Nel precedente post, avevo scritto che nessuno di noi può preparasi il bagaglio per partire se non sa quale sarà la località di destinazione, ad esempio in termini climatologici.
Così, la domanda più grossa che ci dovremmo porre di fronte ai provvedimenti del governo Monti approvati appena ieri dal CDM, è se si basano su una specifica ipotesi di evoluzione della crisi globale e all’interno di questa, delle risposte comunitarie in proposito.
Dicevo anche nel precedente post come le dichiarazioni della Merkel, che sostanzialmente rimpallavano tutte le responsabilità sull’Italia senza uscire da una generica e pertanto poco credibile fede nel progetto di integrazione europea, sembrano ormai sempre più confermare il rifiuto della Germania a dotare l’area euro di una vera banca centrale che abbia le prerogative che tali istituzioni hanno in tutti i paesi del mondo. Poiché senza che sia acclarato che la BCE ha il diritto di stampare tutti gli euro che occorrono per salvare i titoli emessi dagli stati di cui costituisce la Banca Centrale, la tempesta che su di essi si è abbattuta non terminerà, rifiutare questo passaggio è affossare consapevolmente (almeno speriamo, sennò il governo tedesco sarebbe fatto da imbecilli conclamati) l’euro.
L’unica residua speranza di salvare euro e progetto europeo, almeno al momento, è costituito da una specie di trattativa o se preferite di bluff tra gli stati dell’eurozona per ottenere i maggiori vantaggi per il proprio paese. In altre parole, l’assenso tedesco a un ruolo ben più efficace della BCE sarebbe legato all’accertamento di un comune sentiero virtuoso, almeno per i tedeschi, di tutti i paesi contraenti.
Ora, è davvero difficile credere che una manovrina da trenta miliardi, gravosissima per i cittadini, ma quasi ininfluente sulla situazione debitoria dell’Italia (trenta contro millenovecento miliardi), possa spostare l’ago della bilancia. Dico difficile e non impossibile perché poi i mass media possono certamente trovare il modo di presentare i fatti in maniera artificiosa rivestendoli di non so quale carattere taumaturgico. In effetti però, questo provvedimento non sembra spostare di un millimetro la situazione italiana nei confronti dei mercati e neanche nei confronti della Merkel, potrò essere smentito, ma allora dobbiamo ancora una volta chiederci che congrega di potenti governi il mondo e quale logica di parte adotti, per potere spiegare sensatamente i fatti.
La vera scadenza rimane venerdì 9 dicembre, quando in sede di vertice europeo, si dovrà definire quali nuove misure i paesi aderenti siano disposti ad adottare. Perfino il silenzio in questa occasione, sarà una risposta eloquente che dovrebbe portare l’Italia ad uscire dall’euro: senza garanzia che la BCE ci copra, lo dico da adesso, io chiedo che l’Italia esca unilateralmente dall’euro senza ulteriori ritardi. Non è certamente la prospettiva che mi auguro, ma senza il coraggio di intraprendere manovre ben più sostanziose, e senza che la Merkel esca dalle sue ambiguità sempre più inaccettabili e gravose per le tasche di tutti noi, non vedo alcuna credibile alternativa, solo una resistenza ai mercati che ci costerà enormemente, ma con l’inevitabile capitolazione finale: meglio, molto meglio uscire subito senza svenarci, ottenendo comunque lo stesso risultato, ma senza le risorse tutte bruciate sull’altare della difesa dei nostri titoli, che saranno necessarie per ripartire con una moneta nazionale.
L’alternativa che aveva Monti, era fare la famosa patrimoniale sui grandi patrimoni, gettare sul tavolo della trattativa europea un gettone da almeno duecento miliardi di euro, un effetto shock sui mercati che questo continuo stillicidio di ripetute manovre da decine di miliardi non potranno avere.
Entrando nel merito dei singoli provvedimenti, appare davvero come questo governo salutato come risolutivo dei problemi dlel’Italia, alla fine si aggrappi a provvedimenti molto tradizionali.
La cosa che mi è apparsa più vergognosa, richiamandomi i comportamenti analoghi del precedente governo, è costituto dalla vicenda IRPEF che, tolta dalle trattenute a livello nazionale e riservate ai redditi superiori, sono nei fatti rientrate alla grande con l’addizionale regionale, e stavolta spalmate sull’intera platea dei contribuenti: stimao ancora alla logica del purchè non se ne accorgano, una vera vergogna.
