giovedì 18 novembre 2010

I RIFIUTI COME NEMESI DEL CAPITALISMO

I rifiuti a tonnellate nelle strade di Napoli non si possono più considerare soltanto il risultato nefasto di governanti incapaci e trafficoni. Non si può più valutarli come un ritardo dovuto ad inefficienza. Non si può più considerarli come l’emblema di una classe politica inetta, tutta impegnata da una parte a gestire gli equilibrismi della piccola tattica quotidiana, dall’altra ad obbedire supinamente alla grande finanza internazionale. Neanche questo è possibile, non è solo questione di un governo che non risolve i problemi collettivi, neanche quelli vitali dello smaltimento dei rifiuti, non è neanche la dabbenaggine degli amministratori locali, anche appartenenti al centrosinistra. Qui, abbiamo la dimostrazione dimostrata di come nulla funzioni più. L’inceneritore di Acerra che, sotto il velo del mistero più fitto, funziona al più a ritmo ridotto e a singhiozzo, le discariche percolano inquinando con metalli pesanti le falde acquifere, e non se ne riesce ad individuare di alternative. Ma soprattutto queste popolazioni vocianti ed inconcludenti non si possono più sopportare neanche loro. So bene che le responsabilità vanno ben distinte, ma non si può dopo anni che il problema è lì sempre sul punto di scoppiare non riuscire ad elaborare anche autonomamente uno straccio di ipotesi alternativa.

Il sacchetto di spazzatura quotidiana lo producono tutti, ognuno pretende di allontanare da sé i propri rifiuti aspettando l’intervento provvidenziale dall’esterno, ma nessuno, dico proprio nessuno, che prenda minimamente in considerazione l’ipotesi di ridurre drasticamente la stessa produzione dei rifiuti. Eppure, a me sembrerebbe un ovvio modo di facilitare il problema del successivo smaltimento, sarò un pazzo? Io dico, come è possibile convivere con la spazzatura che ti ritrovi sotto gli occhi e tra i piedi ogni volta che esci in strada?

Abbiamo messo in atto un meccanismo socio-economico che mi da’ i mezzi per produrre i rifiuti, ma non quelli per smaltirli, che genere di folle meccanismo è questo?

Nel frattempo, Fini vuole sfiduciare Berlusconi, ma non Bondi perché Bocchino dice che puntando al bersaglio grosso, non possono farsi distrarre da quello piccolo. Onorevole Bocchino, ma non si vergogna di dire queste cose? Non si dovrebbe sfiduciare o non sfiduciare Bondi sulla base di un giudizio ponderato sul merito dei suoi atti ministeriali? Che forma di perversione politica è quella che trascura la sostanza dei problemi, trasformando tutto in un meccanismo puramente tattico? Ma soprattutto, può la politica concentrarsi sui propri equilibri interni, ignorando ormai del tutto (non ci sono neanche più dichiarazioni dei ministri interessati) i problemi reali e drammatici con cui la nazione tutta ormai si viene a confrontare?

Per me, questa dei rifiuti è la vera nemesi di un sistema politico ormai del tutto deresponsabilizzante, tutti vittima dei problemi da appioppare ad altri. Il governo non viene sfiduciato perché non è in grado di smaltire i rifiuti, non lo è il governatore campano, e giù nessuno dei sindaci dei luoghi coinvolti. E infine, la popolazione non fa eccezione, in attesa messianica di una soluzione indolore, che riguardi altri, e che permetta loro di continuare nel modo irresponsabile con cui si è sempre comportata.

E’ la nemesi dello stesso capitalismo, che per la crescita ininterrotta di cui ha vitale bisogno, produce sempre più merci, e queste si vendicano rendendoci la vita impossibile. Moriremo tutti sommersi dai nostri stessi rifiuti, e lo faremo in stile Titanic, fino algiorno prima producendo i nostri propri rifiuti e pretendendo una soluzione che nessuno vuole o sa dare.

4 commenti:

  1. Alcune idee sono state avanzate come: eliminare gli imballaggi alla fonte e vendere quindi prodotti sfusi che i cittadini dovrebbero acquistare a peso, ma metti la comodità di avere le confezioni già pronte da buttare quando non servono più.
    Ci vorrebbe una educazione capillare e soprattutto maggiore coerenza riguardo alle strategie intraprese.

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  2. Viviamo un sistema che DEVE produrre rifiuti, perchè il rifiuto vuol dire nuovo prodotto desiderato ed acquistato, ma che porta con sè già il suo essere rifiuto, pronto ad essere smaltito con il sopravvento del nuovo oggetto del desiderio. E' un circolo vizioso distrutivo.

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  3. @Paola
    In un altro post, ho parlato degli imballaggi, avanzando la soluzione, che non mi pare neanche così originale, del disincentivo fiscale, ma mi sembra di predicare nel deserto...

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  4. @Ramingo
    Sì, lessi anche che un sistema simile di consumo vale perfino per il mondo simbolico, idee che si consumano nel breve volgere di poche settimane, pronte per essere soppiantate da altre idee. Le nostre stesse opinioni corrono dietro alle mode momentanee. Tempo fa, scrissi un post dedicato alla sindrome del "bunga bunga", entrata a furor di popolo nel breve volgere di poche ore.

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