giovedì 10 gennaio 2013

RISPOSTA AL COMMENTO DI ROUGE NEL PRECEDENTE POST

Da un po' di tempo, sui blogspot come il mio e da casa, non riesco ad inserire commenti (c'è qualcuno che mi può aiutare a capire cosa succede e come posso superare il problema?)
Nel frattempo, non mi rimane che rispondere inserendo finti post da usare come spazio di commento. Qui, rispondo a Rouge sul post precedente.

Scusami Rouge, ma riguardo al primo punto, bisognerà anche praticare una certa qual flessibilità nel riconoscersi, sennò l'alternativa è il partito personale. Se si riconosce che c'è una grave operazione politica in corso che ha visto un primo passaggio nell'insediamento del governo Monti, la prima cosa che si dovrebbe fare è opporsi alle tre forze politiche (PDL, PD e centro vario) che hanno appoggiato quel governo approvandona i provvedimenti e votando fiducie quasi a ritmo settimanale, quelli diventano automaticamente i nostri nemici, quelli da combattere.
Naturalmente, si combatte con le armi di cui si dispone, e se Rivoluzione civile ha mille difetti ed eterogeneità, io preferisco fare una battaglia politica al suo interno invece di disertare ed assityere imbelle all'attuazione di questo piano criminale. Si potrebbe dire metasforicamentye, che in un gruppo di persone che si trova a dover disarmare un potenziale assassino non occorre che ci sia una vera amicizia reciproca, basta fidarsi quel che basta per portare a termine l'operazione di disarmo.

Per quanto riguarda la legge elettorale, non so se ti rendi conto che seguendo quel che tu dici (rifiutarsi di votare finchè non cambiano la legge elettorale), si permette a costoro di fare tutto ciò che vogliono, non mi pare una cosa saggia. Sempre in metafora, sarebbe come se ci mettessimo d'accordo per cenare assieme in una certa compagnia per un intero mese, e avessimo a questo scopo dato il nostro contributo finanziario. Di fronte alla modestia del primo pasto, sarebbe come se minacciassimo di non cenare con loro permettendo loro di sbafarsi a nostre spese: a chi faremmo il dispetto?
Io preferisco sbattere fuori dalal cucina simili individui per realizzare una cena adeguata, piuttosto che prendermi la misera soddisfazione di dichiarare la mia insoddisfazione senza cambiare l'esito delle cose.

Ora, poichè le considerazioni che ho fatto sono ababstanza ovvie, il punto sta nel mancato riconoscimento anche da aprte tua della gravità della situazione, per questo insisto su questo specifico aspetto.

9 commenti:

  1. Vincenzo, mi spiace tu non riesca a commentare nell'apposito spazio, e spero tu risolva il problema. Non vorrei dovessi dedicarmi una serie infinita di post-commenti. Come sai non mi tiro indietro se c'è da discutere civilmente :)

    E però non voglio star lì a dilungarmi sulle ragioni che mi portano a ritenere più utile il farsi da parte che non il continuare ad insistere (la mia posizione la puoi leggere qui e qui).

    Questa democrazia è come un malato terminale, continuare a darle legittimità è un accanimento terapeutico e basta.
    Potrei dire che pensare che una qualunque opposizione nell'ambito delle regole attuali possa limitare i danni è abbastanza ingenuo, ma non lo credo per davvero, dunque evito, e rispetto le opinioni di chi ci crede ancora.
    Questo sistema andrebbe cambiato e l'unico modo per me è levargli ossigeno, in maniera che finalmente la cosa sia evidente a chiunque e qualche domanda la ponga seriamente e una volta per tutte.
    Quindi, per risponderti, direi che vedo perfettamente la gravità della situazione (e non da oggi, se mi permetti), ed è proprio perché a mali estremi dovrebbero seguire estremi rimedi che scelgo di usare un mezzo, l'astensione, che è estremo di per sé. Perché non è menefreghismo, ma presa di coscienza.
    Un caro saluto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro amico, il non voto è la scelta dei codardi, la scelta di sbolognare ogni responsabilità agli altri. Così facendo, però, favorisci proprio coloro a cui vorresti fare un dispetto: proprio come ti ha spiegato Vincenzo con la sua metafora sul pasto già pagato al ristorante. Chi va su può anche andarci con un voto, e ovviamente ringrazierà quelli come te che hanno delegato (o, ribadisco, sbolognato) tutte le responsabilità a quell'unico votante. C'è solo un modo per togliere ossigeno, come dici tu, ai "soliti noti": andarci, a votare, e votare il perfetto sconosciuto della compagnia, quello che ha messo su una lista all'ultimo momento e magari non si illude neppure di passare la soglia di sbarramento. Solo così si potrà davvero cominciare a cambiare il sistema.

      Elimina
    2. Il vecchio satrapo di Arcore ringrazia calorosamente per il non-voto dei suoi avversari.

      Elimina
  2. Caro Arrox, prima di dare del codardo a qualcuno dovresti conoscere un minimo la sua storia, altrimenti con lo stesso metro potrei darti facilmente dell'imbecille, ma siamo in casa d'altri, e non mi pare comunque giusto.
    Se tu, come altri, credi ancora in questa farsa sei libero di continuare a gustarti lo spettacolo e a mantenerlo in vita. Io preferisco altri generi di intrattenimento, fiction dichiarata e non mascherata da politica.

    A te caro Dino manco rispondo. Stai ancora a Berlusconi tu.

    Un saluto ad entrambi.

    RispondiElimina
  3. Ad ogni modo, votassi, non potrei far altro che votare per il movimento di Ingroia, per quanto non mi piaccia questa commistione tra magistratura e politica. Mi pare giusto dirtelo.
    Ciao Vincenzo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E allora vota Ingroia. Il non voto è un voto dato ai suoi avversari.

      Elimina
    2. @ Arrox: ok, voto Ingroia. Ingroia va in parlamento con le forze che metterà assieme, comunque minori rispetto all'asse Pd-Pdl-Monti a meno di credere nella fantascienza (per carità, tutto è possibile, ma è improbabile un Ingroia premier, non pensi?). Farà opposizione, resistenza, tutto quello che vuoi, ma le decisioni le prenderanno altri (detto fra noi manco in Italia, le prenderanno in Europa).
      Cambierà qualcosa? Dal mio punto di vista cambierà un bel niente!
      Io penso che per ricostruire prima devi demolire, e l'unico modo non violento per demolire questo sistema è non far parte di questo sistema.

      Elimina
    3. Mi spiace Rouge, ma trovo gravissima la sottovalutazione dell'esigenza di dare rappresentanza a un'altra visione del mondo, il che significa dichiararsi contro il sistema dominante. Contrariamente a te, non ritengo per niente il non votare un modo di stare fuori dal sistema, negli USA se ne sono impipati allegramente per molti decenni dell'astensionismo della maggioranza degli elettori a cui qui non siamo ancora arrivati.
      Tu dici che non essendo maggioritari, si è inutili, ma questo è chiaramente sbagliato, nessuno nasce maggioritario, lotta per diventarlo io credo.

      Elimina
    4. Ribadisco: chi va su ci va anche con un solo voto. Non votare vuol dire favorire chi andrà su con una manciatina di voti al più. E giustappunto negli USA il presidente di turno raramente ha rappresentato la maggioranza della popolazione: gente come Bush junior ha occupato la poltrona con una partecipazione al voto sì e no del 40%, il che vuol dire che rappresentava poco più del 20% della popolazione.

      Elimina