domenica 8 marzo 2009

IL MIO OTTO MARZO

Uno spunto di riflessione alle donne, proprio l’otto marzo.
E’ meglio sottolineare o minimizzare le differenze tra i sessi?
La cosiddetta liberazione delle donne può semplicemente ridursi all’emancipazione delle donne? O non si può verificare addirittura l’opposto, e cioè che l’emancipazione delle donne possa contrastare la liberazione delle donne?
Quello cioè di cui io dubito è che l’equiparazione delle donne agli uomini possa rischiare di tradursi in un’omologazione, quando avremmo tanto bisogno proprio dell’elemento femminile nella politica, nella società per cambiare positivamente il nostro modello di vita, fondamentalmente costruito invece sull’elemento maschile.
La questione è certo complessa, ma la enuncio in formato post.
E in ogni caso, vorrei mandare un affettuoso e sincero augurio a tutte le donne, a quelle belle e a quelle meno belle, a quelle giovani e a quelle meno giovani, a quelle gialle, a quelle rosse, a quelle nere, a quelle bianche, qualunque sia il colore dei loro occhi.

7 commenti:

  1. A proposito di equiparazione delle donne agli uomini. Per l'età che ho negli anni '70 ho fatto le manifestazioni femministe e quindi mi sento di risponderti in merito all'argomento trattato. E' vero in quel periodo avevamo bisogno che, abbandonate le catene della sottomissione, la nostra libertà passasse attraverso l'uguaglianza tra modello maschile e quello femminile. Negli anni, (almeno una parte di noi) ha sottolineato nuovamente le differenze di genere, riappropriandosi della femminilità e dello specifico della donna, che può passare anche attraverso il ricamo e il cioccolato con i pasticcini, ma che non cede ai ricatti sotterranei e mai acquietati dell'uomo.
    Purtroppo, sul treno della libertà ci siamo salite e siamo scese alla prima fermata, certe che il percorso fosse ormai tracciato e indelebile. Non è stato così, molte hanno abbandonato quasi subito e le generazioni successive hanno procreato nuovamente maschi e femmine ricompattati nei ranghi.
    C'è bisogno di riscendere in campo.
    Gli auguri che ci fai, da te li accetto con piacere. Luz

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  2. la parità di genere dovrebbe significare esaltare le differenze di genere non consentire l'appiattimento verso l'altro polo. Quello non è sicuramente emancipazione
    Sussurri obliqui

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  3. @progvolution
    Tradizionalmente, emancipazione è un termine che è stato utilizzato per il superamento di un "handicap". L'esempio forse più significativo è costituito dalla lotta per l'emancipazione dei neri d'america. Quello che io sostengo è che nel contesto del rapporto uomo-donna il termine emncipazione non sia appropriato: io sarei sempre per il termine liberazione.

    @Luz
    Se mi permetti, io ricostruirei la storia in modo leggermente differente. A me pare di ricordare che sin dall'inizio si pose l'alternativa tra liberazione ed emancipazione. Ricordo anzi che la liberazione era portata avanti dalle donne di quella che allora si definiva sinistra extraparlamentare, mentre l'emancipazione era sostenuta dal PCI.
    A un certo punto, il tema della liberazione sparì dalla discussione, senza che io abbia mai capito come sia potuto avvenire. Mi fa piacere riscontrare che tu e tante altre donne lo consideriate oggi attuale.

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  4. io non voglio essere uguali ad un uomo, voglio sentirmi simile nelle nostre diversità.

    oggi riflettevo sul fatto che se m i faranno lavorare fino a 65 anni, chi si occuperà dei miei vecchi???, o dei miei nipoti, e poi ma il mio doppio, triplo lavoro non viene considerato??? sono stanca, molto stanca e ancora una volta ci si chiede molto

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  5. Trovo sempre interessanti i tuoi post, Vincenzo.
    Una donna, a mio avviso, è una donna ed è grottesco che voglia equipararsi ad un uomo.
    L'elemento femminile è determinante nella società, purtroppo pochi lo riconoscono o lo danno per scontato.La donna andrebbe liberata da un giogo a cui è sottomessa da troppo tempo.
    Ma in questi due giorni mi è sembrato di capire che proprio noi donne non troviamo un punto in comune e ce ne stiamo lì a discriminare sulla mimosa, la festa, la commemorazione. Particolari importanti, ma c'è una marcata tendenza a voler cancellare l'8 marzo come adesione di tutte le donne a obiettivi comuni. Il mio dubbio: piangendo i morti, non è che ci scrolliamo di dosso la nostra responsabilità?
    Un caro saluto Vincenzo e scusa se mi sono dilungata :)

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  6. Dici delle cose interessanti,in parte sono d'accordo anch'io,lo vado ripetendo da tempo.E di tempo per continuare a rimarcarlo non ne ho più tantissimo.Ma ho sempre paura che dietro una cosa ovvia,condivisa,ci sia la fregatura:
    Volevamo la parità e ci hanno dato in mano badile e piccone,vogliamo esaltare le diversità le specificità e ci ritroviamo nel mondo di Barbi,o fra i fornelli,a discutere di cibi esotici,di filosofia del cibo e..poi per finire resettiamo casa piatti fornelli.Forse dovremmo fare autocritica e chiarirci bene le idee,da sole,senza i guru della comunicazione,pane acqua silenzio e solitudune assoluta oer qualche mese e poi se ne riparla.
    Quando inizio,mi è difficile fermarmi,ti prego di scusarmi e ..l'intento è anche prendermi un po in giro,da sola.

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  7. Vi ringrazio tutti per essere venuti a visitarmi, ma particolarmente le donne. Mi fa tanto piacere che abbiate trovato qualcosa di interessante nelle cose che ho scritto. Pensate, nei primi anni 70, le compagne ci zittivano se osavamo parlare della questione femminile con la frase: tu non puoi capire, sei maschio. Una rivendicazione di esclusiva che mi è sempre parsa esagerata, anche se capisco che è importantissimo che certe questioni alla fine trovino anche un luogo di dialogo esclusivamente femminile.

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