mercoledì 17 giugno 2009

LA SINISTRA PIU' A SINISTRA

Pongo qui una domanda a tutti coloro che si considerano di sinistra, di una sinistra che non si identifica nel PD e neanche nell’IDV. La domanda è la seguente:

“La volontà di vedersi rappresentati nel Parlamento, a quale finalità è rivolta? E’ rivolta a un bisogno di semplice testimonianza, oppure a un’aspirazione a governare questo paese, a permettere a questo paese di attuare quei provvedimenti legislativi che possono concorrere a migliorare le condizioni di vita degli ultimi, dei più poveri, degli esclusi?”

Se la risposta fosse la prima, allora ci si potrebbe chiedere se la presenza in Parlamento sia davvero così indispensabile, se un’opera di testimonianza non possa espletarsi, forse perfino con maggiore efficacia, fuori dal Parlamento.

Se la risposta fosse la seconda, allora bisognerebbe avere una strategia che possa prospettare un’ipotesi di governo. In quest’ultimo caso, si dovrebbe cioè avere chiaro se si immagina di andare al governo assieme al PD e all’IDV, oppure da soli. Così, il giudizio su queste formazioni politiche è essenziale: sono forze sostanzialmente progressiste, che bisogna stimolare ed indirizzare verso politiche appropriate, oppure si tratta di formazioni su cui non bisogna contare, perché inevitabilmente portatrici di una politica che non potrà assumere in alcun caso caratteristiche di sinistra? Per chi insomma privilegia il momento elettorale, e quindi l’essere rappresentati in Parlamento, deve essere sin dall’inizio chiaro se si vuole governare, e in quale tipo di governo essere presenti.

Lasciando per ora da parte l’IDV per la sua comunque tuttora modesta consistenza numerica, il problema chiave mi pare l’atteggiamento verso il PD. Credo che sia difficile trovare qualcuno che esprima un giudizio più critico verso il PD di me. La mia opinione è che dentro il PD c’è davvero poco da recuperare. La vicenda della “maggioranza bulgara” nell’Assemblea Nazionale contro il congresso subito, a seguito delle dimissioni di Veltroni, mi ha definitivamente convinto che il virus contratto dal PD sin dalla sua fondazione ha contagiato anche i quadri intermedi, che risultano ostaggio dei loro dirigenti. Per questo, mi prefiggo, nel mio piccolo, di distruggere questa formazione politica, sperando così di liberare energie potenzialmente positive indirizzandole verso finalità adeguate.

Ciò che invece mi sembra strano è un certo atteggiamento che definirò minoritario, e che consiste nel dare per scontato che il PD rimarrà in ogni caso vivo e forza maggioritaria dell’opposizione, e tenta di ritagliarsi una sua nicchia politica, senza alcuna speranza reale di cambiare alcunché in questa società. Essere minoritari cioè non dipende da quanti consensi si ottengono, o da quanti applausi si raccolgono, ma dalla prospettiva in cui ci si colloca. Delle due l’una: o si vuole distruggere il PD o ci si vuole quanto meno alleare con esso, tertium non datur per chi non vi aderisce.

E veniamo quindi all’ultimo punto. Ho potuto leggere le critiche feroci verso le dichiarazioni rilasciate da Bertinotti, che adombrava un unico partito di opposizione. Io non sono d’accordo con lui, ma chi è contrario si pone la prospettiva di sostituire il PD alla guida dell’opposizione? Io credo di no, credo che in questa direzione non vengono neanche coltivate speranze. In caso contrario, se ci si ponesse in una prospettiva maggioritaria, non ci si schiererebbe contro il sì al referendum.

Allora, dico io, se comunque ci farò i conti col maggior partito di opposizione, posso tuttavia dissentire con l’opinione di Bertinotti, ma non scandalizzarmi, parlando di svendita e roba simile. Sarebbe davvero interessante conoscere che opinioni si abbiano in quest’area politica sulle esperienze di governo di centro-sinistra, interessante e decisivo per capire in che direzione andare. E’ stata la svendita della sinistra, o è stata una esperienza interessante che dovrebbe suggerire una minore intransigenza? Credo che tra tanti motivi che portano alla polverizzazione di quest’area politica ci sia anche l’incapacità a fare i conti con i propri errori.

Io, come ripetutamente ho già scritto, voterò sì al referendum, non per lasciare il monopolio dell’opposizione al PD, ma per cambiare una legge elettorale oscena e che a mio parere qualifica questo paese come già fuori dalle democrazie. Le cose che contano non avvengono già da un pezzo in un Parlamento di nominati e di tanti pregiudicati. Le cose che contano avvengono nelle TV, un argomento anche questo su cui mi sono ripetutamente espresso. O qui si riesce ad intervenire culturalmente in questa società, oppure avere un paio di parlamentari non cambierà proprio niente.

