sabato 18 dicembre 2010

POVERO SAVIANO, ANCH'EGLI VITTIMA DEL POLITICALLY CORRECT

Mi dispiace doverlo dire, ma ci siamo persi per strada Saviano. Sembrava un giovine di così belle speranze, ed ecco che la corte del “politically correct” di Fazio e Veltroni se l’e fagocitato.

Diciamolo pure, uno scrittore, se è vero scrittore, affida ai propri libri il proprio contributo alla società. O magari, se ne ha le capacità, si impegna in politica in prima persona, ma mai, dico mai, dovrebbe andare in TV a narrare, non avendo le doti dell’attore (bisogna nascerci attore, e Saviano guarda con espressione statica la telecamera, diciamo che non è un bel guardare…), e facendo in fondo un bignamino sulle malefatte d’Italia.

Sarà la giovane età, ma c’è proprio cascato in pieno, regalando a Fazio l’ennesimo successo, e uscendone non bene, come, nella migliore delle ipotesi una Gabanelli in versione micro. Mi chiedo se questo è solo l’effetto di una passione per la scrittura letteraria già in declino.

La cosa appare davvero grave, sembra davvero che Saviano non si sia più ripreso, come sembrerebbe venir fuori dalla letterina (come quella che i bimbi mandano a Babbo natale in questi stessi giorni…) indirizzata agli studenti tramite la compiacenza del quotidiano “La Repubblica”.

Oddio, ne avesse azzeccata una il giovine, non sa nulla dei black boc che cita evidentemente a sproposito, probabilmente non sa nulla del DDL Gelmini, non sa nulla poi, e questa è l’ignoranza più grave, di come sono andati gli scontri quel 14 dicembre ormai diventata data storica. Non solo non sa nulla, ma, ormai preda totale del “politically correct”, invita gli studenti a dissociarsi dai facinorosi, e del resto anche Travaglio, per citare un’altra icona di questa nostra povera Italia, li ha definiti dementi.

Basta, dico io, basta con questi tromboni che vogliono stare lì ad insegnare cose su cui non sanno nulla. Dementi e facinorosi sono ormai diffusi in tutta Europa, mica solo a Roma, e non c’è certo un’internazionale del terrore, c’è il venire a maturazione di una protesta che cerca, che deve necessariamente trovare, una via di sfogo, un modo di manifestarsi e di incidere sulla realtà. Di fronte a loro l’internazionale affaristico-fionanziaria che ormai è in grado di condizionare in maniera determinante i governi nazionali.

In questo scenario drammatico, tutto ciò che costoro sanno dire è che bisogna condannare la violenza. Saviano si spinge oltre, affermando, basandosi non si sa su quali elementi di fatto che la violenza favorisce il nemico.

Questa argomentazione non solo è sbagliata, ma è addirittura patetica. Chi, dico io, vuole che il giorno della rinnovata fiducia data dal Parlamento, la capitale sia messa a ferro e fuoco? Quale sarebbe il vantaggio che ne trarrebbero? La recita, la sua sì vigliacca, di La Russa alla TV mostra piuttosto il disappunto, se non addirittura la paura da cui sono presi. Il potere è un gigante d’argilla, e il suo supporto fondamentale sta nel fatto stesso che ci crediamo davvero che essi sono così potenti e pericolosi. Pericolosi e potenti certo lo sono, e non voglio negarlo, ma non certo invincibili, e la capacità di uno, due migliaia di ragazzi di impossessarsi della città ne mette a nudo la fragilità.

Perchè a distanza di giorni continuiamo a parlare di quel pomeriggio? Per la violenza che si è scatenata, mica per le cose che educatamente dicevano, per le intelligenti manifestazioni presso monumenti nazionali, per i cartelli in cui spiegavano la loro protesta. Dicono che faranno delle leggi severe: che le faccino se ne sono capaci, la maggioranza del parlamento ce l’hanno ancora, ma la protesta non mi pare che abbia intenzione di finire.

11 commenti:

  1. Sì, però si parla delle violenze, mica dei motivi della protesta, quelli sono scomparsi dai dibattiti. Dunque l'obiettivo di spostare l'attenzione dai temi veri è già stato raggiunto. Ti chiedi su quali basi la violenza favorisca il nemico, e davvero mi stupisce assai che tu ti ponga la domanda. Ti invito a rileggerti un po' di storia italiana passata, neanche tanto lontana, e vedere se tutta la violenza degli anni settanta (non solo quella terroristica, anche solo quella dei movimenti), dove le tematiche sociali erano le stesse di oggi, ha portato a qualcosa. Oppure a rivederti come un movimento come quello no global, serio motivato organizzato sacrosanto e giusto, è andato miseramente in vacca nel momento in cui è stato associato a quella violenza di cui tra le righe in tanti stanno godendo a guardare.
    Davvero Saviano sbaglia in ciò che ha scritto? Io credo di no.

