Come arcinoto, Berlusconi è l’unico politico che si sia sempre rifiutato di partecipare a un dibattito televisivo. Non ovviamente perché non voglia apparire in Tv, anzi ci tiene molto ad occupare con la sua faccia martoriata da interventi chirurgici di ogni tipo lo schermo televisivo. No, egli non ama il contraddittorio, a lui piace raccontare le sue barzellette e le sue storielle di pura fantasia fatte passare per verità in monologhi senza interruzioni e senza domande finali, e così si sceglie anche il conduttore che gli garba, quello che ha un atteggiamento sufficientemente deferente.
Bene, in questi giorni convulsi pre-fiducia, sono stati in molti ad imitarlo, partecipando sì a talk-show magri non compiacenti, ma adottando comunque la tattica del monologo. Se hanno la parola, continuano a parlare per tutto il tempo che credono, accusando il malcapitato conduttore che osasse interloquire, tentare di fermare questo incessante effluvio di parole, con “allora, lo dica che non mi si vuole fare parlare” e roba di questo genere. Se viceversa la parola ce l’ha qualcun altro, sovrapponendosi senza alcuna remora e seguitando anche quando è evidente che ai telespettatori sfugge ormai a seguito di tale sovrapposizione cosa viene detto.
E’ una questione ben nota nel liberalismo come la libertà di parola debba esprimersi all’interno di alcuni limiti, di regole ben precise. E’ poi anche una banale questione di buon senso e di buona educazione capire che ogni intervento vada fatto in tempi ragionevoli per permettere anche agli altri di dire la loro. In questo senso, il fatto che Berlusconi vada in TV a sproloquiare senza che altri possano interloquire è in fondo un fatto di carenza di educazione, è l’atteggiamento del narciso che ama esibirsi esattamente come ha programmato, impedendo ad altri di influenzare la sua immagine, magari demolendone la credibilità. Alla ricerca dell’ultimo voto per la fiducia, abbiamo visto Belpietro, Gasparri, Castelli, per citare solo quelli che ricordo con esattezza, decidere di fare questo salto verso il raggiungimento di una maggiore dose di maleducazione, mentre Bonaiuti è un vero maestro in questo da sempre.
Il risultato, che è poi quello sperato, è una trasmissione trasformata in un frastuono incomprensibile in cui di fatto si impedisce agli avversari politici come pure a giornalisti di dire la loro. Si è diffusa la voce che siano stati assoldati dei tenori e dei soprano nella propria squadra politica perché con la loro potente voce si sovrappongano più efficacemente.
E' come un rumore di fondo, che all'inizio da fastidio, ma poi l'orecchio si abitua. Loro lo sanno, ma noi?
RispondiEliminaIl berlusca non accetta il contradditorio perchè gli piace tantissimo il ruolo d'incantatore di dementi!
RispondiEliminaciao mirco
Come non darti ragione!
RispondiEliminaE ti dico, caro Vincenzo, che questo "parlarsi sopra" in cui erano maestri i pidiellini (citi Bonaiuti, OK: ma che dire di Stracquadanio??), evidentemente paga se anche gli altri schieramenti politici hanno iniziato ad adottare la medesima tattica maleducata che a me, spettatrice impotente, fa prudere le mani. Lo fanno alla grande Livia Turco (PD), Luca Barbareschi (FLI), Paolo Ferrero (PRC), Pancho Pardi e Donadi (IdV). Sono meno bravi (o semplicemente più civili?) gli esponenti dell'UDC. Siamo proprio in campagna elettorale, caro amico, dove - chi strilla più forte - piace e ha l'impressione di vincere.
RispondiEliminaVorrei che il narcisismo - che hai giustamente ricordato nel titolo - avesse l'epilogo del mito: innamorati solo di se stessi, e indifferenti a chi li circonda, potrebbero magari lasciarsi (politicamente) morire...