E quindi Schifani insorge contro la violazione del Senato, questo santuario istituzionale che mai prima d’ora era stato violato da presenze estranee non invitate. Lo sdegno si solleva da tanta parte della stampa, che tende a interpretare questo episodio come una violazione stessa del quadro costituzionale.
Ora, dirò subito che in sé lo spettacolo di organi legislativi in mano a manifestanti non è entusiasmante. Credo che tutti coloro che come me credono nella costituzione, anche non condividendone tanta parte, perché la considerano un compromesso prezioso, vorrebbero poter rispettare il Parlamento ed il significato anche simbolico che essi rivestono in una democrazia. Di fronte a questo episodio, sorgono subito due distinte questioni.
La prima è se non debbano essere gli stessi parlamentari a difendere la dignità delle Camere. Dopo l’osceno rifiuto all’utilizzo delle intercettazioni nel caso Cosentino, diventa pressoché impossibile avere rispetto verso cotanti rappresentanti.
La seconda riguarda la definizione delle responsabilità di quanto accaduto, se davvero essa vada ascritta ai manifestanti. In una democrazia rappresentativa, il ruolo del cittadino non si può esaurire nell’atto di infilare periodicamente una scheda in un’urna, deve esistere una dinamica di scambio tra i rappresentati ed i rappresentanti. Lo stesso osceno meccanismo elettorale e l’evidente atteggiamento di distacco dalle opinioni che si manifestano nella società tende oggi a rendere questo rapporto sempre più conflittuale. Si può davvero in questo clima interpretare il gesto degli studenti come un attacco all’ordinamento costituzionale, o non si dovrebbe piuttosto considerarlo come un tentativo per quanto non ortodosso di stimolare una maggiore democrazia? Il tentativo degli studenti aveva cioè una sua legittimità, e forse sarebbe necessario richiamare piuttosto le responsabilità delle forze dell’ordine e quindi dello stesso governo nel non riuscire a garantire questa così tanto invocata inviolabilità dei luoghi simbolici dell’ordinamento costituzionale. Gli studenti, in definitiva, hanno soltanto sottolineato una delle carenze del “governo del fare“ del fare, sia chiaro, propaganda menzognera, come si determinano e si verificano giorno per giorno.
Infine, l’episodio di ieri, assieme a tanti altri che si verificano sempre più spesso, richiama in primo piano il significato del conflitto che nel “politically correct” non trova spazio. Il conflitto politico secondo questa pseudosinistra, tipicamente alla Veltroni, non deve esistere perché secondo questa tesi la politica dovrebbe essere soltanto un luogo di confronto di idee. Così, anche fischiare alle parole del Bonanni di turno non è più una legittima forma di manifestazione di dissenso, di disvelamento della miseria di chi vende la propria organizzazione sindacale al padrone, ma addirittura la spia di un atteggiamento di intolleranza per opinioni differenti dalla tua.
Non sono passati troppi decenni da quando era ovvio che la politica è anche, se non soprattutto, luogo di conflitto tra interessi contrapposti e tra loro incompatibili. Riprendere questo aspetto essenziale nella pratica politica è a mio parere un passo importante per riportare la politica al suo giusto posto.
Vincenzo, commento con le parole che usato nel mio post. A me, quella manifestazione davanti alle porte del Senato è parsa l'atto simbolico di un voler essere parte attiva delle decisioni che vengono prese in palazzi inaccessibili e sordi a qualunque voce.
RispondiEliminaSono anch'io d'accordo con Ramingo.
RispondiEliminaCaro Vincenzo, qui come bene scrivi tu, non esiste più una opposizione, in pratica non esiste chi si occupi "veramente" del popolo, dei giovani, del mondo del lavoro, ecc... ecc...
Bonanni è un altro essere venduto. Ma chi difende i nostri interessi, in tutto questo marasma?
Si deve continuare a lasciare fare? Anzi a NON FARE?
Credo che il “politically correct” rischi, in una situazione di degrado, di sfascio, come quella italiana, possa rappresentare il solito lassismo.
Ciao ti auguro una buona serata!
Lara
Come ha scritto Michele Serra su " Repubblica" tra giacere in un cinismo rassegnato e rispondere ad una passione non si può che scegliere la seconda. Quel gesto è dei giovani. a noi non resta che dire: " State attenti a non farvi male"
RispondiEliminaBeh, era ora che, in un modo o in un altro, si manifestasse un moto di ribellione! E che questo moto di ribellione parta proprio dai giovani lo trovo di buon auspicio per il futuro.
RispondiEliminala passione è esplosiva, la rabbia anche e poi hanno tirato solo uova.... ecco anche io dico solo: "state attenti a non farvi male"
RispondiEliminaNon ho visto niente di nuovo... sarà l'età...
RispondiEliminaAncora una volta una mobilitazione di giovani non a favore ma contro qualcosa e quindi conservatrice.... e poi non mi sono piaciuti i lanci di uova e certi atteggiamenti "aggressivi" ...
E poi non facciamoci illusioni i giovani da sempre sono elettoralmente "centristi"
a questi giovani preferisco quelli che si dedicano senza tanto clamore al volontariato...
Per esperienza so che da tutto questo casino uscirà qualche consigliere regionale o parlamentare.... sono quelli che guidano le pecore alla rivolta...
Mi andava di dirlo e l'ho detto...
mirco
Per fortuna hanno tirato solo uova. Qualcuno voleva le molotov?. la polizia invece è stata beno gentile. c'erano ragazzi manganellati e con il sangue in testa. non so se i ragazzi sono centristi. Credo che siano contro questo governo e questo è almeno il primo passo. liberarci di Berlusconi. Per liberarci del berlusconismo ci vorrà un po' di più e solo dopo che lui sarà stato allontanato
RispondiEliminaGli scontri erano inevitabili dopo che in passato le manifestazioni degli studenti sono e continuano ad essere inascoltate dagli organi competenti. Eppure la politica serve a questo, a confrontarsi.
RispondiEliminaP.S. vorrei proporti uno scambio link se sei da'accordo contattami.
[Re]write di Giovanni Greco
http://www.giovannigreco.eu
@Ramingo
RispondiEliminaSì, mi pare lo stesso concetto che tentavo di esprimere quando dicevo che una democrazia rappresentativa deve mantenere un rapporto dinamico con forme di democrazia diretta.
@Lara
RispondiEliminaDobbiamo guardare con interesse a queste manifestazioni: anche in questa situazione di estrema difficoltà, la speranza è necessaria.
@Antonella
RispondiEliminaMi piace questo atteggiamento dell'"attenti a non farvi male". Però, in questa lotta Berlusconi c'entra ben poco: è di ieri la dichiarazione entusiasta di Fini sul DDL Gelmini. Sarà berlusconismo? Non so, a me pare che sia un concetto che confonda più di quanto non chiarisca.
@Ornella
RispondiEliminaSiamo tutti con loro :)
@Zefirina
RispondiEliminaE' la loro ora, o almeno me lo auguro, non ne posso più della gerontocrazia dei miei coetanei.
@Mirco
RispondiEliminaIl tipico pessimismo dei grandi umoristi: io invece credo nel conflitto. Non importa cosa soggettivamente essi pensino, è il conflitto stesso che è creativo e positivo.
@Giovanni
RispondiEliminaScusami la mia franchezza, ma io sono contrario a questi scambi. Il tuo blog è interessante (l'ho visitato) e sicuramente lo seguirò, ma non pretendo nulla in cambio :)