La questione che vorrei affrontare in questo articolo è come sia possibile che, contrariamente a quanto suggerirebbe il senso comune, crediti e debiti globalmente non si corrispondano, e che al contrario i debiti soverchiano i crediti.
La cosa è comprensibile molto facilmente in realtà. Basti pensare a cosa è il denaro. Ricordiamo brevemente che la banconota è un particolare tipo di carta che lo stato stabilisce sia portatrice di valore, cioè che possa essere usata per scambiarla con merce.
Poichè la sovranità monetaria corrisponde proprio alla facoltà di stampare liberamente banconote, si capisce subito che qui si è creato un debito dal nulla. Lo stato è debitore in senso globale, seppure non v'è nessuno che possa rivendicare una restituzione dallo stato.
Senza denaro, saremmo ancora al tempo del baratto, e quindi potremmo anche dire che senza l'instaurazione del debito, l'economia come la conosciamo non sarebbe potuta esistere.
E' proprio l'atto sovrano di concedersi una ricchezza fittizia che consente l'attività economica, e questo tendo a sottolinearlo a coloro come quelli di scuola tedesca che continuano a considerare il debito come se si trattasse di un peccato (in tedesco pare che si usi addirittura la stessa parola per indicare questi due concetti): tutto il contrario, potere contrarre debiti va considerata una benedizione, come parallelamente l'esistenza della sovranità...
Inoltre, vorrei fare riflettere sul ruolo della variabile tempo, e di quello svolto dalla correlata successione dei passaggi debitore/creditore.
Pensiamo ad esempio a come è nata la bolla finanziaria scoppiata nel 2008, e da allora tenuta sotto controllo senza trovare mai il modo di risolverla davvero.
La banca affida a suoi dipendenti che guadagnano a cottimo, diciamo a volume intermediato, l'accensione di mutui immobiliari.
In breve tempo, tutti i soggetti solvibili vengono saturati dei mutui più improbabili, e l'operatore che non vuole morire di fame, deve necessariamente finire col rivolgersi alle persone meno affidabili.
In California, famiglie messicane da pochissimo tempo immigrate negli USA, si vedono proporre fantistici mutui che permetteranno loro di smettere di pagare l'affitto, avendo la propria abitazione di proprietà.
Costoro non si ritraggono di fronte a nessun espediente, pur di raggranellare qualche contratto e con esso la pagnotta.
Malgrado le resistenze offerte dal buon senso della gente che sa di non avere un soldo e non capisce per quale miracolo la banca voglia loro regalare un'abitazione (pensate che esistevano mutui in cui le prime rate erano ad ammontare negativo, cioè era la banca a versare soldi a chi contraeva il mutuo), costoro finivano con l'aggirare tali resistenze, aspettando che la persona più responsabile uscisse da casa, e precipitandosi a fare firmare il mutuo magari a persone che per l'età avanzata o per la scarsa cultura, potevano cadere più facilmente vittime delle trame bancarie.
Tornando al tema del post, la conseguenza ovvia di questa legegrezza nel concedere i mutui, era l'insolvenza dei debitori anche solo dopo pochissimi mesi dall'averlo contratto.
La prima conseguenza fu il riversarsi sul mercato di un enorme numero di abitazioni, tentando di venderle alla meno peggio a qualcunaltro, e conseguentemente il crollo delle quotazioni degli immobili, trasformando così un problema puntiforme tra banca e debitore, in un problema generale che coinvolgeva anche persone che neanche sapevano di cosa stessero facendo le banche, e ritrovandosi nell'impossibilità di rivendere per loro personali scelte le loro case.
Vista la situazione così precaria, queste banche criminali fecero un'operazione le cui conseguenze sentiamo ancora ed anzi non si vede come se ne possa più uscire.
Hanno cioè preso i titoli di credito nei confronti di questi improbabili debitori, li spezzarono e li mescolarono con titoli di tutt'altra provenienza, i famigerati titoli derivati, la cui più importante caratteristica è che chi li acquista non saprà mai davvero cosa ha acquistato (e del resto neanche la banca che li vende sa più raccapezzarsi sul reale controvalore di quel titolo).
E' così iniziata una colossale catena di S. Antonio, con la propagazione e l'amplificazione dell'importo del debito, tramite la presunzione generalizzata nei successivi passaggi di poterli rivendere realizzando cospicui guadagni.
Come è peculiare della catena di S. Antonio, il debito cresce nei successivi passaggi, essendo la crescita automatica nei successivi passaggi.
Per rendere ancora più comprensibile il meccanismo, facciamo un caso teorico.
Supponiamo di essere un gruppo chiuso di 1800 persone.
Stampiamo 3600 banconote attribuendo loro un certo valore facciale. Purchè tutti i 1800 ci credano, la cosa funziona, e simula così il meccanismo della creazione del denaro. Le distribuiamo dandone due a testa.
Uno chiede a due altre persone di dargli una banconote a testa che essi avranno restituite in valore doppio da altre due persone a testa. Effettivamente, la cosa funziona, a seguito di ciascun passaggio le persone coinvolte raddoppiano le banconote che hanno investito.
Dopo otto passaggi, ci saranno 256 persone che hanno pagato una banconota e devono cercarsi altre 512 persone (due per uno) per farsi pagare e guadagnarci come gli altri prima di loro e li possono di certo trovare.
Tuttavia, dopo il nono passaggio, tutto questo non sarà più possibile, e parte delle persone che devono intervenire per permettere loro di partecipare al meccanismo come gli altri dovranno necessariamente essere soggetti già precedentemente coinvolti (se non ho sbagliato i calcoli, 777 nuovi e i rimanenti 247 vecchi).
Fermiamoci qui, e del resto nel caso teorico che propongo, la cosa non può più procedere oltre, a causa dell'aumento in proporzione geometrica dei soggetti coinvolti in ogni passaggio).
Il caso reale avviene in un contesto aperto che teoricamente comprende più di sette miliardi di soggetti, ma io ho preferito proporre il caso di un contesto limitato per fare vedere come esista una caratteristica ciclica in questo processo, cioè una stessa persona periodicamente si trova a svolgere il ruolo di debitore e creditore.
In altre parole, creditore e debitore non sono ruoli permanenti, questi termini sono riferiti ad un singolo atto finanziario. Inoltre, il meccanismo amplificato proposto nell'esempio dovrebbe convincere che ci può essere un debito complessivo dell'umanità nei confronti del futuro.
Capiamoci, ciò non implica in alcun modo che tutti i debiti vadano onorati. E' evidente che pagare i debiti è necessario affinchè la sfiducia nell'essere pagato non provochi la fine dei creditori, ma sarebbe anche doveroso ricordare la natura fittizia di tutta la ricchezza finanziaria, a partire come dicevo dello stesso denaro.
In determinate situazioni eccezionali, l'annullamento dei debiti può costituire la migliore soluzione.
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