giovedì 22 dicembre 2011

CHE FLOP IL PRESTITO ALLE BANCHE DA PARTE DELLA BCE!

Le dichiarazioni di Draghi rilasciate al Financial Times e riportate in un precedente post, rimettono al centro del dibattito economico il sistema bancario.
La BCE in sostanza ha costruito un meccanismo, direi barocco per il suo meccanismo intricato, per immettere liquidità nel sistema. Le banche possono prendere a prestito a tassi agevolati (appena l'1%) unha quantità di denaro teoricamente illimitata dalla BCE, dando in garanzia spazzatura. No, non è un errore di battitura e neanche un'esagerazione, se vi dico che le banche possono perfino emettere lo stesso giorno delle obbligazioni appositamente progettate per questo scopo.
Una volta che le banche, che vi ricordo sono enti di diritto privato e che godono di enormi spazi di autonomia, sono state dotate di tale liquidità in condizioni di grande favore (tassi più bassi di quelli di mercato di almeno cinque punti percentuali), la speranza espressa pubblicamente da Draghi, è che le banche tornino a fare il loro tradizionale mestiere, quello di intermediare risparmi e prestiti, e quindi nella situazione data fornire alle imprese quella liquidità che permetta loro almeno di non dovere chiudere. Inoltre, egli auspica anche che le banche trovino conveniente acquistare i titoli di stato. Ciò, ovviamente porterebbe ad un effetto di riduzione dei tassi con immediate ripercussioni sull'equilibrio dei conti pubblici dei paesi in difficoltà nell'area euro.
Ieri, giorno dell'emissione, l'operazione non ha avuto gli effetti sperati, e ciò è davvero difficile da comprendere in termini strettamente di mercato.
Cosa può indurre una banca a non comprare dei titoli ottenendo per tre anni un guadagno del 5%? Se il faro delle scelte di investimento fosse davvero l'utile che se ne trae, non v'è spiegazione.
Qualche giorno fa, c'è stato un altro segnale incomprensibile e pertanto inquietante, la riduzione drastica degli interessi sulle nuove emissioni di titoli spagnoli. Come si può spiegare che gli investitori si sentano più sicuri di una paese, la Spagna, che ha collocato quasi tutto il suo prestito all'estero, che non potrebbe mai rientrare dal debito, seppure più modesto di quello italiano, visto che i suoi cittadini non posseggono la ricchezza che sarebbe richiesta per questo scopo, che non può imporre ancora più dell'Italia misure di rigore visti i già stratosferici tassi di disoccupazione, e che quyindi nel breve periodo non ha alcuna possibilità di ridurre il proprio deficit, già ben più alto di quello italiano.
Evidentemente, ci devono essere criteri extra-finanziari, di natura strettamente politica, che inducono a non mollare l'osso italiano, un osso ben ricco di carne da spolpare, e che quindi i mastini della finanza internazionale non intendono mollare fino a operaz
Insomma, questa operazione rischia di rivelarsi un flop clamoroso almeno dal punto di vista delle motivazioni ufficiali per cui è stata lanciata. Del resto, questo automatismo tra disponibilità di risorse finanziarie e scelta di investimento nei debiti sovrani non si può dare per scontato. Prima, sarebbe necessario spiegare perchè la Deutschebank abbia affossato i titoli italiani vendendo proprio nel momento più delicato quelli che aveva in portafoglio: è credibile che abbia voluto ottenere un minusvalenza e senza neanche consultare il governo tedesco e la BCE?
Così, l'impressione è che ci si trovi in un mondo in cui nulla di ciò che appare è vero, e che trame di ogni tipo si agitino sullo sfondo, e che in tale scenario coloro che per ruolo istituzionale od anche solo per cittadinanza dovrebbero difendere l'Italia e la sua popolazione, giochino un ruolo opaco e forse sporco ai nostri danni.
Sembrerebbe, ma l'opacità della situazione non permette di trarre conclusioni più chiare, che la fine dell'euro sia già stata decisa, e che ciò che vediamo siano soltanto gli atti che servono a definire i rapporti di forza tra paesi e valute dell'area euro dopo la separazione.

1 commento:

  1. Anch'io speravo che la mossa di Draghi avrebbe allegerito di molto il nostro spread, come è successo per la Spagna, e invece siamo ancora a quota 480!
    Comunque, mio caro Vincenzo, voglio cominciare a pensare sul serio che finchè c'è la salute c'è tutto, altrimenti quest'angoscia non mi molla più! Ecco perchè, almeno in questi giorni, cerco di concentrarmi sullo spirito natalizio, almeno per quel poco che ancora riesco a sentire. Pertanto auguro a te e ai tuoi cari un Natale sereno e in salute. Ciao!

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