venerdì 20 marzo 2009

SINISTRA E DESTRA

Molti, leggendo il titolo di questo post, sarebbero tentati dal riportare il testo della famosa canzone di Gaber, dedicata a questo argomento.
Ma, seriamente, ci si potrebbe porre il problema di cosa sia nel 2009 la sinistra, cosa divide in maniera inequivocabile sinistra e destra. Qui, io citerei due differenti criteri.
Il primo considera la sinistra progressista di fronte a una destra conservatrice. Questo primo criterio mi pare stia stretto alla destra, che nell’attualità politica ha svariate volte accusato la sinistra di essere lei la conservatrice.
Un secondo criterio consisterebbe nella differente distribuzione delle risorse, più egualitaria per la sinistra, più diversificata per la destra.
Devo ammettere che questo secondo criterio appare più univoco. Tutti ci aspettiamo che tramite una più accentuata progressività delle aliquote fiscali ed altri atti politici la sinistra attenui la spontanea tendenza dei redditi a divaricarsi.
Il primo criterio invece fa sorgere il problema di stabilire cosa sia il progresso. La definizione più immediata, che farebbe coincidere il progresso con la crescita economica, con l’aumento del PIL, non contenta tutti. Molti, che si guardano bene dall’adorare il PIL, pur tuttavia, si definirebbero progressisti, intendendo quindi progresso in un senso più sfumato e più generale nello stesso tempo. Detto schematicamente, il concetto di progresso sottintende una storia dell’umanità immaginata come una freccia, e quindi caratterizzata da una direzione e da un senso. Questo significa anche dare per scontato che gli uomini hanno di fronte a loro una via che possa migliorare la loro vita. Ciò che è interessante, ma che non si può approfondire qui, è che quindi il concetto di progresso implica anche quello di insoddisfazione. Se dunque il progresso dell’umanità fosse inarrestabile, paradossalmente anche l’insoddisfazione sarebbe invincibile.

4 commenti:

  1. Mi pare che il ragionamento finale non faccia una grinza!
    Rassegnamoci dunque ad essere degli eterni insoddisfatti ( come genere umano) in nome del progresso!

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  2. Mi sembra però, che il discorso sulla insoddisfazione nonostante il progresso, sia un problema individuale. Cioè, in una società progredita, gli individui sono perennemente insoddisfatti,perché questo fa parte della natura umana; ma l'intera società non sarebbe invece illuminata dal progresso?

    Ciao,
    Lara

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  3. Il punto è stabilire se è una carattersitica innata della specie umana alenare al progresso, oppure se si tratta soltanto dell'effetto di una specifica cultura. Questa seconda ipotesi sembra essere confermata da osservazioni etnologiche su tribù che hanno mantenuto pressochè invariati i loro modi di vita e di produzione per almeno conque secoli. Il dubbio è comunque lecito, no?
    Per questo, direi ad angelo azzurro che potrebbe non essere un destino ineluttabile del genere umano.
    Lisa, sai che esiste un detto che suona così: "Il meglio è nemico del bene". Io interpreto questo detto come l'alienazione dal presente in vista appunto di un futuro luminoso. Non è meglio godersi il presente con i suoi limiti inevitabili?

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  4. é un concetto interessante.. a dir la verità non avevo mai pensato a questo rapporto.. ma devo ammettere che mi convince.. del resto il progresso è qualcosa a cui l'uomo tende senza poter mettere freni.. per cui dovremo abituarci ad essere insodisfatti!

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