Però, come siamo messi male con
queste flash mob…
E’ un tema che devo approfondire,
ed adesso non ho proprio il tempo di farlo in modo adeguato, ma pensate che livello di
omologazione mentale mondiale c’è bisogno perché queste iniziative abbiano
successo.
Voglio dire che, prescindendo
ovviamente dall’argomento della specifica flash mob, a me vedere donne
filippine così come donne congolesi assieme a donne indiane, finlandesi,
canadesi così come argentine, tutte assieme mettersi a danzare in nome di una
parola d’ordine immessa in rete in modo sostanzialmente anonimo, mi fa
impressione. Mi sembra la testimonianza di un condizionamento spaventoso, di
come sia oggi facile propagare a livello planetario messaggi e come questo sia
potenzialmente sfruttabile anche per contenuti tutt’altro che nobili.
Nello stesso tempo, non posso che
notare come la voglia di protagonismo che credo sia un patrimonio innato
dell’uomo, trovi una via di soddisfazione pretendendo di fare anche qualcosa di
utile, che, nello stesso tempo in cui si vada nelle piazze per mostrarsi, per
esserci, si pretenda anche che ciò che si fa avrà degli effetti positivi.
Questa partecipazione così
massificata e così generica proprio perché frutto di una flash mob, di una
mobilitazione estemporanea, mi sembra un surrogato di una reale partecipazione
politica, in un mondo mai così poco coscientemente politicizzato, in cui
proprio in virtù di questa situazione pochi potenti riescono a determinare le
nostre vite fin nei minimi dettagli, la gente trovi delel valvole di sfogo così
rassicuranti e nello stesso tempo innocue per il potere.
Voi cosa ne pensate, sono davvero
solo io ad avere un punto di vista che sembra così contrastare con questo
fronte progressista mondiale che include anche “Il Manifesto” che oggi titola
in prima pagina entusiasta proprio su questa flash mob? Solo a me, questi
eventi appaiono come la manifestazione di una forma di impotenza di un’umanità
ormai completamente condizionata da un potere mondiale onnipotente?
Non so se veramente siamo nella mani di un potere non bene identificato che ci uniforma e ci guida, ma certo è che anche a me questi balletti estemporanei, che balletti non sono , ma solo gesti anche difficilmente significativi, mi mettono molta inquietudine. Non è così che si può dire la propria a livello politico. La politica è presenza, parola, condivisioone di progetti e di ideologie. Insomma. Va bene , anche questo, ma altro quando? Non ora?
RispondiEliminaAntonella, sono contento di non essere il solo a restare inquieto di fronte a questi eventi, chissèà però se sentiremo qui anche l'altra campana...
RispondiEliminaio non li trovo così inquietanti ed è per questo che ho partecipato ad uno di questi flash mob a Roma, la mobilitazione planetaria è stata possibile proprio grazie al passaparola su internet, io lo trovo meraviglioso, così come quando siamo scese in piazza, in tante per il "se non ora quando", non credo sia la voglia di protagonismo a guidare molte delle donne scese in piazza, certo la visibilità conta molto, conta far sentire la propria voce e se per farlo c'è bisogno di uno strumento simile, ben venga.
RispondiEliminaAntonella è stata proprio la voglia di condividere che ha fatto nascere questo progetto, le associazioni che hanno partecipato e promosso questa iniziativa sono sul campo da molto tempo, non sono nate ora
Che molti, ed anche tu tra questi, pensi differentemente da me, era nelle cose, e del resto lo stesso successo dell'evento lo testimonia inequivocabilmente.
EliminaCiononostante, non mi pare, scusami se te lo dico, che tu entri nel merito delel mie osservazioni.
Tu dici che si è trattato di un passaparola sul web, e sicuramente così è stato, ma non dovremmo chiederci se sia bene o male che questo strumento si riveli così efficiente anche superando la molteplicità delel culture che l'umaniotà ha saputo esprimere nella sua storia?
Ma tu dici, se funziona, che ben venga.
Ora, dato per scontato che la causa sia meritevole (ma sarebbe comunque interessante magari in un'altra occasioen tornarci), questo evento ha cambiato le cose?
