martedì 1 ottobre 2013

COME DICEVO: BERLUSCONI SI SUICIDA MA COINVOLGE NELLA SUA CADUTA PD E NAPOLITANO

Come capita troppo spesso, l'area piddina, almeno quella di base, si è scatenata in entusiasmi a seguito del gesto di Letta di respingere le dimissioni dei ministri del PDL, ancora una volta distinguendosi così per incapacità a capire i fatti. 

L'avevo già scritto pochi giorni fa su questo stresso blog, Berlusconi è spacciato ed evidentemente non conosce il presunto detto attribuito a Mao che recita di non agitarsi se ci si accorge di essere sodomizzati, più ti muovi e più fai il gioco del nemico...

Tuttavia, dobbiamo ammettere che stavolta questo agitarsi non giova neanche alla controparte, almeno non giova a re Giorgio. 

Penso così perchè la sconfitta sonante di Berlusconi si accompagnerà certamente a uno sconvolgimento del quadro politico, ed è a mio parere impensabile che il PD riesca ad uscirne indenne. 

Ragioniamo sui possibili scenari del futuro più prossimo.

Se Alfano & company si dissociano dal progetto della ripescata "Forza Italia", certo non lo fanno per autopensionarsi, e lo spazio politico che sembra ragionevole vogliano esplorare è il centro dello schieramento politico, dove dovrebbero diventare il nuovo punto di aggregazione per i vari Casini, mentre Monti dovrebbe finire di sparire dalla scena politica. 

Guardiamo adesso al PD, dove sappiamo che si preannuncia una netta vittoria di Renzi alla guida del partito e quale candidato per la premiership. 
Ora, per quale strana ragione coloro che Renzi sconfigge dovrebbero restare nel PD assumendo ruoli del tutto subalterni, una volta che si costituisca un gruppo di centro ben più credibile anche sul piano elettorale rispetto a "Scelta civica", e non trasmigrare massicciamente verso questa nuova formazione? Davvero uno come Franceschini, o uno come D'Alema è distinguibile da uno come Alfano, non possono convivere perfettamente tra loro? 
Le scelte dipenderanno esclusivamente dalle prospettive carrieristiche, e se come sembra probabile Renzi ha le carte per esercitare un predominio pressocchè assoluto sul PD, ciò non suggerisce scenari come quelli che ho descritto? 
Renzi con Napolitano non è che vada d'accordo, e quindi la sconfitta di Berlusconi potrebbe rivelarsi per Napolitano una vittoria di Pirro, non più in grado di condurre la politica del PD e costretto a cercarsi il suo partito al centro, che in prospettiva diventerebbe il polo alternativo con FI, Lega e Fratelli d'Italia tutti spinti dai fatti a rimanere rintanati all'estrema destra dello schieramento politco in una posizione ininfluente. 

Per Napolitano, per il PD, la presenza di uno come Berlusconi in politica ha costituito un grande vantaggio, ora si devono esplorare nuovi ed ignoti equilibri.

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