mercoledì 26 gennaio 2011

PUNTARE IL MIRINO SUI CORTIGIANI

Vorrei ripartire dalle considerazioni che ho fatto in un recente post: Berlusconi non appare più come il gran capo che tira i fili della situazione, ma come un burattino che non ha più energie e voglia di occuparsi di affari governativi e statali, tutto preso dall’esigenza di difendersi, di mantenere il proprio ruolo di califfo, di potere coltivare impunemente i propri vizietti, anche quando configurassero reati penali.

Se questo è vero, allora il vero fronte che si oppone a una svolta politica non è tanto il califfo stesso, ma quella che dovremmo ormai definire la sua corte, un manipolo di fedelissimi che occupano posizioni di grande potere non in base a propri meriti, ma proprio in quanto servi fedeli del padrone. Un padrone dicevo latitante ormai dalla scena politica vera e propria, ma ancora indispensabile a questa corte per mantenere i propri privilegi, quello che col suo nome, la sua fama, il suo istrionismo, è ancora l’unico a potere garantire consensi elettorali sufficienti a costoro per mantenersi al potere.

Guardare i talk-show politici, se ha avuto mai un senso, lo sta perdendo, perché ormai i vari membri del PDL vanno lì a urlare, a sovrapporre la loro voce a quella di chi argomenta in maniera opposta, senza più alcun ritegno ad apparire come dei semplici e indiscutibili maleducati, incapaci di articolare un’argomentazione in maniera vagamente comprensibile.

Sembrerebbe impossibile uscire da questa situazione, un gruppo che ha tuttora la maggioranza del parlamento, e il cui unico fine appare quello di mantenersi in sella. Le cose non sono esattamente così però, perché comunque il problema della successione diventa sempre più di attualità, e connesso ad esso sorge la questione della competizione. Defezioni se ne intravedono, fedelissimi come Emilio Fede tentano di tirarsi fuori dalle inchieste, e comunque non tutti sono disponibili a svolgere il ruolo di pasdaran come fa la Santanchè. Sono piccoli sintomi, piccoli smottamenti, ma le frane, anche quelle impetuose, così cominciano, con spostamento minimi di terreno, e che poi a poco a poco crescono.

Abbiamo a questo punto due distinte strategie per l’opposizione. L’una si mostra rassicurante verso la corte del califfo, dicendo che gli va bene anche un governo a guida PDL, ma senza Berlusconi. E’ quella sposata dal PD, oltre che dal terzo polo, che tenta quindi con l’arma della carota, chiedendo il solo sacrificio del capo, ma dando un lasciapassare alla corte: vi salveremo se mollate il vostro capo. A mio parere, è una strategia fallimentare. La corte è la reale protagonista della resistenza, non ne è un semplice complice, e deve procedere con la logica implacabile del “boia chi molla”, tutti a guardarsi per attaccare chi in qualche modo anche indiretto può fare sospettare una sua defezione. Non è un caso che oggi una nullità come la Santanchè abbia assunto un potere straordinario proprio per il suo estremismo addirittura patetico, ma ritenuto comunque adeguato al clima.

C’è in realtà una strategia alternativa, consistente invece in un forte attacco non più tanto allo stesso Berlusconi, ma alla sua corte. Se costoro, persone assai modeste da molti punti di vista, si rendono conto di essere nel mirino al posto del loro capo, essendo fondamentalmente dei codardi, allora potrebbero cominciare a disertare. L’attacco va portato appunto sottolineando le loro personali responsabilità: confermare la fiducia a questo governo, risulta una complicità oggettiva con Berlusconi, e quindi rischiano di condividerne la sorte. Quando egli cadrà, essi pure cadranno, a meno ché non rifermino oggi: insomma, la’rma del bastone piuttosto di quella della carota. Bisogna farli sentire nel mirino, attaccarli ad uno ad uno, elencando le loro personali responsabilità, magari rivangando antiche malefatte anche ricadenti alla prima repubblica. Bisogna colpirli ad uno ad uno, difficilmente troveranno una solidarietà come la trova il capo, proprio perché come capo è garante della loro stessa sopravvivenza politica. Mi chiedo, se fosse colpito ad esempio Cicchitto, chi mai solidaridazzerebbe con lui, con tutti gli odi reciproci che affollano il PDL?

Avrà l’opposizione questo minimo di capacità di adottare una tattica davvero efficace? Purtroppo, ne dubito, data la modestia di questo personale politico.

9 commenti:

  1. L'idea è buona e in un paese normale basterebbe attaccare la corte per far cadere il re. Purtroppo però non siamo un paese normale e una strategia del genere è già stata adottata senza che abbia prodotto grossi risultati nella opinione pubblica (Scajola, Bertolaso, la cricca, Verdini, anche la sfiducia a Bondi va in questo senso).
    Mi pare che per il popolo di cdx conti solo B. e a lui tutto è concesso, per cui non se ne esce. Per ora.