In altre parole, l'efficienza mostrata nel moblitare persone, si manifesta anche nell'ottenere l'obiettivo che stava a motivazione stessa dell'evento? Apparentemente, no, mi pare che nessun governo si sia sentito così colpito da quanto accaduto,e che le cose continuino esattamente come prima.
E quindi secondo te, Vincenzo, è tutto tempo sprecato, rimaniamo chiuse in casa nostra e lasciamo che le cose continuino ad andare come al solito senza neanche manifestare il proprio dissenso in piazza! Anch'io, come Zefirina ho partecipato alla manifestazione del "Se non ora quando", l'ho fatto con entusiasmo e ti dirò che ritengo che quella manifestazione abbia smosso tante coscienze! Non fossi stata influenzata sarei andata in piazza anche per quest'ultima manifestazione. Ti fa impressione negativa che donne di tutto il mondo siano scese in piazza a danzare per manifestare contro la violenza sulle donne? A me ha fatto una splendida impressione!
EliminaOrnella, ti posso dire che dovresti leggermi con maggiore attenzione, visto che fraintendi così platealmente quello che scrivo?
EliminaDove avrei detto che è meglio stare a casa? Io ho detto l'esatto contrario, che non basta scendere in piazza a seguito di un passaparola sul web, che vorrei una partecipazione politica ben maggiore e più criticamente consapevole.
E' meglio di niente? Forse, ma rimane il fatto che il messaggio è che questa sì che è partecipazione, come del resto succede con le primarie e simili forme assolutamente minimalistiche di partecipazione politica, che insomma, oltre alla manifestazioine, rimane questa idea, questa pretesa che la democrazia coincida con queste manifestazioni.
Vedere delle donne che danzano in nome di nobili principi non vedo perchè dovrebbe disturbarmi, ma mi disturba il pensiero unico che ci sta dietro, il presupposto ideale che fa da sfondo a questi eventi.
Detta metaforicamente, se vedo un lampo in cielo, non mi disturba certo questa luce che anzi ha aspèetti spettacolari, ma associamo, credo tutti, il lampo al concetto di temporale, e quindi ci preoccupa, quindi non facciamoci affascinare dal lampo dimenticando cosa annuncia. Sono stato più chiaro?
Beh, Vincenzo, mi hanno fatto contrariare il concetto secondo cui le donne di tutto il mondo sono scese in piazza in seguito ad un condizionamento spaventoso o per mania di protagonismo. Quando io sono scesa in piazza non l'ho fatto per nessuno di quei due motivi ma perchè si cominciasse, almeno incominciasse, a parlare di quelle problematiche. E' un po' come smuovere un sasso in cima ad una vetta innevata, chissà che non si trasformi in una valanga!
EliminaSì, Ornella, ma così sfuggi alle mie obiezioni. Non ignorerai il detto che dice "delle buone intenzioni è lastricata la via dell'inferno", non basta avere tutta la buona volontà di questo mondo per garantirsi dal commettere errori.
EliminaIo nel mio piccolo partecipo ed ho fiducia in queste manifestazioni. Quando Martin Luther King organizzava le marce od i sit-in di protesta contro la segregazione razziale molto probabilmente molti lo consideravano un povero illuso eppure grazie a quelle manifestazioni pacifiche i neri d'America hanno ottenuto il riconoscimento dei loro diritti. Per me non partecipare è arrendersi a priori!
EliminaOrnella, tu sfuggi al punto, ogni volta parli d'altro.
RispondiEliminaQui, non si parla di partecipare o non farlo, non è questo il punto. E' del resto significativo che tu citi i movimenti antirazzisti degli anni sessanta, di cui mostri, scusa la franchezza, di non sapere nulla.
Tu non hai la più pallida idea di che capacità di mobilitaizone e di organizzazione v'era dietro quelle manifestazioni, v'era gente che spendeva l'intera sua vita per questi scopi.
Quel movimento non può essere utilizzato come se fosse equivalente di ciò di cui qui stiamo parlando oggi.
Perchè il punto è proprio la modalità con cui un dato movimento nasce, si allarga e si manifesta, come garantisce la propria continuità e di conseguenza il raggiungimento dei propri stessi fini. Il dubbio che sorge è che il fine sia costituito dal riuscire a mobilitare, non lo sbocco della stessa mobilitazione.