martedì 18 gennaio 2011

REFERENDUM E DEMOCRAZIA

Ma la Camusso ha ragione a invocare il rispetto del risultato del referendum? Si dice, lo dicono praticamente tutti i commentatori che questo referendum è l’immagine stessa della democrazia, lo dice la FIM che la democrazia ha decretato la scelta del sì all’accordo, ma tutti costoro hanno davvero ragione?

Io credo di no, e per argomentare questa mia opinione, tento di rifare sinteticamente la storia recente di questa vicenda.

Qui, come è già stato autorevolmente detto da tanti, non si sta parlando di un accordo. Qui il ruolo giocato dalle organizzazioni sindacaòli non FIOM è stato del tutto passivo. Il padrone, l’AD della FIAT Marchionne che, data la situazione data, è davvero il padrone di tempi che furono e speravamo definitivamente superati, ha fatto tutto da sé, ha scritto un testo e l’ha sottoposto alle organizzazioni sindacali con la formula “prendere o lasciare”, definendo nel contempo una procedura referendaria come accettazione da parte dei lavoratori di quanto aveva imposto al tavolo della trattativa, mai effettivamente avvenuta.

Il referendum è cioè stato imposto dal padrone, mentre, con tutta evidenza, esso doveva svolgere una funzione interna alle organizzazioni sindacali. Non è però una semplice questione di chi lo indice questo referendum, è che esso doveva tenersi prima e non dopo la sottoscrizione da parte dei sindacati non FIOM. Se queste organizzazioni sindacali avessero avuto così tanto a cuore la democrazia, allora essi avrebbero dovuto consultare i lavoratori prima di sedersi al tavolo col padrone. Ciò avrebbe avuto l’effetto ovvio di sancire un’unità sindacale imposta dai lavoratori, ciascuna organizzazione sindacale avrebbe cioè vincolato i propri comportamenti alla volontà espressa dai lavoratori.

Invece, si è avuto un totale capovolgimento delle procedure, essi hanno firmato un accordo separato e il padrone, la controparte, e non loro ha consultato i lavoratori.

Questi soloni della democrazia dovrebbero forse ricordarsi che votare non è sempre esercizio di democrazia, molti dittatori impongono un loro referendum, o con me o contro di me, e in tali evenienze questi stessi soloni non esiterebbero a dire che in tali condizioni la consultazione popolare deve soltanto sanzionare ciò che di fatto è già stato deciso.

Mi chiedo quale processo di ottundimento mentale si stia propagando per il mondo, con pochi potenti che riescono ad imporre a popolazioni distratte, pigre e codarde la loro volontà, Non è bastato che tali potenti, con un comportamento irresponsabile abbiano trascinato l’intero mondo in una crisi finanziaria di cui ancora non si vede l’uscita, innumerevoli replicanti del credo liberista stanno sempre lì pronti a spiegarci che la realtà è questa, che, sebbene sia sgradevole, è inutile opporsi alla realtà.

Diciamolo allora chiaramente che è non solo possibile, ma addirittura doveroso, porsi prospettive di un mondo differente, denunciando la sostanziale follia di teorie che, se portate alle estreme conseguenze, determinerebbero la stessa estinzione dell’umanità: di fronte alle teorie distruttive dominanti, non bisogna esitare un istante a qualificarle come follia a cui opporsi con qualsiasi mezzo.

2 commenti:

  1. Una volta, ai miei tempi, succedeva che i sindacati elaboravano una proposta e prima (prima) di andare al tavolo indivano votazioni tra i lavoratori affinchè li delegassero. Succedeva di rado che le mozioni non passassero, perchè sempre ai miei tempi quando un sindacato veniva a farti l'assemblea si comportava da vero politico (e lo dico con dispiacere) e cercava di farti passare la sua opinione, che a volte solo in teoria coincideva con gli interessi dei lavoratori. Comunque era un modo per aggiustare il tiro in caso non avessero maggioranze significative.
    Come ho detto da me in ambito sindacale non può valere la regola democratica del voto in più (non dovrebbe nemmeno in politica ma tant'è), un sindacato è tenuto a cercare la più larga convergenza possibile: probabile che in Fim e Uilm queste regolette non scritte se le siano dimenticate!
    Accettare referendum di questo tipo, prima a Pomigliano e poi a Mirafiori, non solo non è da sindacato serio (e d'altronde la Fiom manco lo riconosce) ma è anche un po' stupido perchè rischi come è successo di essere sbugiardato dai tuoi stessi rappresentati.
    Comunque, segno dei tempi in cui viviamo.

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  2. caro Vincenzo, un'operaia intervistata ha detto: "col 46% abbiamo vinto noi, perchè eravamo da soli, con un unico sindacato (la Fiom) contro cinque!"...
    Bonanni ha il coraggio di dire che non sono più gli anni sessanta (infatti, siamo tornati all'800!), ma intanto preleva dalla busta paga (vale il silenzio assenso) una quota di 30 euro per la trattativa firmata, anche se uno non è iscritto!

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