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  2. A me sembra che i politici non si rendano conto che il problema non è Berlusconi solo ma tutta la sua cortigianeria, che essendo alle dipendenze del suo datore di lavoro, non solo ha l'obbligo di tentare il tutto e per tutto, ma non potrà mai dissociarsi da Berlusconi. La sua corte è tutt'uno con Berlusconi. I partiti politici hanno sottovalutato la natura del PDL convinti che si potesse considerare alla stregua degli altri partiti. Io credo che neppure isolarli servirebbe a molto e poi sarebbe un lavoro certosino, lungo estenuante..

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  3. E' proprio come dice tu, i suoi fedelissimi sanno che senza di lui non sarebbero nessuno ed è per se stessi che lottano, per mantenere le proprie posizioni di potere, o anche semplicemente per poter prolungare la legislatura ed ottenere il minimo per la pensione. Attaccarli singolarmente non so fino a che punto sarebbe efficace, perchè comunque direbbero che è un modo trasversale per colpire Belusconi, e poi non vedi che nessuno ha più la dignità di dimettersi, arrivano spudoratamente a negare l'evidenza! Comunque ci proverei, certo sempre meglio che rimanere inermi! Inoltre vorrei che anche loro nei talk show fossero più aggressivi. Per esempio, quando il premier ha telefonato a Lerner definendo quello studio televisivo un postribolo, gli avrei risposto " Veramente è lei, Presidente, ad essere indagato con l'accusa di aver trasformato casa sua in un postribolo!". Bisogna scendere al loro livello e rispondere a tono! Basta col politically correct, à la guerre comme à la guerre!

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  4. Ultimissime: la Minetti inferocita nei confronti di Berlusconi, oltre ad averlo definito un uomo di m..., un vecchio dal culo flaccido, aggiunge " la politica è un casino, cade lui e cadiamo tutte noi....". Come vedi è d'accordo anche la Minetti...:-D
    Guarda, molto probabilmente, Berlusconi riuscirà a scansarsela anche questa volta, ma tu non sai la goduria nell'immaginarlo furioso per come viene sbeffeggiato dalle donne con cui ha avuto a che fare nei suoi festini, per come viene ferito a morte il suo orgoglio di macho al cui fascino, povero illuso, le donne non sanno resistere, per come è stato tradito e sfruttato anche da chi si professava amico fraterno. La presa di coscienza di tutto ciò penso sia per lui peggio della persecuzione dei magistrati. Altro che grande statista!

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  5. @Rouge
    Sarà come dici tu finchè Berlusconi verrà raccontato come un sovrano feroce, fuori dalla legalità, ma, ed è questo il punto fondamentale, forte.
    Per farlo crollare, deve penetrare nell'immaginario collettivo l'idea di un Berlusconi ormai prigioniero della sua corte, impotente e preda delle suoi vizi e delle sue manie.
    Sono profondamente convinto che il consenso egli lo ha perchè è un vincente, uno che con mezzi più o meno leciti ha raggiunto il successo. Se si mostra tutta la sua pochezza dal punto di vista umano, il consenso crollerà di colpo, diventerà un perdente, un povero vecchietto vittima delle sue stesse fissazioni.

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  6. @Antonella
    Lo ha confessato lo stesso Alfano a Ballarò: senza Berlusconi, il PDL non potrebbe esistere, sono solo un'appendice di un capo, che però, e su questo bisogna battere, è ormai l'ombra di sè stesso, arranca curandosi solo di alimentare i propri vizietti privati.

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  7. @Ornella
    Mi pare che siamo d'accordo, e certo che la Minetti dice privatamente cose di questo genere del suo capo è un bel colpo. Non sarei però d'accordo a scendere al suo livello, perchè bisogna invece contrastarlo considerandolo un poveretto impotente e vittima di sè stesso. Non credo che si guadagni mai quando si sposa un atteggiamento di volgare aggressività. Si può essere aggressivi con il sorriso sulla bocca, l'ironia secondo me è sempre la migliore arma.

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  8. Ciao vincenzo!
    Secondo me è tutto espressamente ben riassunto in queste tue parole:

    "La corte è la reale protagonista della resistenza, non ne è un semplice complice, e deve procedere con la logica implacabile del “boia chi molla”, tutti a guardarsi per attaccare chi in qualche modo anche indiretto può fare sospettare una sua defezione..."

    E' una sintesi perfetta.
    Grazie,
    Lara

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  9. http://egill-larosabianca.blogspot.com/27/01/11, 15:06

    Berlusconi è ormai nella sua Salò.E a questo punto
    evidentemente rimbambito,chi può far conto sul silenzio di ruffiani e cortigiane. Condivido ma non demandiamo ai politici la politica la facciamo
    noi noi siamo la polis o meglio proviamo ad andar
    fieri di un paese che può grazie ad un passato ritrovare l'orgoglio. Ora sotto uno scenario di
    detriti.

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