domenica 20 gennaio 2013

RIVOLUZIONE CIVILE: OPINIONI E PROPOSTE



La prima puntata della nuova trasmissione della Annunziata è chiaramente fallita. Sarebbe interessante sapere come sono stati scelti i partecipanti. Non mi riferisco certo ad Ingroia ed agli altri rappresentanti della lista “Rivoluzione Civile”, ma ai loro interlocutori che onestamente si sono dimostrati di bassissima qualità, apparentemente mandati lì con la specifica missione di gettare fango sulla nuova formazione politica.
Oltre al solito Sallusti che è arrivato a dare del mascalzone ad Ingroia, dimostrando anche a tutti quei signori che a vari livelli hanno ritenuto di mobilitarsi per evitargli il carcere quanto egli sia un professionista dell’insulto assunto a metodo di lotta politica, ci stava una certa giornalista de “La Repubblica” Sonnino che evidentemente “tiene famiglia” e deve guadagnarsi la pagnotta dai suoi padroni in qualche modo, a un tizio che ripeteva fino al parossismo la stessa frase sulla candidatura, pensa che cosa terribile, di un campano in veneto, a due giovani pescati non so da quale periferia degradata che avevano un atteggiamento chiaramente mafioso.
L’Annunziata può ben pensare che quello sia un campione significativo degli elettori italiani, ma almeno dovrebbe mostrarsi in grado di controllarli, e non di subire i loro interventi al di fuori di qualsiasi minimo livello di disciplina.
La trasmissione in sé ed il suo palese fallimento non costituiscono comunque il mio principale oggetto di interesse, molto più interessante è dal mio punto di vista cosa ci fa capire di “Rivoluzione Civile”...