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  2. @Rouge
    I motivi di quella svolta sono molteplici, e la tua lettura, mi permetti, è davvero semplicistica.
    Io ti vorrei ricordare cosa sono significati i disordini di Genova nel 1960, e come tutto questo abbia contribuito, abbiano posto i presupposti del '68 e della avanzata dei diritti operai, e il '68, spero che nessuno lo contesti, non sono stati certo non violenti.
    A mio parere, intanto, martedì la violenza ha posto questi studenti al centro dell'attenzione.
    Poi, per favore, non confondiamo un tentativo di spostare l'attenzione, come obiettivo raggiunto: certo che se tutti facessero come Saviano...

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  3. Anche Saviano ha aiutato a spostare l'attenzione, sono d'accordo Vincenzo.
    E molti ci "cascano" purtroppo.
    Ciao,
    Lara

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  4. Trovo un po' agghiaccianti le tue parole e quel che è peggio senza speranze. Dunque l'unica soluzione per avere visibilità, che non significa parlare delle proprie rivendicazioni, è bruciare un paio di bancomat e qualche auto. Va beh, lasciamo perdere.

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  5. @Rouge
    Io non mi metto in cattedra a pontificare come fanno altri, osservo solo come sono andate le cose. Nel post che precede questo, mi pare di avere chiarito le mie posizioni: come potrei convenire con Saviano?
    Sarebbe interessante sapere cosa ne pensi delle parole di Fassino che giustificava la guerra in Afghanistan perchè così le bambine possono andare a scuola. Eppure, non ho visto nessuna manifestazione di sdegno, Fassino è un politico rispettato, e si accinge a candidarsi a sindaco di Torino.
    Eco cos'è davvero agghiacciante: ritenersi il centro dell'universo, e da lì dare le pagelle al mondo.

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  6. Se mi conosci sai che delle parole di Fassino non me ne può fregare una cippa e che quelle da lui dette sono pure ed emerite cazzate. Quello che non capisco però, proprio dall'esempio che mi citi, in cui un politico giustifica atti violenti, è da che parte ritieni di stare. Perchè a queso punto, violenza per violenza, da che pulpito condideri buona quella dei manifestanti (che beninteso era indotta, manipolata, non veritiera e non rappresentativa della maggioranza, almeno questo è il mio pensiero) e non quella di "pacificatori" in nome della democrazia (termine distorto, non appropriato, non veritiero, ma termine che passa per vero ed accettato dalla maggioranza, anche da te).
    Non ritieni ci sia da parte tua un pregiudizio di fondo, per cui alcune azioni se vengono da una parte trovano giustificazione mentre se vengono da sponde diverse sono da condannare?
    Chi si mette realmente sul pulpito, chi stigmatizza alcune forme di violenza mentre ne accetta altre, o chi stigmatizza la violenza tout court? Tutti immagino, allo stesso modo, se è vero che ognuno ha pari dignità ed ogni opinione è accettatibile nei limiti concessi, dunque anche tu.
    Tu guardi la realtà, dici, e vedi che sfasciare e bruciare trova eco mediatica, dunque se ne parla, dunque raggiunge lo scopo. Non ti fermi a pensare che se ne parla nei termini sbagliati, che si parla d'altro e non di quello che è il problema di fondo, e non ti accorgi che anche tu, postando sul tema, contribuisci ad avallare il tutto (personalmente non ho postato nulla, te ne sarai accorto, ho solo partecipato in un paio di spazi alla discussione, dunque non mi pare di pontificare, anche se so che ti riferivi ad altri quando hai scritto quanto sopra).
    Guardare oltre, questo dovrebbe esser il compito di tutti, anche tuo. Invece ti fermi a guardare la cronaca e ad annotare che un dato comportamento fa audience: cacchio, anche Drive In, anche Amici, anche il Grande Fratello facevano e fanno audience, ma hanno fatto anche danni, banalizzando, lobotomizzando, massificando!

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  7. Quello che però mi stupisce di più, in te che sei un docente e ti occupi (fuori dal tuo campo) di materie filosofiche-politiche è non tenere conto del già vissuto. Non renderti conto che le dinamiche in cui si svolgono certe situazioni sono esattamente le stesse già avvenute anni addietro. Le stesse, non qualcosa di diverso, le stesse: disagio sociale, protesta, lotta, violenza, reazione, repressione (e aggiungo cambiamento della società secondo i propri disegni con il beneplacito di tutti). Le stesse, da sempre.
    E io dovrei continuare a credere che certe espressioni di lotta possono portare a qualcosa di concreto? Ma a cosa è servita la vostra esperienza, il '68, il '77, gli anni di piombo, le stragi e poi ancora, Genova. A cosa son serviti oltre a dare prestigio e fortuna ai pochi dirigenti di quelle proteste (Capanna, hanno riesumato pure Capanna in questi giorni!), gli unici che ci hanno guadagnato qualcosa? E gli altri, quelli confluiti nella lotta armata, quelli dei movimenti, repressi e bastonati, e quelli devastati dall'eroina anni '80 (io me la ricordo, io mi ricordo quanti ne ha fatti fuori, e non mi dire che sono altri argomenti, è sempre della stessa cosa che parliamo: lotta, reazione, repressione). E quelli figli del riflusso, come me, anni '80, anni di televisione e calcio e disimpegno politico? A cosa sono serviti quegli anni se oggi ci si ritrova punto e a capo, con chi quegli anni li ha vissuti a giustificare azioni che hanno già visto e sperimentato e constatato che non servono a una beata mazza? A nulla, sono serviti! E allora che vadano a prendere botte nelle piazze, che brucino qualche auto e che se la prendono con qualche poliziotto che non è messo meglio di loro (una settimana fa protestavano ad Arcore, anche loro). Che vadano, qualcuno forse tra trent'anni sarà ospite di qualche trasmissione a ricordare quanto "formidabili erano quegli anni", ed altri vivranno nel ricordo di aver vissuto di riflesso un '68. Non sarà cambiata una mazza in termini generali, ma vuoi mettere, aver vissuto un giorno da leoni?

