mercoledì 26 marzo 2014

LA FORMULA COMUNICATIVA DEI RENZINI

Impressionante osservare i renzini come si somigliano tra loro nel modo di argomentare! 
Avanza quindi una nuova modalità comunicativa, una forma innovativa di spettacolo mediatico...

La formula è identica, qualunque obiezione di merito viene sdegnosamente respinta dicendo che finora non si era fatto niente e che il fatto che si cominci a fare qualcosa impone a loro parere un'adesione a prescindere. 
E', come si capisce, un'autentica idiozia, perchè parte dal presupposto che il cambiamento sia positivo in quanto tale, indipendentemente cioè dal merito del cambiamento specificamente implicato. Facile quindi da smentire, ma, badate nei tempi ristretti dei talk-show ha una sua efficacia visto che tutta la civiltà occidentale è costruita vedendo la storia come una freccia, come se ci fosse sempre davanti a noi un futuro luminoso, e così diventa una colpa il solo fatto di ostacolare l'avanzare di questo luminoso futuro. 
Nella sostanza, le modifiche istituzionali che si cominciano a delineare nelle proposte governative, seppure spacciate come un processo di semplificazione della burocrazia e di contrasto alla macchinosità nell'assumere decisioni, in realtà mantengono la struttura attuale, tranne in punto fondamentale, quello di ridurre il numero degli organismi elettivi. 
Basta considerare il caso del senato. Sembrava in un primo momento che sostanzialmente lo si volesse eliminare, che quindi si andassero a cercare delle funzioni che ne giustificassero l'esistenza nella versione modificata. Una specie di senato insomma privo di funzioni e poteri, giustificato solo dal fatto di non volere eliminare di colpo un organo così fondamentale dello stato. Niente di tutto questo, il senato continuerà a svolgere moltissime funzioni fondamentali, anche se non tutte quelle attuali, ma, e questa è la reale novità, non sarà più elettivo, o almeno in parte sarà eletto ma con elezioni di secondo grado, cioè da membri di assemblee elettive. 
Analogamente, le provincie non saranno per niente abolite, ma lo saranno gli attuali consigli provinciali elettivi, sostituiti da organismi collegiali costituiti a partire dai sindaci e da altri componenti elettivi dei comuni coinvolti. Tali organismi assumeranno tutte le funzioni degli attuali consigli, ma non saranno eletti. 
I provvedimenti vengono motivati come un modo di aumentare l'efficienza e diminuire il costo nel funzionamento dello stato, ma nella realtà il risparmio che si ottiene è modesto, perchè la funzione è il costo, il pagamento dei consiglieri e dei senatori è un fattore secondario di spesa, anche se comunque significativo. L'efficienza va verificata, ma il punto è che questi non possono costituire criteri adeguati per rinunciare ad organismi elettivi, perchè sennò dovremmo convenire che sia meglio instaurare una dittatura che ha buone speranze di costituire un fattore di efficienza e di economizzazione. 

Siamo in sostanza, aldilà dei più o meno abili tentativi di depistare sul palcoscenico mediatico, nel classico caso di un processo di riduzione degli spazi di democrazia, gli stessi processi che già agiscono liberamente da tempo nell'unione europea, al fine di giungere ad un sistema istituzionale che sia del tutto compatibile, senza ombra di contraddizioni, con l'avanzare del disegno neoliberista che ormai domina il mondo.

3 commenti:

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  2. Bene, bene, unica nota positiva all'alba del renzismo è il continuo monito paterno del sempiterno Tano Napoli.

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  3. Già, ha subito colpi ed è stato un po' in disparte, ma adesso pare non volere demordere.

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