In Parlamento diventa fondamentale andare soltanto quando si diventa maggioranza di questo paese, o consistente opposizione, negli altri casi gli interessi di promozione personale si mescolano inesplicabilmente con gli interessi propriamente politici.

Io spero, in conclusione, che queste riflessioni le facciano tutti, perché, in assenza di chiarezza su questi aspetti, le scelte politiche rischiano di assumere connotazioni viscerali invece che razionali.

28 commenti:

  1. Non commento in merito al tuo post ma stanotte ho fatto un sogno. Assistevo alla nascita di un nuovo partito di opposizione al PdL.Il nome?
    POPOLO DELLA SINISTRA e ho pensato, sempre nel sogno, alla possibilità che molti elettori dell'altro P. commettessero un errore al momento di esprimere il proprio voto.
    Però alle 5 a.m. improvvisamente mi sono svegliato: stavo cadendo dal letto.

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  2. In effetti c'è parecchia confusione in giro e non parlo solo del popolo votante. Certe riflessioni andrebbero fatte seriamente anche dai dirigenti di partito e compagnia bella.

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  3. Il partito democratico è una formazione su cui non bisogna contare, perché inevitabilmente portatrice di una politica che non potrà assumere in alcun caso caratteristiche di sinistra.
    Per il resto ho un dilemma: cosa conta votare ad un referendum quando poi fanno una legge fra tre o quattro anni che rivoluziona la decisione referendaria?

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  4. Mi sembra la tua una riflessione giusta e le problematiche che poni degne di essere ampiamente dibattute. Mi schiero con il PD, perchè partecipando, soprattutto a Venezia, al dibattito elettorale per la Provincia, mi rendo conto che è in atto un grosso impegno da parte della base e dei giovani democratici veneziani per rinnovare e cambiare...si discute, ci si confronta e si propone...sicuramente qualcosa di buono deve uscire.

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  5. Rispondo al precedentemente commento.
    No, non sono pazzi.Non sono la norma.
    Sono politicanti. ;)

    Ho replicato nel mio blog...e poi ho pensato...non è che mi arrestano ora!?!? eheheh
    E forse mi ripeto ma: Spianare e ricostruire.
    Questo si deve fare.

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  6. Io comunque, in mezzo a tutte queste incertezze, voterò si , anche se non servirà perchè penso che il referendum sarà invalidato a causa dei tanti che si asterranno.

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  7. mi sembra un atteggiamento più che sano quello di porsi di fronte a scelte politiche riflettendo a fondo; ma la tendenza generale purtroppo non è quella che tu auspichi. oltre a prevedere forte astensionismo, e partecipazione solo da parte degli elettori chiamati alle urne per il ballottaggio, del referendum si sta parlando poco e niente, e mi pare che regni incontrastata molta confusione.
    a presto

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  8. @Aldo
    Cavolo, sei veramente una forza, ora hai trasformato il tutto in un sogno :-D

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  9. @Angelo azzurro
    Già, io che non divinizzo la logica, come dico nel mio libro, pure credo che almeno un pochino bisognerebbe aggiungere al mondo della politica...

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  10. @Antonella
    Io sono anche più pessimista di te, penso che non si raggiungerà il quorum, ma deporrò lo stesso il mio sì nell'urna, perchè credo che a volte i nostri atti possano assumere un valore simbolico importante.

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  11. @la signora in rosso
    Non posso che farti i miei auguri più sinceri. E' comunque importante che ciò che si dibatte e si decide a Venezia abbia però pure un riscontro significativo a livello nazionale: su questo, permettimi di mantenere le mie riserve.

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  12. @Guernica
    Che dirti? A fare il moderato io, ci sto davvero male, ma sarebbe comunque importante, prima di spianare, essere certi di ricostruire come si deve...

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  13. @kinnie51
    Sì, avere comunque un significativo numero di sì ha secondo me un valore simbolico che può trasformarsi in un vero e proprio valore politico.

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  14. @maria rosaria
    E' un momento di estrema confusione, ma ciò in sè non è detto che sia la cosa peggiore. Sembra che qualcosa comunque si muova: ho letto di un'altra "velina" che accusa B., le cose cambiano spesso nella storia senza che si riesca a capirne bene le dinamiche. L'importante è mantenere, anche in pochi, capacità critiche e lucidità mentale.

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  15. @Gio
    La democrazia per me in Italia è già bella e morta, nel momento che ci troviamo nella situazione in cui le regole vengono sistematicamente violate: vediamo se riesco a postare anche su questo prossimamente. In qualche modo, perfino l'IDV diventa un partito rivoluzionario nel suo porsi come difensore della legalità. Dire che difendere la legalità non è una politica, per me è sbagliato, perchè attuare le leggi e farle rispettare è in fondo la vera differenza tra democrazia e tirannide.

