lunedì 14 ottobre 2013

LA DIFESA DELLA COSTITUZIONE COME NUOVA RESISTENZA

Ieri, Renzi ha parlato, iniziando la sua corsa alla segreteria PD...
Tutto come previsto, il ragazzo riassume in sè tutte le caratteristiche negative della politica italiana. 
Ha detto una serie di sciocchezze, ha badato al proprio posizionamento politico, smarcandosi dai suoi reali ed anche potenziali avversari, insomma c'ha confermato come non vi sia nulla di nuovo nella sua figura di politico. 
Renzi in qualche misura ha costituito una novità, ma si tratta di qulcosa di obbligato, sono gli altri politicanti che l'hanno costretto in questo ruolo di guastafeste, di rottamatore, come si è autodefinito. Egli ha avuto il coraggio di attaccare quella vera e propria nomenklatura che il PD aveva ereditato prevalentemente dalla sua componente DS e che trova la sua fonte originale nello stesso PCI. 
Quella battaglia, chi l'ha lanciata, certamente Renzi che è riuscito ad asumerne la paternità, ma anche Civati che era il co-organizzatore della riunione di Firenze dei rottamatori che si può considerare la partenza di questo percorso, costoro l'hanno già vinta, gli oligarchi non si sono certo dissolti, ma l'oligarchia sì, quella compattezza del gruppo dirigente si è dissolta, tutti contro tutti armati, pronti ad aggregazioni tattiche e a distacchi altrettanto repentini. 
Ora, Renzi ha l'esigenza di distinguersi dal blocco attualmente vincente, quello che si aggrega attorno alla figura di Napolitano, ma si tratat come dicevo di posizionamento, non di sostanza politica. Renzi attacca il padre che gli preferisce un altro fratello, ma chi può ragionevolmente sostenere che nella sostanza della proposta politica egli possa rappresentare elementi di interesse? 
La tattica di Renzi è elementare, sfruttare debolezze evidenti, almeno a livello di opinione pubblica, del blocco prevalente, quello che esegue pedissequamente gli ordini di Napolitano, per prevalere e costringere Napolitano a ordinare a lui e non a Letta di eseguire i suoi ordini, chi si illude che Renzi camvbierà la poltiica del governo in Italia, si illude.
A proposito di questa politica, Shakespeare avrebbe detto tanto rumore per nulla, rumore di fondo per coprire i misfatti commessi alle nostre spalle. 
Non perdiamo tempo ed energie con simili personaggi alla ricerca del successo personale. 
D'altra parte, questo fine settimana c'ha riservato delle novità che io considero più che positive, preziose. Mi riferisco alla manifestazione di Roma cghe dicono sia numericamente riuscita, vedendo una grande partecipazione. La cosa che tuttavia più conta è la sostanza dell'iniziativa che è stata presa in difesa della costituzione.
Chi mi legge con una certa assiduità, sa quanto io abbia insistito ripetutamente su questo blog nel porre la difesa della costituzione al centro di ogni via alternativa all'attuale politica dominante.
Come sappiamo, in Italia si è coagulata una maggioranza attorno alla figura di Napolitano, l'unico politico che sia dotato di una visione genrale e di una capacità di conduzione dell'iniziativa, l'unico che goda della stima e della fiducia dei circoli internazionali che contano. Per imporre la propria politica, Napolitano non ha esitato a forzare la lettera della costituzione attribuendosi un ruolo che evidentemente esula da quello che la costituzione assegna al presidente della repubblica. Poichè è indubbiamente un politico molto accorto, egli ha curato molto bene ad evitare violazioni palesi, e del resto di costituzionalisti che l'hanno assecondato anzitutto tacendo (qualcuno si è spinto fino addirittura a sostenerlo esplicitamente), ma egli vive comunque la costituzione come un limite alla sua possibilità di azione, ed inoltre è consapevole degli aspetti anagrafici: non è che a ottantotto anni sia possibile attendersi di continuare ad operare per un lungo tempo. 
Così, Napolitano ha lanciato una campagna contro la nostra costituzione, sostenendo, lui che ne dovrebbe costituire il custode più tenace e più qualificato, che sia necessario lanciare un processo di revisione costituzionale. 
Gli elettori piddini, che sono regolarmente gli ultimi  a capire le cose, vengono depistati con l'argomento del numero dei parlamentari e con la duplicazione delel camere. Che ci volete fare, questo è il nostro paese, come in passato la maggioranza berlusconiana ha tentato di correggere la costituzione in senso leghista cammuffando il tutto con quest'argomento della composizione delle camere, anche gli attuali sostenitori della revisione si servono di questo argomento. 
Si tratta di una giustificazione priva di fondamento ed anche abbastanza stupida, che può fare breccia su un elettorato poco qualificato: se si vuole ridurre il numero di parlamentari, non si lancia un processo di revisione costituzionale, si deposita a una delle due camere la proposta di una specifica modifica, magari meglio se già articolato in uno specifico comma da aggiungeree o sostituire nell'apposito articolo della costituzione. Nessuno si sarebbe opposto, avremmo già da tempo la modifica costituzionale e saremmo tutti felici e contenti. Agitare l'argomento di camere troppo grosse per cambiare profondamente la costituzione, è nello stesso tempo una cosa infame e stupida.
Se dunque i potenti che si raccolgono a livello internazionale per attentare alle condizioni di vita della gente comune, riconoscono essi per primi che la costituzione è l'ostacolo principale alle loro disastrose iniziative, un qualsiasi movimento di resistenza deve necessariamente partire dalal difesa più intransigente della nostra carta costituzionale. 
Resistere dico, perchè di questo si tratta. Probabilmente dal punto di vista oggettivo, questo sarebbe il tempo di attaccare, di dare il colpo finale a un potere che più debole è, e più aggressivamente si comporta, ma come altrove ho ripetutamente argomentato,  il pensiero dominante è ancora molto forte, così forte da provocare l'incapacità di formare un nuovo gruppo dirigente che abbia caratteristiche effettivamente alternative. Purtroppo, a me sembra che la gente preferisca chiudere entrambi gli occhi e non vedere che questo potere mondiale arroccatosi disperatamente in una posizione iperideologica, ci sta portando a schiantarci, ed è difficile oggi credere che tale schianto si possa evitare. Resistere oggi su alcuni principi fondamentali, serve appunto a creare le condizioni per il post-disastro, per la fase di ricostruzione da cui bisognerà partire quando questo potere gaglioffo avrà ultimato la strage che non riesce ad evitare.

1 commento:

  1. D'accordo sulla difesa della costituzione, ma pensavo che avresti scritto qualcosa sul tempismo di Napolitano nel proporre indulto e amnistia.

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