This blog is devoted to the green ideology, a new kind of ideology, whose fundamental aspects I have described in a book, entitled "The green ideology. The necessary revolution", until now written in italian only. I hope to early provide this blog with short notes in english for foreign people. I would be grateful to everybody of you that would like to post comments, not only regarding what I write, but, generally in the field of ecology, politics, anthropology and philosophy.
Oggi, in questa rubrica, affronto due aspetti specifici delle vicende politiche più recenti, che riguardano la Chiesa Cattolica.
Iniziamo dalla prima che riguarda la sentenza del TAR del Lazio sull’ora di religione.
Dirò la mia in termini telegrafici: la discriminazione sull’ora di religione viene proprio da Fioroni e dalla stessa Chiesa, e dalla Gelmini che l’ha confermata. Come credo tutti sappiate, gli insegnanti di religione vengono indicati senza dovere portare alcuna motivazione, dalla Chiesa, o meglio dalle sue strutture gerarchiche. C’è questa inquietante cessione delle proprie prerogative da parte dello Stato che, pur pagando gli insegnanti di religione come tutti gli altri, delega a un’autorità esterna la scelta delle persone. Per inciso, è evidente a tutti quanto potere questa prerogativa di scelta costituisca per la Chiesa, che ancora una volta la conferma come una struttura di potere nascosta dietro una pretesa di rappresentare valori nobili, addirittura protesa verso un fantomatico mondo ultraterreno: nulla è così meschinamente attaccato a questo mondo della Chiesa. Ma tornando alla questione principale, chi meno della stessa Chiesa può manifestare un’opposizione alla discriminazione degli insegnanti, visto che è proprio essa che la crea ed anzi la pretende da un potere politico senza rispetto della propria funzione, tanto da piegare la schiena al primo stormir di foglie che venga dall’oltre Tevere? La Chiesa potrebbe pretendere la fine della discriminazione semplicemente facendosi promotrice di un insegnamento di religioni e non di confessioni religiose, i cui insegnati vengano nominati seguendo il consueto percorso che la normativa prevede per tutti gli altri.
La seconda questione riguarda un editoriale che l’Avvenire del 12 ha dedicato al signor B. Rispondendo a un prelato che manifestava il suo disagio per una posizione della Chiesa sulle intemperanze del premier da lui ritenuta troppo timida, l’autore dice che al contrario la posizione della Chiesa è chiara, anzi egli si spinge sino a dire che le cose sono state dette esattamente come dovevano essere dette. A questo punto, sono davvero sorpreso di leggere su altri giornali, come La Repubblica, che questo costituisca un attacco al signor B.: a me proprio non pare, in quanto si limita a ribadire commenti già fatti precedentemente, e li ribadisce nella maniera più perentoria, precisando che non c’è nulla da aggiungere o modificare. Sarebbe quindi come dire che la Chiesa la sua parte l’ha fatta, e che il signor B. può dormire sonni tranquilli, non riceverà dalla Chiesa alcun fastidio, nessuna battaglia gli farà la Chiesa, come lo fece a suo tempo a Beppe Englaro, tanto per citarne uno dei tanti. Lo scappellotto dalla Chiesa il signor B. l’ha già ricevuto, e questo è quanto, non ci sono ulteriori conti da fare o da saldare tra loro.
Chiara e cruda la tua esposizione. E' sempre stata una spina al fianco fastidiosa la presenza obbligatoria della religione (cattolica) come materia scolastica. Ma credo che il tuo (o nostro) desiderio che la chiesa si faccia portatrice di nuove istanze confessionali senza più confini potrà essere attuato, non soltanto perché esiste il berlusconismo in questo tempo, ma perché la chiesa poggia da millenni sull'arma a lei più congeniale: il ricatto (divino) che tiene sotto scacco la "credenza" della massa, quindi del sistema politico. Un saluto estivo.
@Riverinflood Ormai la Chiesa si è così fatta, ha talmente interiorizzato il proprio ruolo di potere, che qualsiasi altro ruolo può essere esercitato solo da singoli credenti, spesso in aperta opposizione alla gerarchia.
@Gio Io presi pure uno schiaffo dall'insegnante di religione: altri tempi e altri luoghi, e del resto ne sono fiero!