Ciò che si è potuto vedere in questa trasmissione mi pare pienamente confermare l’impressione che avevo finora avuto, e che consiste nel fatto che ci sia molto dilettantismo. Sembra abbastanza evidente che la lista sia stata sostanzialmente improvvisata, a partire dal proprio leader che si caratterizza sempre più chiaramente come un simbolo, mostrando chiaramente come il suo ingresso così improvviso in politica si accompagni inevitabilmente con la difficoltà a rintuzzare gli argomenti capziosi che finti giornalisti pongono provocatoriamente, ed anche a una carenza nelle competenze che un ruolo politico così rilevante gli imporrebbe, in particolare per quanto riguarda l’economia.
Insomma, si vede che né Ingroia, né gli altri sono politicanti, questi mestieranti della politica, e ciò, malgrado avrà un costo in termini di consensi, può da un differente punto di vista costituire un vantaggio.
Altrettanto evidente risulta la sua eterogeneità, vedendo la presenza di partitini di ascendenza marxista, formazioni orientate nel settore dell’ambientalismo fino ai gruppi per la decrescita, semplici movimenti, alcuni dei quali a carattere esclusivamente locale.
Quindi, dilettantismo ed eterogeneità, due caratteristiche che in qualche modo si sostengono l’un l’altra, e sembrano indebolire la nuova formazione politica.
Il punto è l’uso che possiamo fare di “Rivoluzione Civile”. Un’organizzazione non può essere fine a sé stessa, è semplicemente uno strumento come un altro per un progetto. Io vedo infatti questo come un polo di aggregazione di forze diverse che convergono su un numero limitato di obiettivi, e puntano a dare a questi obiettivi una rappresentanza parlamentare.
Tali obiettivi comuni sono inevitabilmente da una parte al ribasso per potere aggregare forze diverse, dall’altro con una portata simbolica forte, per attirare l’attenzione, per dare un’immagine immediata e vistosa di sé. Nel momento in cui ho deciso di appoggiare questa lista, confesso di non essermi troppo preoccupato di condividere i punti elencati, mi è bastato capire a quali forze, a quali istanze ideali esse si richiamassero, e ciò soprattutto considerando la fase storica che viviamo, il contesto obiettivamente rivoluzionario in cui agiamo. Non posso qui riassumere le analisi che pure avrete letto su questo blog che mi portano a queste conclusioni. L’unica cosa che qui posso ribadire è che il capitalismo sembra entrato in una crisi di tipo terminale, nel senso che ha talmente abusato degli strumenti di cui dispone per garantirsi quella crescita quantitativa costante dell’attività economica che gli è essenziale per la sua stessa sopravvivenza, che ora non ne dispone di ulteriori se non naturalmente la distruzione delle merci attraverso una devastante guerra interna ai paesi più sviluppati. Queste considerazioni non mi rendono per nulla entusiasta, ma piuttosto mi preoccupano perché i grandi capitali, i potenti del mondo saranno pronti davvero a tutto pur di dare ancora un proseguo al capitalismo.
Quindi, quando parlo di contesto rivoluzionario, non mi riferisco a un evento gioioso, ma più banalmente a una fase di grandi cambiamenti che complessivamente hanno molta più probabilità di risultare drammatici che positivi.
Se quindi questa è la situazione, fare gli schizzinosi si traduce in una forma di fuga dalle proprie responsabilità storiche.
In sostanza, una volta verificata l’inadeguatezza di “Rivoluzione Civile”, trovo sbagliato scapparsene via per mantenere la propria purezza ideale, ma bisogna invece lottare per renderla una palestra di confronto ideale in cui porre il proprio punto di vista, accettando di dibattere con persone che pure si riconoscono così distanti da noi.
Da questo punto di vista, risulta chiaro che le questioni organizzative in questa fase debbano prevalere su quelle dei contenuti. E’ infatti necessario predisporre i mezzi, le norme che permettono ed anzi agevolano questo confronto, ed è dal confronto che devono venir fuori le azioni conseguenti.
Anche qui, vedo che molti si lamentano del processo di formazione delle liste. Ebbene, io credo invece che noi dobbiamo essere indulgenti, dare un po’ di fiducia a chi ha il potere di definire i nominativi, Ingroia ed il suo gruppo più ristretto di collaboratori in primis, scontando sin dall’inizio che ci saranno inevitabilmente errori per un certo numero. Tali errori si possono accettare solo se si pensa a questo come ad un inizio, a un’impresa che sta partendo come può, con tutti i suoi limiti, e non come il punto culminante della vicenda.
Ciò che al contrario non sarei disposto a tollerare, è vedere questi parlamentari eletti distaccarsi completamente dall’insiema delle forze che l’hanno sostenuto ed eletto per rispondere o solo a sé stessi o magari ai gruppi di appartenenza, questo sì che sarebbe intollerabile. Proprio per questa ragione, ribadisco che è fondamentale predisporre strutture e modalità di dibattito, che possano rendere “Rivoluzione Civile” un movimento che possa man mano esprimere la propria specificità trasformandola dall’attuale struttura sostanzialmente federata tra forze differenti.
Partecipando all’assemblea locale, ho proprio sostenuto la questione fondamentale della costituzione di organismi collegiali che si pongano in interlocuzione dei parlamentari, evitando la prospettiva di un sostanziale disfacimento della stessa esperienza di costituzione di “Rivoluzione Civile”.
Sono quindi profondamente critico con il gruppo dirigente di ALBA, uno dei movimenti che aveva all’inizio aderito a questa esperienza, e che in maniera leninista, da comitato centrale, ha deciso di ritirarsi malgrado avesse concorso a un referendum via web che aveva deciso l’esatto opposto, di partecipare. A parte gli aspetti paradossali delle contraddizioni tra un movimento che si vuole spontaneista in forma estrema, e che poi decide per volontà di pochissime persone in aperta opposizione alla maggioranza di coloro che erano pure stati interpellati in merito, qui c’è un gravissimo errore politico, la sottovalutazione della fase, dell’impossibilità di starsene da parte fingendo che sia un momento storico come qualsiasi altro.
Allo stesso modo, non posso condividere la delusione di una giovane palermitana intervistata dall’Annunziata che si ritira perché Ingroia non ha accettato la sua candidatura, qui siamo davvero in piena crisi individuale. Infine, anche attraverso le parole di Salvatore Borsellino in trasmissione, si capisce che si sovrappongo alle motivazioni politiche, motivazioni umane di altro tipo, del tutto rispettabili, ma che dovrebbero essere tenute accuratamente da parte, risolte altrove, senza pubblicità data la loro natura così personale, evitando di inceppare il lento meccanismo di avvio di questa esperienza ed anche di dare ghiotto materiale a chi, stando al potere, vuole che questa esperienza si concluda al più presto senza sortire effetti.
Più maturità per favore, che significa più tolleranza adesso e più impegno rigoroso e senza sconti dopo (sennò, il dubbio che diventare parlamentari sia lo scopo reale di tutte le obiezioni avanzate).

2 commenti:

  1. Non ho visto la trasmissione e leggendo il tuo post vedo che non mi sono perso niente, anzi risparmiato qualche arrabbiatura. Voterò per questa lista Rivoluzione civile di Ingroia alla Camera perché credo che ci sia stato un notevole impoverimento del dibattito politico in Parlamento dopo le precedenti elezioni che videro l'arcobaleno non raggiungere la soglia del 4%. Un Parlamento deve essere rappresentativo delle diverse voci del paese, poi ci può essere anche una legge che favorisca la governabilità, ma non può tranciare le voci che debbono essere rappresentate nel Parlamento. Penso che sia preziosa la rappresentanza di questa lista. Al Senato voterò Vendola, sto in in Lombardia e non voglio avere il rimorso di consegnare Vendola al Monti/Bersani (come probabilmente succederà). Ciao

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  2. Capisco la tua scelta, probabilmente se votassi in Lombardia, mi verrebbe la stessa tentazione, ma ti confesso che Vendola è stato per me una enorme delusione, ed ancora oggi non riesco a capire perchè sia stato così codardo da non mettersi lui al centro di un polo altermativo simile a "Rivoluzione civile", si sarebbe trattato di una lista che poteva raccogliere molti più consensi.
    La mia impresisone è che Vendola scioglierà presto SEL ed aderirà al PD, ma spero tuttora di sbagliarmi.

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