sabato 26 ottobre 2013

CHI CI SPIA?

A proposito dell'episodio di spionaggio, Venturini ha venerdì scritto su "Il corriere della sera", a mio parere giustamente, che chi ha una tecnologia la usa, con il che intende dire che chi ha i mezzi per spiare, spia.
Tuttavia, Venturini non completa il ragionamento, perchè se chiunque ha una adeguata tecnologia, ne approfitta a proprio vantaggio, allora tale soggetto non necessariamente deve essere uno stato sovrano.
Tecnologia oggi è di fatto sinonimo di risorse finanziarie, chi ha il denaro necessario, può acquisire le tecnologie più sofisticate. Non solo, può anche trovare preferibile direttamente accedere a risorse formalmente pubbliche e farne, con la complicità di funzionari compiacenti, un uso squisitamente privato.
Insomma, qui il povero Obama c'entra come il cavolo a merenda.
La NSA ha la bellezza di settantacinquemila dipendenti, mezzi finanziari praticamente illimitati: ma davvero il governo USA può pensare di controllare questo organismo elefantiaco e potentissimo?...

Tecnicamente, il governo non è all'altezza di svolgere alcun compito di controllo, e l'operare di tali organismi in accordo alla missione che lo stato gli assegna, sta tutto nel loro patriottismo, può cioè essere solo di natura ideologica.
Gli USA è uno dei paesi più patriottici del mondo, il popolo USA si commuove sentendo l'inno nazionale e di fronte alla bandiera a stelle e striscie. Lo è anche il gruppo dirigente USA? A me pare che anche negli USA, il patriottismo, almeno a livello di chi comanda, sia morto e defunto. Lo mostra a mio parere, l'alluciante vicenda del braccio di ferro tra Obama e tea party, gli interessi nazionali sono spariti di fronte agli interessi particolari in gioco. Ciò significa che la tendenza al prevalere degli interessi individuali su quelli collettivi che ben conosciamo come pratica comune del nostro paese, orami dilagano anche nel cuore dell'impero.
In questo clima, che deriva dal trionfo dell'ideologia liberale che così manifesta sino in fondo le conseguenze coerenti che essa comporta, viene ad essere messo in crisi il concetto stesso di sovranità nazionale, proprio perchè implica una forma di comunanza di interessi incompatibile con l'individualismo sfrenato dei nostri tempi. 
Una volta, si parlava di internazionalismo, con il che si intendeva che si doveva sostituire al sentimento nazionale, che si concepiva come troppo ristretto, un sentimento internazionalista per cui l'intera umanità si riconosceva come partecipe di un'unica comunità umana. L'internazionalismo così predicava una forma di solidarietà più ampia rispetto al ristretto spirito nazionale. Oggi, la parola in voga, che di fatto ha scalzato del tutto il termine internazionalismo, la globalizzazione, ha un significato del tutto differente. Si potrebbe dire che globalizzazione significa che a un determinato individuo la singola nazione sta stretta, che egli, nel rivendicare la sua libertà indivduale di realizzazione personale, trova i confini nazionali troppo angusti, e che quindi solo l'intero mondo è un campo da gioco abbastanza vasto per la soddisfazione del suo ego (e chissà che forse gli occorreranno altri pianeti perchè la terra in fondo è piccola per la sconfinata ambizione di questi nostri simili). 
Lo scrupolo che all'interno della sinistra si manifesta verso l'ipotesi di avversare la globalizzazione sorge proprio dall'errore di accostare questo concetto al tradizionale internazionalismo della sinistra. L'errore sta appunto nella mancata comprensione della totale differenza tra questi due concetti, come ho tentato prima di illustrare. 
Ora, pensare che la NSA abbia spiato gli alleati europei per garantire gli interessi nazionali USA è chiaramente un'idiozia, la crescente diminuzione nella capacità del governo USA di assumere decisioni è di fronte ai nostri occhi, come dovrebbe essere a tutti evidente che le banche ed il potere finanziario hanno ormai messo sotto scacco i governi e di conseguenza gli stessi stati nazionali. La stessa famigerata formula del "too big to fail" rappresenta l'accettazione supina dei governi a diventare succubi delle scelte delle banche che non hanno ragione alcuna di avere comportamenti prudenti nelle loro pratiche, visto che gli stati hanno dimostrato di non avere la capacità di affrontare un fallimento bancario globale. 
E' proprio una cupola bancaria che domina il mondo intero ad avere il controllo delle comunicazioni mondiali attraverso l'effettivo controllo delle agenzie per la sicurezza nazionale. Una conferma viene dal coinvolgimento del regno unito in questa specifica vicenda, ma anche del modo del tutto incomprensibile in cui le stesse nazioni europee hanno reagito a questi fatti. 
Quando già mesi fa è venuta alla luce anche a livello di pubblica opinione l'esistenza di queste intercettazioni, a parte una protesta apparsa di facciata dei governi europei, la cosa passò sostanzialmente inosservata. 
L'impressione è che come nella scelta di difendere ad ogni costo le banche, i governi occidentali si siano adattati a fare comandare questa cupola bancario-finanziaria e che quindi oggi è come se gli accordi tra nazioni nella gestione di questa delicata situazione siano stati violati dagli USA. Le porcherie insomma erano accettate e condivise, e l'oggetto del contendere sembra piuttosto consistere in aspetti marginali, in una violazione di questi famigerati accordi alle nostre spalle. 
La verità è quindi che sono proprio i nostri governi i veri traditori delle loro nazioni attraverso questa muta ma innegabile alleanza con i ricchi del mondo.

