa adempiervi nella maniera più equa possibile: no, in sostanza ci si obbliga ad essere vittime sacrificali di questi vampiri legalizzati.
Ecco, questi sono solo degli accenni di motivazioni per limitare la discrezionalità con cui questi veri poteri si pongono nei confronti dei comuni cittadini.
Ciò che io chiedo è quindi che la legge impedisca che dei poteri monopolistici si costituiscano dietro il paravento di associazioni che credibilmente nessuna altra funzione possono avere se non appunto quella di accordarsi tra loro alle nostre spalle. L’unica soluzione mi pare quella brutale di impedire l’esistenza stessa di tali associazioni potenzialmente a delinquere.
Chiedo quindi a chi mi legge, ove ritenesse che il provvedimento da me caldeggiato sia sensato ed opportuno, che lo riecheggi nel suo blog. Potremmo chiedere a un partito o a un’associazione organizzata di formulare gli articoli di legge, promuovendo a livello nazionale la raccolta delle firme richieste. Considerato il periodo dell’anno in cui ci troviamo, replicherò successivamente questo stesso post.
Credo proprio sia opportuno riproporre questo tuo post in un periodo diverso da quello attuale.
RispondiEliminaIo sono pronto a firmare contro i famigerati "cartelli" e aggiungerei qualche altra associazione a quelle da te citate: i professionisti e non solo.
Credo che in questo campo ci vorrebbe anche l'aiuto della magistratura che se rilveasse situazioni irregolari potrebbe credo già di suo ordinare la chiusura di dette associazioni.
RispondiEliminaCerto che una regolamentazione più chiara e diretta per stabilire che in casi come quelli da te enunciati, si dovrebbe immediatamente ordinare la chiusura e cancellazione dell'associazione stessa, sarebbe giusta.
Certo resterebbe il timore che poi applicassero in modo distorcente la norma per chiudere invece associazioni lecite ma scomode...
Peraltro il vero problema, a mio avviso, é e resterebbe quello di far applicare quella normativa nuova.
Pensa a quante leggi valide che sono state promulgate nel nostro Paese e che di fatto sono carta straccia in quanto disapplicate.
Mi piacerebbe in primis trovare una soluzione a questo problema
Lo so a volte sono proprio un idealista :-)))
ERRATA CORRIGE: Pensa a quante leggi valide sono state promulgate nel nostro Paese e di fatto sono carta straccia in quanto disapplicate.
RispondiElimina@Aldo
RispondiEliminaSenza dubbio, lo scrissi, è un post da riproporre dopo le vacanze.
Anche la tua idea la condivido, e ho riflettuto a lungo se aggiungere i vari ordini professionali. Alla fine, ho pensato che è un'iniziativa che si potrebbe forse più vantaggiosamente articolare in dua momenti distinti, anche se tra loro collegati. Vedremo, in ogni caso la scelta sarà fatta da chi si prenderàil compito di fare materialmente partire la raccolta di firme: io non potrei di certo.
@Daniele
RispondiEliminaNon posso che affidarmi ai giuristi che dovrebbero, se la cosa va avanti, curare la stesura vera e propria dell'articolato di legge. E' nella specifica formulazione che si può garantire il restringimento dell'ambito di applicazione della normativa a casi di conclamato interesse economico generale.
Il problema poi della mancata attuazione di norme esistenti è certamente uno dei problemi in assoluto più grossi, ma qui ci dobbiamo fermare: da semplici cittadini, possiamo al massimo denunciare il problema.
Un governo contro i petrolieri?
RispondiEliminaIo sempre sentito parlare di governo dei petrolieri...
mirco
@Mirco
RispondiEliminaSei un uomo di poca fede, anche i miracoli talvolta possono accadere :-D
Seriamente, credo che organizzazioni di tipo politico possono trovare un tornaconto in termini di consenso raccogliendo l'idea, che non pretendo essere particolarmente originale, ma metterla oggi all'ordine del giorno può essere una buona idea. Dovesse anche non avere lo sbocco desiderato, potrebbe comunque accendere i riflettori su una realtà che gli interessati vogliono tenere nell'ombra, perchè è l'ombra in definitiva che permette loro di far prevalere i loro interessi su quelli della totalità della popolazione.
@Gio
RispondiEliminaNello schema istituzionale classico delle democrazie parlamentari, la presenza delle autorities è funzionale a un sistema che preveda anche la presenza di associazioni di qualsiasi natura, e quindi anche quelle della compagnie assicurative. E' uno schema mutuato dagli USA, in cui si prevede un controbilanciamento del potere delle associazioni di categoria con le associazioni dei consumatori.
A me, devo dire, non piace questo schema sempre basato sul mercato, basandosi cioè sul fatto che un potere possa trovare un contropotere nelle dinamiche proprie del mercato.
Abbiamo un'autorità esecutiva, cioè il governo e i suoi organi periferici, che deve fare applicare la legge. Sembrerebbe che non occorra più nulla per essere difesi in accordo alle normative esistenti. L'authority potrebbe essere una possibilità, ma la sua pretesa di essere indipendente dall'esecutivo è vanificata dal fatto che dal governo è nominato il responsabile.