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  16. Io sono a sinistra della sinistra. Sono così a sinistra che un giorno ho paura di svegliarmi a destra. Ma per ora qui nell'angolo a sinistra vedo due cose:
    1 - la sinistra è minoranza nel Paese e può andare al Governo solo con compromessi politici che la snaturano e la mettono in crisi (che sia già successo?);
    2 - la sinistra (come entità politica) attualmente, suo malgrado, testimonia solo l'inesistenza della sinistra (intesa come movimento popolare) e non mi pare una testimonianza utile....
    Alla tua alternativa io ri-propongo l'invito al suicidio della sinistra italiana,
    Poi andremo a vedere chi piangerà al funerale e da quelle lacrime ripartiremo.
    Magari scendendo in piazza gridando "kill the poor"...
    Sussurri obliqui

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  17. @prog
    A me va benissimo: io propongo che la definizione di sinistra e destra non sia più basata sulla contrapposizione tra uguaglianza e libertà, ma piuttosto sulla contrapposizione tra società (teorie comunitariste) e individuo (teorie liberali). Sostanzialmente, in filosofia politica, le teorie vengono classificate così. Il punto è: chi è pronto a questi cambiamenti?

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  18. Anche io non ci sto bene nei pani del moderato...
    Certo!
    Spianare, ma non senza un piano ricostruttivo stilato per filo e per segno!!

    Buona giornata!

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  19. Purtroppo sono politicamente estinto. :-(

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  20. La "Sinistra" con la S maiuscola è defunta tanto tempo fa e dobbiamo ascriverne il merito a coloro che sono ancora lì a riscaldare i vetusti scranni foderati di velluto rosso. Che sia per questo che non si schiodano? o solo perchè non sanno nemmeno più riconoscere i propri errori! E' una vergogna essere rappresentati da questi "capipopolo" inborghesiti, annacquati da acquesantiere, collusi col padronato tanto da essere stati , con la Bicamerale, il trampolino di lancio di Sua Signoria.
    Scusa lo sfogo. Un caro saluto a chi ogni mattina viene a visitarmi. Grazie

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  21. @leningrad
    Non ci credo, politicamente silente magari, ma prima o poi... :)

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  22. @Catone
    Se la caduta di B. arriverà a compimento, come mi auguro, bisognerà fare attenzione a non peremttere ai vari baffini della politica italiana di usarla a loro favore.
    Vengo a trovarti perchè fornisci informazioni per me preziose, diciamo che ne approfitto :-d

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  23. Incredibile come il concetto di militanza stretta (nella pancia della società) sia stato letteralmente rubato dai leghisti (per i loro capolavori squisitamente elettorali) quando quel concetto io, di stretta militanza di sinistra, l'avevo fortemente vissuto nella società e nella fabbrica. Chi l'ha perso per strada. Gente che di mestiere ha sempre fatto il leader più o meno carismatico, nel Pci, in Dp, fino a Rif. Com e (inconsistemente mistificatorio) nel Pd. Per governare bisogna realmente conoscere i dati della società in profondo: un'arma doveva essere quella militanza, a prescindere anche dall'ideologia. Infatti, quando il centrosinistra insieme alla sinistra radicale è andato al governo, ha fallito proprio per l'ignoranza dei dati, e siccome il centrosinistra che da sempre è permeato da poco logici idealismi, ha voluto giocare agli specchi deformanti che la destra ha prodotto da sempre, imitandola maldestramente, oggi ci ritroviamo a chiederci il perché non siamo al governo o se, giustamente, come scrivi tu, ci poniamo almeno quell'interrogativo.
    Io non voterò al referendum poiché, per come è nato, per chi l'ha progettato, per chome si pongono tutte le forze politiche rappresentate in parlamento, per l'impari lotta, né un si né un no, cambieranno lo stato delle cose.
    Complimenti per l'articolo, che mi piace per lo spirito sentito con cui l'hai scritto.

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  24. Ciao Vincenzo
    sul mio blog c'è una rubrica sui commenti dei lettori, vieni a vedere di che si tratta, c'è anche il tuo.

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  25. @Riverinflood
    Il punto è: si può essere militanti senza un'ideologia? Nella società della TV io credo di no, si finisce come gli altri, come la stragrande maggioranza della società, per vivere nel mondo simbolico preconfezionato dalla TV.
    Grazie per il commento articolato e per il tuo giudizio, a cui tengo molto.

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  26. @Andrew
    Avevo già letto, vi seguo con grande interesse. Ti ringrazio naturalmente per la citazione.

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  27. Ciao Vincenzo grazie di essere passato, a riguardo del referendum, in parte, la penso in modo diverso ma sono convinto anche io che non si raggiungerà il quorum ...... ma fosse anche il contrario il problema non è quello e neanche del si e del no ......
    ripassero' a trovarti.......

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  28. @Bruno
    Grazie della visita: è come dici tu, e secondo me, proprio dopo il 22 ne vedremo delle belle!

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