Oggi vorrei tornare sull’antiberlusconismo, che per me rimane un aspetto della generale tendenza minoritaria dell’opposizione in politica. Mi sono deciso a tornare sulla questione leggendo una specie di analisi psicologica su Berlusconi.
Per me, chi si candida alla direzione del paese, si deve qualificare in base alle cose che propone di fare, e non per essere contro qualcuno e qualcosa: perfino proclamare la difesa pura e semplice della democrazia non può funzionare da nucleo di aggregazione se non si articola in un progetto coerente. Allora, sul personaggio, nulla da dire, nessuno più di me potrebbe dirne il peggio. Una volta Ghezzi, quello di “Fuori Orario”, ebbe a dire che la differenza più significativa tra il centro-sinistra e Berlusconi era di tipo estetico. Io continuo a pensarla come lui: Berlusconi è una persona oscena, raccoglie in sé le peggiori caratteristiche dell’italiano, o meglio, la parte delle caratteristiche che più ci distinguono dagli altri europei, e quindi vanno a costituire il clichè dell’italiano medio che si sono costruiti all’estero. La sensazione che mi provoca la sua apparizione sullo schermo televisivo è immediatamente sgradevole, davvero non trovo nulla di gradevole nella sua persona, già, direi, nell’espressività facciale. Detto ciò, sarebbe ora che ci dicessimo la verità, e cioè che, almeno fino alle ultime elezioni, la politica praticata dal centrodestra e dal centrosinistra erano pressoché indistinguibili. La politica già da tempo, certamente almeno dalla caduta del muro di Berlino, è diventato un puro e semplice esercizio di potere. Attorno ai politici si è costruito un robusto e impenetrabile gruppo di potere, costituto da imprenditori e finanzieri, dal giornalismo quasi al completo, e perfino da magistrati. Gli unici che sono esclusi da questo circolo esclusivo sono la generalità dei cittadini, trattati da questo punto di vista come sudditi. Il patto sociale indicato come l’origine della costituzione dell’autorità statale trova il suo fondamento nella difesa dei deboli: i forti, i potenti non hanno mai avuto bisogno dello stato, da forti, erano in grado di difendersi da sé. Lo stato trova il fondamento stesso della sua costituzione nella sua vocazione a difendere i più deboli. Oggi, quando si prospetta un conflitto tra un entità più debole e una più forte, qual è il ruolo svolto dallo stato? Ognuno di noi, nella sua vita quotidiana ha sperimentato sulla propria pelle quanto sia indifeso di fronte ad esempio a un fornitore di servizi, erogati da banche, assicurazioni, ENEL, TIM, Vodafone, tanto per citarne alcuni. Regolare questi conflitti è proprio lo scopo più tipico di uno stato, e sono regolazioni a costo zero: solo una volontà pervicace di stare dalla parte dei potenti ha potuto permettere che tutti i governi non siano intervenuti su queste questioni: poi scopriamo tutto quello che è successo a proposito di UNIPOL e comprendiamo perché neanche il centrosinistra fosse interessato ad intervenire in materia.
Oggi certo, c’è un problema in più, che è costituito più dalla Lega Nord che da Berlusconi. La Lega Nord è difatti, a mio parere, l’unica formazione politica coerentemente ideologica della politica italiana, e il suo disegno politico è apertamente autoritario. Berlusconi, come tutti i mediocri megalomani, si è circondato di un ceto politico mediocre, se non apertamente scadente: basti elencare la Gelmini, i Gasparri, i Bocchino, i Quagliarello, i Bonaiuti, e tanti altri (l’elenco sarebbe lunghissimo). Il risultato è che nessuno tra i suoi osa contraddirlo, lo assecondano pedissequamente, ma in tal modo, egli è terribilmente solo, solo col suo smisurato narcisismo. La Lega invece non teme di contraddirlo, forte del suo radicamento sul territorio, ed anzi gli impone i suoi temi e la sua tempistica politica. Secondo me, oggi governa più la Lega più di quanto non faccia Berlusconi. Cosa fare allora? Bisogna costituire una nuova ideologia che si possa opporre a quella dominante: questo sito è dedicato proprio a questo specifico compito, a cui ho già dedicato il libro che vedete pubblicizzato sul mio profilo: se non troverete citata musica, film o romanzi qui, è proprio perché non considero questo blog personale.
Questa riprecisazione è opportuna, dopo che i primi post sono già diventati vecchi per i tempi di questo mezzo di comunicazione. Ritornerò ancora sull’argomento, siate pazienti con me, sono anziano…eheheh.
NonUnaDiMeno
4 ore fa
la mia posta la leggo direttamente da libero, non so esattamente per quale ragione con vista outlook non mi funziona. Precisazione utile per segnalare che sono costretta ad aprire un sito che altrimenti mi guarderei bene dal guardare. Oggi campeggia una foto con il silviastro incollato accanto ad altri big boss. Preso di profilo è incredibile la somiglianza con Benito. Ma c'è di più. Traspare in lui una volgarità che forse benito non aveva. E con questo basta parlare del silviastro e dei suoi compari.
RispondiEliminaPrecisa la tua analisi, mi trova d'accordo. Occorre costruire un programma ben preciso, litigare di meno, per quanto i dissensi siano costruttivi. Cari politici, prendete un foglio A4 e tracciate dei punti chiari, non siate troppo generici, altrimenti ognuno tenderà ad interpretarli alla propria maniera. Insomma, per dio, lavorate seriamente. Siete profumatamente pagati da tutti noi, questo territorio è anche vostro e dei vostri figli e nipoti. Siate seri una volta tanto.
Non sono certo che tu ed io siamo così d'accordo, ma soprattutto sei la sola ad avermi degnato di un commento...faremo un programma personalizzato...eheheh
RispondiEliminaHo letto con attenzione, ma a questo punto attendo anche il continuo... noi blogger sappiamo attendere... :)
RispondiEliminaTi ringrazio dell'attenzione. Purtroppo, la gestione di questo blog è piuttosto complessa: riuscire a riportare alcune idee guida del mio libro senza riscriverlo qui. Avevo provato all'inzio, ma mi sono arreso. Ho preferito in questa fase privilegiare un certo intreccio con l'attualità politica. rimango dell'opinione che leggere il libro è la migliore soluzione...eheheh
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