6 commenti:

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  2. era giugno... scusa Vincenzo se rammento qui
    http://noi-nuovaofficinaitaliana.blogspot.it/2013/06/potere-ee-informazione-opacita-e.html

    http://noi-nuovaofficinaitaliana.blogspot.it/2013/07/appendice-al-post-potere-ee.html

    Lorenzo, questa volta, ha avuto gioco facile :-)


    e questo post mi è apparso ingenuo... Ogni espressione politica è, sistematicamente, relata alle espressioni economico-finanziarie. Ogni sub-sistema svolge la sua funzione, tanto per non complicare il quadro.

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    1. Oltre ciò che ho scritto a parte, ti voglio ricordare, a te che come me sei un seguace delel idee di Polanyi, che malgrado nessuno e in nessuna epoca storica può pensare di prescindere totalmente dall'economia, tuttavia in nessuna epoca storica, l'ecvonomia è diventata una specie di ossessione per cui come tu dici "Ogni espressione politica è, sistematicamente, relata alle espressioni economico-finanziarie". Non vedo motivo per dare questa dominanza dell'economia come un fatto sconatto quasi fosse un evento naturale, esso è invece frutto di una specifica ideologia.

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  3. Rispondo cumulativamente alle interessanti osservazioni che mi sono state fatte.
    A premessa, dirò che non mi interessa scegliere tra la malizia e l'ingenuità, non ho nulla in contrario ad essere consl'iiderato come il bambino che dice "il re è nudo", se questo fosse il mio ruolo in commedia, a volte l'ingenuità arriva dove la malizia più sofisticata non può arrivare.
    Per il resto, tento di capire il genere specifico di obiezioni che mi vengono fatte, e, certo per mia colpa, non le ho ancora capite.
    Provo allora ad esplicitare meglio quello che ho già scritto, in fondo potrebbe derivare tutto dalla poca chiarezza in ciò che ho scritto.
    1. Sono assolutamente convinto che esistono i mezzi tecnologici per spiarci, e sono altrettanto certo che quando un mezzo tecnologico esiste, lo si usa a prescindere, anche in campi ben più futili, figuriamoci in un caso come questo in cui si tratat di interessi robustissimi. Qui, non vedo alcuna differenza di opinione rispetto a Lorenzo.
    2. Sono altrettanto convinto, come Lorenzo che l'aspetto più preoccupante sia costituito dal condizionamento delle menti. Anche se su questo pezzo non ho esplicitato molto in proposito, su questo stesso blog non mancano certo evidenze su quale sia la mia opinione in proposito. Anche qui, ho esplicuitamente citato la questione del liberalismo che rimane per me il punto base. Non ci possono essere dubbi del resto su un sito che si chiama "ideologia verde", tutto il mio percorso è centrato proprio sull'esigenza di cambiare radicalmente il pensiero unico.
    Tuttavia, è altrettanto chiaro che non basta essere contro qualcosa per essere anche d'accordo e temo che il mio punto di vista ideologico non sia lo stesso di quello di Lorenzo.
    3. Questo articolo sostiene qualcosa che non mi pare si possa dare per scontato, e che, anche dopo aver riletto attentamente i link riportati, lì non ho rintracciato, e cioè che nell'ultimo decennio si è definitivamente compiuta la svolta verso un sempre più palese ridimensionamento delle sovranità nazionali verso il potere finanziario. Ciò non era vero cinquanta anni fa, e neanche fino al millennio passato. Prima, i capitalisti riuscivano a determinare le scelte politiche attraverso un condizionamento dei poteri statuali, gli USA erano una potenza imperiale, ed il suo governo era comunque il più forte potere mondiale. Io sostengo che oggi non è più così. Questa cupola capitalista ormai snobba apertamente i poteri politici che oggi possono solo inseguire il luogo delle decisioni che sta fuori dai parlamenti e dalle varie case bianche.
    Non pretendo che siamo tutti d'accordo su questo punto, ma almeno tentiamo di capire tutti su quali possano essere i punti di assenso e dissenso.

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  4. Caro lorenzo,
    siamo esseri culturali e quindi inevitabilmente ideologico. Tu parli a favore dell'individuo, senza apparentemente renderti conto che anche la nozione di individuo ha aspetti ideologici.
    Non v'è l'individuo buono e la società cattiva, essite la società che può essere più o meno buona, e l'individuo segue la mentalità dominante, è inevitabile perchè come esseri sociali siamo condizionati dal contesto culturale a cui apparteniamo.
    Non dobbiamo pertanto difendere l'indivudo come se preesistesse alal scoietà, dobbiamo necessariamente occuparci della società e renderla migliore, tutto qui, non v'è alternativa politica.

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  5. Insomma, se sei astemio malgrado l'essere stato alpino, ciò a tuo parere è una dimostrazione del fatto che non sei stato condizionato dalla società in cui vivi? Non ti rendi conto dell'enormità di ciò che dici?
    Ma tu in che lingua parli? Non parli forse la lingua di tua madre, come del resto tutti noi? Non ti basta questo esempio per capire come noi nasciamo individui naturali e diventiamo membri di una collettività che condivide una cultura, e rispetto a cui i nostri scarti individuali sono ben poca cosa, dettagli che tendiamo ad amplifcare proprio perchè ci distinguono l'un l'altro.
    Se questo esempio non ti convince, temo sia una cosa impossibile convincerti di alcunchè.

    Ti ricordo che questo mio articolo non riguarda le intercettazioni in quanto tali che a me neanche danno fastidio in sè, ma come sintomo di una situazione di sudditanza alla cupola finanziaria.

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