Oggi, anniversario della liberazione di Milano dai nazifascisti, voglio richiamare l'attualità della resistenza.
Per decenni, questa ricorrenza è stata celebrata proprio negli stessi termini che la storia c'ha consegnato, la resistenza che ha assunto da allora il termine antifascista...
Oggi che il novecento è abbondantemente alle nostre spalle, mi pare che i due concetti debbano prendere due differenti strade. Mentre quindi il concetto di resistenza è straordinariamente attuale, il concetto di antifascismo appare datato. Basta guardare con un minimo di obiettività al quadro politico per rendersi conto di come esso si sia evoluto. L'antifascismo era un concetto abilmente creato per unire due forze che erano e non potevano che rimanere intrinsecamente differenti e perfino contrapposte. Oggi, che al contrario domina in tutta Europa un blocco del tutto omogeneo tra forze socialdemocratiche e popolari che non hanno alcun reale elemento di differenziazione tra loro, richiamare l'unità contro fantasmi del novecento come il nazifascismo non ha più davvero alcun senso.
La resistenza invece mantiene la sua centralità, come difesa popolare delle democrazia. La democrazia diceva con grande acume qualcuno che non ricordo, è un meccanismo estremamente delicato che rischia continuamente di essere vanificato, e la resistenza può così essere intesa come un controllo dal basso dei processi politici. E del resto, l'attualità politica ci pone continuamente di fronte a tutti i concreti e specifici attentati da parte di pochi potenti agli spazi di democrazia.
Avanza la globalizzazione come un processo di dimensioni enormi che tende ad imporre le proprie volontà su i popoli di tutto il mondo, eventi geopolitici che ormai operano a livello biopolitico tentando di imporci un certo stile di vita omologato. Le sovranità nazionali costituiscono ormai per questa onda globalista un decisivo ostacolo da abbattere. Abbattere non significa eliminare l'organizzazione per stati-nazione, significa rendere questi stati sempre meno influenti, non più in grado di esercitare un vero potere politico.
Seppure questo processo sia effettivamente in atto, tuttavia esso è ben lungi dall'aver vinto perchè gli stati-nazione sono tuttora molto forti. Così, per vincere i globalizzatori devono insidiare il potere statale dall'interno, le cannonate dall'esterno non sono sufficienti, qualche bomba messa in qualche luogo strategico all'interno dell'edificio statale è essenziale per vincere.
Così si assoldano schiere di politicanti e di classe dominante in generale del paese da conquistare, e si da' loro l'ordine di togliere ogni potere ai cittadini.
La via più diretta è quella della vanificazione tramite la spettacolarizzazione della politica delle istanze rappresentative, ma alla fine ciò non basta, e per completare l'opera è necessario stravolgere lo stesso quadro istituzionale.
Ecco quindi che la ditta Napolitano & Renzi in tutta fretta vuole cambiare la costituzione per rendere le nostre istituzioni più efficienti, come se il nostro primo problema fosse l'efficienza. Il nostro primo problema è invece difenderci dalla globalizzazione, e quindi la difesa intransigente della costituzione risulta svolgere un ruolo centrale. Non basta, sono certo che esistono un gran numero di aspetti politici che tendono a dividerci, ma si può realizzare un'alleanza almeno sull'obiettivo minimo della difesa della costituzione, sarebbe comunque una grande conquista che può permettere di far ripartire la lotta antiglobalista.
BUONA RESISTENZA
E LUNGA VITA ALLA NOSTRA
BENEAMATA COSTITUZIONE
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