Su Repubblica, concordo: ha ormai assunto questo profilo ottimista a tutti i costi, pensando che ciò aumenti la sua capacità di prevalere sul signor B. Che poi abbiano ragione o no, davvero non saprei dire, ma non lo darei per scontato.
La Chiesa ha fatto solo tramite Bagnasco un piccolo rimprovero, un buffetto. Non ha interesse al momento a scatenare una bufera e quindi....
Veniamo al primo punto: nulla da aggiungere alt uo commento ma mi permetto di raccontare un aneddoto su un prof di Religione. Premetto che io fino a quel momento avevo solo avuto preti come "insegnanti" e dopo sarà uguale. Preti che poi alla fine non facevano nulla e se ne fregavano abbastanza di "convertirci"....
Un aneddotto positivo che va preso come una assoluta eccezione alla regola sia chiaro. Proprio per quello mi fa piacere raccontarlo e ti chiedo scusa se forse esula un po' dal post e dal suo contenuto più specifico.
Io ricordo che mi facevo sempre e tranquillamente i fatti miei durante quell'ora tranne un anno quando arrivò non un prete ma un teologo laico.
Mi ricordo, forse era terza media c'erano i giudizi, ed io avevo già certe mie ideuzze anticlericali (cresciuto a pane e Dario Fo fin da piccolo...) quindi continuai con l'ascoltare le lezioni che non erano proprio sulla religione ma su temi anche di attualità e sociali su cui discutere ovviamente poi connessi agli insegnamenti cattolici. Ovvio che, a quei tempi, non vedevo la ragione di dire il mio parere con uno che aveva anche il coltello dalla parte del manico .
Fine primo quadrimestre ( o trimeste boh chi si ricorda più cosa c'era all'epoca lol) e mi trovo sufficiente (a me stava benissmo)
Il suo commento fu: '" tu non partecipi molto, sembri non svogliato ma distaccato"
La mia risposta fu " io ho le mie idee trovo che qui non troverebbero accoglienza"
Ricordo che mi propose di provare. Fu un secondo periodo dell'anno molto vivo e lealmente "combattuto" lol.
Ma non era un prete. Era un laico e pur se di idee diverse dalle mie le rispettò tutte fino in fondo.
Vi chiederete, forse ma anche no, come é finita: ottimo a fine anno.
Ogni volta che passo da te e leggo post come questo non so bene se ridere o piangere. Ci sono blogger molto più preparati di me che commentano i tuoi post efficacemente e in linea con quello che tu posti. Io invece faccio una considerazione più terra terra e mi rendo conto che da quando sti pseudo-governanti stanno lì dove non dovrebbero stare l'Italia sta andando a rotoli. Vince' tu mi dirai: si vabbè ma che c'entra questo con quello che scrivo sulla chiesa, l'ora di religione ecc. C'entra, c'entra hai voglia se c'entra.
ps.L'ultima sparata del pirla bossi l'hai sentita?
@Aldo C'entra perchè questa arrendevolezza verso la Chiesa è manifestata da quelli che dovrebbero rappresentarfci e difendere lo Stato, il nostro Stato laico e democratico da ingerenze esterne di qualsiasi provenienza. Delle cavolate di Bossi ho perso il conto, tante sono, ma secondo me Bossi non è un pirla, lo sono piuttosto quelli che gli danno il voto, lo sostengono, e alcuni si spingono fino al punto di adorarlo: quelli sì che sono dei veri pirla razzisti super-DOC !
In generale, alle alte gerarchie ecclesiastiche interessano solo il potere e il denaro. Una banalità, lo so, ma forse è bene ripeterlo. "Avvenire" non attaccherà mai un potente come Berlusconi.
Sarebbe ingiusto, però, non ricordare che esistono in realtà anche sacerdoti e fedeli che non amano affatto Berlusconi perché giustamente non può rappresentare alcun valore cristiano, data la sua condotta pubblica e privata. Solo che questa gente non ha voce e non ha potere.
Un vero cristiano non può far altro che criticare Berlusconi, il cui spirito è contrario a qualsiasi precetto evangelico. Berlusconi è anti-cristiano a causa di tutti i (dis)valori di cui si fa interprete e portatore. Ma dalla sua parte ha coloro che usano la religione come strumento di potere e di conservazione sociale, come mezzo per instillare superstizioni nelle masse meno acculturate e più bisognose di punti di riferimento in cui credere. Questo è il tradimento dell'originario spirito evangelico, ma tant'è.
