E’ proprio vero, le ultime novità lo confermano, il gruppo dirigente del PD ormai bada solo a sé stesso ed all’ossigeno a cui è costretto a ricorrere per potere ancora sopravvivere.
Ma un’autocritica mai, la capacità di apprendere dai propri errori totalmente assente.
Proviamo un po’ a riassumere. Il gruppo dirigente del PD, di fronte alla crisi del centrodestra, di fronte allo scontro Berlusconi-Fini, invece di sfruttarlo a proprio vantaggio tenendosi fuori dalla tenzone, si impelaga nel conflitto prendendo le parti di Fini: risultato scontato, diventa parte in causa, ma in funzione subalterna. I tempi della contesa li stabilisce ovviamente Fini, ma i costi della contesa se li becca anche il centrosinistra. Sarebbe stato un gioco da ragazzi gettare fango sull’intero centrodestra, chiedendo a viva voce elezioni subito. La tesi sarebbe stata quella che ci si aspetta da una vera opposizione: vogliamo candidarci alla guida della nazione, visto che il centrodestra, malgrado la sua vasta maggioranza, si è spaccato dimostrando di non saper governare.
E invece, che ti fanno costoro? Stanno a scassarci le pudenda da quasi un anno ormai col progetto del governo di emergenza, una specie di CLN di oggi. Nel mio piccolo, in una serie di post ho affrontato l’argomento partendo dalla constatazione ovvia che nell’attuale parlamento i numeri non ci sono. Qui, non si tratta quindi di stabilire se l’attuale legge elettorale vada riformata o no, non si può impostare una discussione sull’opportunità o meno di cambiare il porcellum, il problema per tutti coloro che non sono completamente ciechi è che non c’è la maggioranza necessaria, bisognerà farsene una ragione.
Ultimo episodio, la mozione di sfiducia non passa, Berlusconi si mette dunque a caccia di deputati secondo un copione che già gli riuscì in occasione della fiducia. I novelli terzopolisti fanno una cosa ovvia, si compattano per evitare emorragie, un’operazione ovvia nelle circostanze date. La blindatura inevitabilmente ha effetti anche sul versante opposto, quello in direzione del PD, e mai e poi mai questi potrebbero dichiarare alcun interesse a sinistra, pena smottamenti a destra.
La situazione sembrerebbe chiara, si andrà ad elezioni sempre più prossime con tre distinti cartelli elettorali, sinistra, centro e destra. Lo capiscono tutti che non v’è alternativa a questa ipotesi: non puoi allearti con chi non ti vuole. D’altra parte, se davvero si avesse un unico cartello anti-Berlusconi, si farebbe un favore enorme proprio allo stesso Berlusconi, consegnandoli chissà quanti voti potenzialmente in area centrista-FLI. La visione statica dei pacchetti elettorali è un errore palese, il voto di un determinato elettore a una determinata lista dipende dalle circostanze complessive in cui il voto viene effettivamente esercitato, non è un dato fisso, una proprietà di cui disporre a proprio piacimento.
Si dice che così Berlusconi riavrebbe la maggioranza alla Camera. Eppure, i sondaggi, per ciò che valgono, dicono che centrosinistra e centrodestra se la battono per pochi punti percentuali. Chiunque volesse davvero vincere le elezioni e governare, si compatterebbe a sinistra, farebbe le primarie per stabilire chi debba guidare la coalizione, e si lancerebbe in una campagna elettorale intensa ed appassionata per strappare quelle centinaia di migliaia di elettori che faranno la differenza.
Queste cose le capiscono perfino i dirigenti del PD, e quindi il loro rifiuto delle primarie, la determinazione ad allearsi ai terzopolisti, ha solo una ragione: impedire a Vendola di concorrere alla guida della coalizione, e potere così sopravvivere a sé stessi, sedendo naturalmente nei seggi dell’opposizione.
Purtroppo, non c’è alcun modo di sovvertire questo disegno vergognoso, dell’anteporre il proprio personale destino politico all’interesse del proprio elettorato, e quindi appare inevitabile andare incontro a una sconfitta abbastanza netta alla Camera, al Senato si vedrà, lì per Berlusconi e Lega sarà ben più complicato.
Dopodiché, quando sarà a tutti chiaro il disegno autoconservativo della dirigenza PD, allora avranno finito, si potranno mettere in pensione, forse, finalmente, in Italia, sorgerà un nuovo fronte politico, una nuova politica, perché quest’ostinazione dei dirigenti PD a difendere le proprie poltrone costituisce davvero l’ostacolo più grosso ad una nuova politica che sconfigga il fronte capitalistico-mafioso che spinge il mondo verso la catastrofe ambientale.
Arroganza, supponenza, idiozia, ma anche grande vigliaccheria. Mi spiace, non mi viene in mente altro per ora. Ciao.
RispondiEliminaun modo c'è vincenzo, ci sarebbe, ma... mah!
RispondiEliminaLasciamo ormai ogni speranza.....:(
RispondiEliminaHai ragione, Vincenzo. E chi di sinistra , avesse ancora ostinatamente creduto alo PD ormai deve perdere le speranze. Il PD è la vecchia DC fatta e sputata.
RispondiElimina"...una nuova politica che sconfigga il fronte capitalistico-mafioso"
RispondiEliminaEsatto, è questo il nodo centrale, non c'è una politica nuova, basata sull'ambiente, diritti civili, merito, solidarietà e comunicazione tra le classi sociali che possa traghettarci verso la possibilità di migliorare le cose.
Una politica dell'essere insomma e non dell'accumulare, di società e non di feudo, di interclasse e non oligarchica.
Non è facile, mannaggia alla miseria...
Un caro saluto, sei sempre illuminante