    P.S.
    Perdona la lunghezza, ma è solo per un confronto, senza vene polemiche. In fondo i blog dovrebbero servire anche a questo, no?

    Un saluto.

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  8. @Rouge
    Sollevi molte questioni abbastanza distanti l'una dall'altra.
    Prima di tutto, non mi riferivo certo a te, come del resto hai convenuto, ma a Saviano ed anche a Fassino.
    Il primo punto riguarda il mio personale atteggiamento. Anche se non lo ripeto in ogni frase, ho chiaramente detto che la violenza non mi piace, ma so che è elemento essenziale della convivenza umana. Anche lo sterco non mi piace, ma ne ho a che fare ogni giorno, bisognerebbe farsene una ragione :-D
    Nel merito, sfaciare uno sportello Bancomat non è certo una cosa da condividere, ma non mi sembra che il destino dell'umanità dipende da azioni come queste.
    Il punto che intendo sottolineare, ma a questo punto temo di non esserci riuscito, è che dirottare l'attenzione mediatica verso la violenza è un'azione oggettivamente a favore del governo. Se me lo chiedono esplicitamente, io non esiterei un istante a rammaricarmi della violenza, non la condivido e non mi fa piacere, e penso anzi che dovremmo fare di tutto per minimizzarla, ma, come direbbe Totò, sono un uomo di mondo, e ho imparato dalla mia ormai ahimè lunga vita che la violenza ci sarà sempre ed è un atteggiamento infantile anche soltanto immaginare un mondo senza violenza.
    Altra cosa però è prendere la parola in un ambito pubblico al massimo grado come un quotidiano e centrare il mio intervento sulla violenza: questa cosa, sarò più esplicito, non solo è sbagliata, ma francamente ignobile. Essa implica una concezione della democrazia formale, per cui un parlamento, per quanto palese indegno sia, deve necessariamente rappresentarmi. Il punto che Saviano tralascia è che questi giovani "sono senza alternative": o si trasformano in escort e veline, in maneggioni servili pronti a qualunque nefandezza ti sia richiesta dal potente di turno, o devono tacere. La verità è che nessuno di questi soloni che stigmatizzano la violenza sa avanzare uno straccio di proposta alternativa. Personalmente, come mebro di questa generazione che ha prodotto questo sfascio, anche se senza responsabilità dirette, dico solo che bisogna lasciarli esprimere. (cont)

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  9. @Rouge
    L'altro punto riguarda l'analisi storica del post '68, e qui secondo me, tu prendi un grosso abbaglio, sposando la nota tesi che vuole che tutto sia naufragato per il carattere violento dei moti di quegli anni, facendo derivare le BR dai movimenti precedenti.
    Le cose sono molto più complesse, e qui sarebbe impossibile trattarle.
    Ti dirò soltanto telegraficamente ciò che io penso, senza sperare di argomentarlo, forse ci tornerò in altri post.
    Il '68, con la sua natura duplice, egualitaria da una parte e libertaria dall'altra, rappresenta l'estremo, a distanza di ben tre secoli, dello sviluppo dell'ideologia illuminista, ma, come è facilmente verificabile oggi, anche la sua fine. Scalfari esprimerebbe lo stesso concetto parlando di "fine della modernità". Mentre Scalfari se ne rammarica, io invece dico che era inevitabile dopo tre secoli, è un pensiero vecchio, facciamocene una ragione. Nel mio piccolo, con il mio libro e l'ideologia verde, dico che le parole d'ordine come libertà ed uguaglianza sono ormai consunte, inadeguate a salvare il mondo, e dovrebbero essere sostituite da solidarietà e sostenibilità.
    I capovolgimenti politici che si osservano nel corso degli anni settanta, dal loro inizio alla loro fine, dipendono da fattori fondamentali e non certo dalle scelte tattiche violenza - non violenza. Anche lì, come oggi, il primo nostro compito è capire e non giudicare (almeno aspettiamo di cpaire bene, prima!).
    Un'ultima notazione: tra me e Fassino c'è una differenza, io non giudico, nè giustifico (ma neanche condanno), Fassino invece giustifica le stragi in Afghanistan, le sposa esplicitamente.

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  10. Hai ragione su Saviano. Si é perso e vuole atteggiarsi dall'alto del suo pulpito a moralista e "padre" degli studenti.

    Dispiace, prometteva davvero bene. Magari si tratta solo un virus passeggero speriamo....

    Buon Natale Vincenzo
    Daniele

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