Sulle pensioni, la manovra è meno peggio di come temessi. Nei fatti, niente cambia, se non nell’avvicinare la data della perequazione tra maschi e femmine, sulla data della pensione di vecchiaia, mentre per le pensioni di anzianità l’aumento richiesto è significativo, ma non eccessivo. Sparisce il calcolo congiunto delle due anzianità (vita e lavoro), che sembrava un mezzo equo per tenere conto di entrambi questi aspetti. Si punta sul ridurre mediamente l’importo delle pensioni privandole dell’adeguamento automatico, e riportando tutti, almeno pro rata, al calcolo contributivo. Su questo aspetto confesso che sono d’accordo, le risorse vanno gradualmente spostate sugli individui più giovani.
Il punto è se a questo spostamento si è dato realmente attuazione. In verità, mi pare che ci sia soltanto qualcosa sull’IRAP, la famigerata tassa sull’occupazione introdotta da Vincenzo Visco, una vera tassazione di schifo. Non v’è un riutilizzo dell’attivo che così si determina nel settore previdenziale per un salario minimo garantito di cui pure si era parlato, anche se in modo del tutto generico e parziale. Così, è proprio vero, il risparmio previdenziale serve solo a fare cassa, e questo appare inaccettabile.
Rimango perplesso sull’aspetto fondamentale, la filosofia della Fornero, per cui è equo solo il metodo contributivo. Vorrei sommessamente fare notare che la previdenza dev’essere attrattiva, non può limitarsi a restituirmi ciò che ho versato, sennò ognuno dovrebbe avere diritto a pensare da sé al proprio sostentamento nella vecchiaia. Poiché i calcoli si fanno su una lunghezza di vita media, tale sistema risulta punitivo verso chi muore prima, e quindi esso si basa comunque su una forma di solidarietà sociale forzosa. Quando diciamo che non sarebbe giusto che la comunità nazionale nel suo complesso intervenga con proprie risorse per finanziare in quota parte la previdenza, dobbiamo nel contempo essere consapevoli che questo intervento rimane, solo che lo limitiamo alla sola platea dei pensionati, così che il pensionato che andrà oltre i cento anni, la pensione non se l’è comunque pagata da sé, ma gliela pagheranno quelli che moriranno nei primi cinque anni di pensione. L’equità insomma non è mai un concetto neutro, dipende dal punto di vista. Che questa solidarietà necessaria nei confronti di chi vive più a lungo debba essere pagata soltanto da chi vive di meno, non sembra così ovvia e scontata. Personalmente, si potrebbe definire anche una quota parte da prelevare sulla fiscalità generale. Osservo infine sul capitolo previdenziale, che nessuno discute sull’importo degli stessi contributi previdenziali: non sarebbe questo il modo più diretto di aumentare le risorse verso i lavoratori, e magari di indurre un aumento della stessa occupazione?
Vorrei spendere due parole sull’intervento dell’1,5% sui patrimoni “scudati”. Qui proprio non capisco. Si era detto che non era più possibile andare a richiedere nuove tasse su quei fondi. Evidentemente non è così, ma allora perché limitarsi a un ridicolo 1,5%? Se un po’ tutti i paesi hanno applicato aliquote almeno superiori al 15%, perché oggi non applicare una ben più sostanziosa aliquota del 10%?
L’intervento sui patrimoni appare frammentario e modesto, e perciò inevitabilmente inadeguato, tant’è che già tra sette mesi avremo un ulteriore aumento dell’IVA, perché le tre voci di maggiori risorse rastrellate, la tassazione dei redditi (tramite l’aumento dell’addizionale regionale), la tassazione dei patrimoni, la realizzazione di un congruo avanzo previdenziale.
Questa frammentazione nel ricercare le risorse è un segno di grave debolezza, somiglia per molti aspetti ai tagli lineari del fiscalista Tremonti. Non v’è insomma alcun segno di una precisa volontà politica, una precisa scommessa su un progetto coraggioso. Purtroppo, Monti è i suoi ministri sono frutto pieno della mediocrità dei tempi che viviamo, degli equilibrismi alla Merkel, delle mezze misure che mai devono mostrare di volere colpire gruppi specifici di cittadini.
Purtroppo, in un tempo in cui decisioni ben più radicali e coraggiose sarebbero richieste, ci balocchiamo ancora con la stessa classe dirigente che c’ha portato all’odierno disastro sperando che le stesse persone responsabili dei danni, possano tirarci fuori con la pretesa di non scontentare nessuno o tutti, che in effetti sono situazioni molto simili tra loro.