Quanto a "Repubblica", a mio parere ha svolto un ottimo lavoro perché ha fatto tutto ciò che poteva per tentare di mettere in luce il fango in cui si rotola il premier. Il guaio è che "Repubblica" ha a che fare con gli italiani, i quali scambiano per gossip ciò che gossip non è, i quali sono spesso ipocriti e sottoscrivono la doppia morale che caratterizza la condotta del premier. Avendo a che fare con un popolo così, non possono certo sperare di smuovere molte coscienze. Ma hanno ottenuto il plauso e il sostegno persino da parte di un giornale conservatore come il "Times". Ma, mi ripeto, siamo in Italia e gli italiani credono che le vicende raccontate da "Repubblica" siano da gossip.
@Romina Il punto è quanto conta all'interno della Chiesa la gerarchia e i buoni sacerdoti: alla fine, questo solo possono giudicare quelli che come me guardano ad essa dall'esterno.
Per quanto riguarda Repubblica, fa il suo proprio gioco, che talvolta può convenire anche a quelli come me, ma non mi spingerò fino al punto di mettermi dietro al suo stendardo.
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RispondiEliminaChiara e cruda la tua esposizione. E' sempre stata una spina al fianco fastidiosa la presenza obbligatoria della religione (cattolica) come materia scolastica. Ma credo che il tuo (o nostro) desiderio che la chiesa si faccia portatrice di nuove istanze confessionali senza più confini potrà essere attuato, non soltanto perché esiste il berlusconismo in questo tempo, ma perché la chiesa poggia da millenni sull'arma a lei più congeniale: il ricatto (divino) che tiene sotto scacco la "credenza" della massa, quindi del sistema politico. Un saluto estivo.
RispondiElimina@Riverinflood
RispondiEliminaOrmai la Chiesa si è così fatta, ha talmente interiorizzato il proprio ruolo di potere, che qualsiasi altro ruolo può essere esercitato solo da singoli credenti, spesso in aperta opposizione alla gerarchia.
@Gio
RispondiEliminaIo presi pure uno schiaffo dall'insegnante di religione: altri tempi e altri luoghi, e del resto ne sono fiero!
Su Repubblica, concordo: ha ormai assunto questo profilo ottimista a tutti i costi, pensando che ciò aumenti la sua capacità di prevalere sul signor B. Che poi abbiano ragione o no, davvero non saprei dire, ma non lo darei per scontato.
La Chiesa ha fatto solo tramite Bagnasco un piccolo rimprovero, un buffetto. Non ha interesse al momento a scatenare una bufera e quindi....
RispondiEliminaVeniamo al primo punto: nulla da aggiungere alt uo commento ma mi permetto di raccontare un aneddoto su un prof di Religione. Premetto che io fino a quel momento avevo solo avuto preti come "insegnanti" e dopo sarà uguale. Preti che poi alla fine non facevano nulla e se ne fregavano abbastanza di "convertirci"....
Un aneddotto positivo che va preso come una assoluta eccezione alla regola sia chiaro. Proprio per quello mi fa piacere raccontarlo e ti chiedo scusa se forse esula un po' dal post e dal suo contenuto più specifico.
Io ricordo che mi facevo sempre e tranquillamente i fatti miei durante quell'ora tranne un anno quando arrivò non un prete ma un teologo laico.
Mi ricordo, forse era terza media c'erano i giudizi, ed io avevo già certe mie ideuzze anticlericali (cresciuto a pane e Dario Fo fin da piccolo...) quindi continuai con l'ascoltare le lezioni che non erano proprio sulla religione ma su temi anche di attualità e sociali su cui discutere ovviamente poi connessi agli insegnamenti cattolici. Ovvio che, a quei tempi, non vedevo la ragione di dire il mio parere con uno che aveva anche il coltello dalla parte del manico .
Fine primo quadrimestre ( o trimeste boh chi si ricorda più cosa c'era all'epoca lol) e mi trovo sufficiente (a me stava benissmo)
Il suo commento fu: '" tu non partecipi molto, sembri non svogliato ma distaccato"
La mia risposta fu " io ho le mie idee trovo che qui non troverebbero accoglienza"
Ricordo che mi propose di provare. Fu un secondo periodo dell'anno molto vivo e lealmente "combattuto" lol.
Ma non era un prete. Era un laico e pur se di idee diverse dalle mie le rispettò tutte fino in fondo.
Vi chiederete, forse ma anche no, come é finita: ottimo a fine anno.
Ma é un'eccezione.
Scusa ancora per la digressione personale... non si ripeterà :-)))
RispondiEliminaOgni volta che passo da te e leggo post come questo non so bene se ridere o piangere.
RispondiEliminaCi sono blogger molto più preparati di me che commentano i tuoi post efficacemente e in linea con quello che tu posti.
Io invece faccio una considerazione più terra terra e mi rendo conto che da quando sti pseudo-governanti stanno lì dove non dovrebbero stare l'Italia sta andando a rotoli.
Vince' tu mi dirai: si vabbè ma che c'entra questo con quello che scrivo sulla chiesa, l'ora di religione ecc.
C'entra, c'entra hai voglia se c'entra.
ps.L'ultima sparata del pirla bossi l'hai sentita?
@Daniele
RispondiEliminaBella testimonianza la tua, ma come tutte le testimonianze individuali, non ha nè vuole avere valenze di carattere generale, vero? :)
@Aldo
RispondiEliminaC'entra perchè questa arrendevolezza verso la Chiesa è manifestata da quelli che dovrebbero rappresentarfci e difendere lo Stato, il nostro Stato laico e democratico da ingerenze esterne di qualsiasi provenienza.
Delle cavolate di Bossi ho perso il conto, tante sono, ma secondo me Bossi non è un pirla, lo sono piuttosto quelli che gli danno il voto, lo sostengono, e alcuni si spingono fino al punto di adorarlo: quelli sì che sono dei veri pirla razzisti super-DOC !
Infatti Vincenzo, l'ho anche scritto. E' l'eccezione alla regola. E noi combattiamo la regola e come ho già detto, condivido in pieno il tuo post.
RispondiEliminaA presto!
Daniele
In generale, alle alte gerarchie ecclesiastiche interessano solo il potere e il denaro. Una banalità, lo so, ma forse è bene ripeterlo. "Avvenire" non attaccherà mai un potente come Berlusconi.
RispondiEliminaSarebbe ingiusto, però, non ricordare che esistono in realtà anche sacerdoti e fedeli che non amano affatto Berlusconi perché giustamente non può rappresentare alcun valore cristiano, data la sua condotta pubblica e privata. Solo che questa gente non ha voce e non ha potere.
Un vero cristiano non può far altro che criticare Berlusconi, il cui spirito è contrario a qualsiasi precetto evangelico. Berlusconi è anti-cristiano a causa di tutti i (dis)valori di cui si fa interprete e portatore. Ma dalla sua parte ha coloro che usano la religione come strumento di potere e di conservazione sociale, come mezzo per instillare superstizioni nelle masse meno acculturate e più bisognose di punti di riferimento in cui credere. Questo è il tradimento dell'originario spirito evangelico, ma tant'è.
Quanto a "Repubblica", a mio parere ha svolto un ottimo lavoro perché ha fatto tutto ciò che poteva per tentare di mettere in luce il fango in cui si rotola il premier. Il guaio è che "Repubblica" ha a che fare con gli italiani, i quali scambiano per gossip ciò che gossip non è, i quali sono spesso ipocriti e sottoscrivono la doppia morale che caratterizza la condotta del premier.
RispondiEliminaAvendo a che fare con un popolo così, non possono certo sperare di smuovere molte coscienze. Ma hanno ottenuto il plauso e il sostegno persino da parte di un giornale conservatore come il "Times". Ma, mi ripeto, siamo in Italia e gli italiani credono che le vicende raccontate da "Repubblica" siano da gossip.
Ecco perché non c'è alcuna speranza.
@Romina
RispondiEliminaIl punto è quanto conta all'interno della Chiesa la gerarchia e i buoni sacerdoti: alla fine, questo solo possono giudicare quelli che come me guardano ad essa dall'esterno.
Per quanto riguarda Repubblica, fa il suo proprio gioco, che talvolta può convenire anche a quelli come me, ma non mi spingerò fino al punto di mettermi dietro al suo stendardo.