Proprio vero, nulla può convincere il cittadino-bambino a non toccare il ferro da stiro come il bruciarsi una volta un polpastrello.
Sì, hai ragione, Monti è stato codardo, avrei preferito che portasse in Parlamento una manovra ben più "pesante" che toccasse soprattutto i grandi patrimoni e colpisse duramente l'evasione fiscale, a partire dall'aliquota sui patrimoni scudati, ed avrei detto "prendere o lasciare", con tanto di voto di fiducia, e poi avrei proprio voluto vedere chi si sarebbe preso la responsabilità di mandare tutto all'aria. Insomma era proprio il momento del "o la va o la spacca"! Sono delusa... e questo non vuol dire che non sia pronta a far sacrifici ma, come dici tu, questa manovra è ben poca cosa rispetto a quanto servirebbe al nostro Paese e d'altra parte non si può pretendere, anche perchè è impossibile, che sia il ceto medio-basso a salvare l'Italia!
RispondiEliminaScusa, ma non capisco la tua sorpresa.
RispondiEliminaHai bisogno di soldi, subito. Cosa fai? Guardi nelle tue tasche; mica fermi degli sconosciuti chiedendo se hanno dei soldi da darti: non ne hai il tempo.
Lo Stato ha bisogno di soldi ora, subito. Li prende dove sa per certo di trovarne: quelli che hanno sempre pagato; mica gli evasori.
Per fare ciò che dici (patrimoniale o lotta all'evasione) occorre avere il tempo di poter verificare che i patrimoni e trovare chi ha evaso. Ma per fare questo, occorre tempo: proprio ciò che manca nei momenti di emergenza.
I problemi sono altri. L'allungamento dell'età pensionabile si è già dimostrata inutile in passato: oggi si allunga ulteriormente. La diminuzione della spesa pubblica non ha risolto i problemi: oggi si diminuisce. Aumentare le tasse fa crollare i consumi e blocca la crescita: oggi si aumentano le tasse.
Questi sono solo alcuni esempi.
Qui il problema non è se Monti ha coraggio o è vigliacco. Il problema è che - destra, centro, sinistra - l'unica ricetta proposta è quella liberista: che non funziona!
@Ornella
RispondiEliminaMonti si arrabatta in mezzo a mille compatibilità, e certo non mi meraviglia che dal suo governo sia venuto fuori questo tipo di provvedimento, ma tanto più va criticato.
@BC
RispondiEliminaScusa, ma dove leggi sorpresa da parte mia?
Per quanto mi riguarda, rifuggo dall'atteggiamento che Monti non poteva fare diversamente: avrebbe potuto, ma non ha voluto, e non capisco perchè fargli sconti.
La colpa è del liberismo? Sono d'accordo, ma credo anche alla responsabilità personale, e non mi tirerò indietro ogni volta che devo criticare anche singoli aspetti dell'attività di governo.
monti non fa altro che quello per cui è lì, che non è salvare l'italia o quel che l'è, bensì succhiare dal midollo del paese e dal nostro tutto quello che c'è da succhiare e poi buttarci come una pezza usata sulla strada. come scrissi uno o due mesi fa, monti, la bce, questo capitalismo, sono come il mostro di aliens, che ti si attacca alla faccia e sia che lo stacchi che non lo stacchi muori. forse prima forse dopo.
RispondiEliminadunque monti non deve calmare i mercati che, come tu avevi già scritto, non devono essere calmi, ma giusto un po' meno tempestosi.
sulle pensioni, in parte condivido quello che dici: nulla di nuovo, hanno fatto più in fretta quello che un berlusconi o un prodi o chi per loro avrebbero fatto più lentamente per perdere meno consensi possibili. però c'è quel mancato adeguamento all'inflazione che è una oscenità.
del resto mi chiedo perché una proposta del genere che non sconvolge di certo il bilancio. posso solo immaginare che la proiezione per linflazione per il prossimo anno sia enormemente sottostimata e prevedono un boom della stessa, del resto facilmente prevedibile visto l'enorme quantità di carta straccia che circola.
per i pensionati con circa 900-1000 euro al mese è come se ne perdessero 70-80. considerando che già fanno fatica ora, è facile immaginarsi le conseguenze.
il modello è marcio e superato e fa solo danni. le alternative, di ogni tipo, abbondano, comprese le tue proposte che sono solo di buon senso.
e allora non capisco l'atteggiamento diffusissimo del "non c'era altro da fare", con cui peraltro mi stroncano in partenza perché qualunque cosa dici è sentita come utopica o comunista o senza senso.
mah.
manteniamo la rotta.