martedì 25 maggio 2010

PERCHE' LETTA SI ESPONE

Di questi tempi, leggendo la stampa, non capisco più se i giornalisti siano diventati tutti matti, se facciano i finti tonti, o se io devo sentirmi incredibilmente stupido o geniale.

Mi riferisco in particolare a ciò che si legge stamane sui giornali a riguardo delle dichiarazioni di Letta che, contrariamente a Berlusconi, non indora la pillola dei provvedimenti anticrisi, che saranno definiti proprio oggi.

Tra i vari gruppi di potere interni al centrodestra, non vi è dubbio che ci siano il gruppo Tremonti, poco influente all’interno del PDL, ma sostenuto a spada tratta dalla Lega, e il gruppo Gianni Letta, probabilmente il più influente dentro il PDL, e con legami di ferro con ambienti vaticani e certi settori della grande finanza italiana.

Ebbene, l’asse Tremonti – Bossi ha lanciato nello scorso mese un attacco frontale al gruppo che potremmo chiamare per intenderci della protezione civile, e di cui ha fatto finora le spese più di tutti Scajola. Dicevo, ma mi pare che tanti mi abbiano seguito anche sulla grande stampa, che il vero obiettivo di Tremonti fosse lo stesso Gianni Letta. La conclusione ovvia è che esiste in questi giorni una sorda e violentissima lotta di potere che potremmo riassumere Tremonti – Letta, l’un contro l’altro armato. Se le cose stanno così, non dovrebbe essere difficile arguire che l’uscita di Letta, così alieno dall’occupare in prima persona il palcoscenico dei media, sia stato un atto indispensabile per colpire lo stesso Tremonti. In altre parole, Letta, nel sottolineare i sacrifici impliciti nella manovra economica del governo, contrasta quella linea minimizzatrice di Tremonti, che ancora poche settimane fa sosteneva la possibilità di evitare manovre sui conti pubblici, e fino addirittura a pochi giorni fa diceva che si trattava di provvedimenti da attuare nei prossimi due anni, che quindi non avrebbero modificato i conti dell’anno corrente.

Qui, Berlusconi, come ho già sottolineato altrove, gioca il ruolo non del capo, di colui quindi che assume le decisioni, ma di colui che prende atto, più che mediare, tra coloro che davvero assumono le decisioni, e contemporaneamente del comunicatore, di colui quindi che riesce, magari raccontando barzellette, ad attrarre voti e consensi. Letta ha stretto con Berlusconi un patto di ferro, che implicava però l’essere il gruppo dominante. Nel momento in cui un gruppo alleato entra di fatto in competizione, proponendosi come gruppo egemone, questo pato viene messo in crisi. Come ho detto più volte, i leghisti hanno bisogno di Berlusconi che costituisce il parafulmine e una figura simbolica che aggrega consensi in aree che essi non controllano. Il loro fine è però quello di depotenziarlo, di lasciarlo nel ruolo sempre più palese di burattino da ostentare al pubblico, mentre l’esistenza di un “deus ex machina” quale Gianni Letta da’ troppo fastidio, è troppo ingombrante. Così, è come se i due gruppi si sparassero mentre Berlusconi si trova in mezzo, e per quanto entrambi i contendenti facciano di tutto per non colpirlo, il livello della lotta è tale che qualche rischio lo corre anche lui. Dopo gli attacchi alla protezione civile da parte di Lega e accoliti, adesso tocca a Letta sparare le proprie cartucce, denunziando la pesantezza della manovra che Tremonti ha interesse a far passare in maniera soft. Sa come lo sapeva la Lega, che così mette a rischio lo stesso Berlusconi, ma è un rischio che deve correre, mentre Berlusconi diventa, malgrado il proprio ruolo istituzionale, sempre più marginale.

12 commenti:

  1. Vince' volevo farti sapere che non perdo nessuno dei tuoi post e li divoro, ma che non ho la faccia tosta di poterli e saperli commentare.
    Un caro saluto.

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  2. Porti una posizione interessante, anche se credo che nel post non sia spiegata in maniera molto chiara. Ad ogni modo staremo a vedere cosa accadrà, con la lotta intestina Tremonti-Letta e Fini alla porta sarà tutta da ridere.
    Saluti

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  3. Sai carissimo la cosa che più mi fa sorridere amaro? Che in queste lotte intestine sembrano iene che si contendono i pezzi di una carogna, di un animale morto che è la nostra Italia fatta di precari,di giovani senza futuro, di famiglie stanche di combattere la quoridianità, di isole di disoccupati, di privilegi politici ed economici, di reality in cui la maleducazione è la chiave del successo effimero e agognato, di botta e risposta giornalistoco-mediatica di apparente principio e di latente egoismo, di tasse intese come furti e furti diventati "errori di valutazione", e chi più ne ha più ne metta.
    Sarebbe molto meglio una degna sepoltura di questo paese che almeno se se lo mangiano i vermi serve a qualcosa.
    E i vermi siamo noi.
    Vabbè, forse la metafora è cruenta ma sapessi come sono stanca di questo teatrino...
    Sono daccordo con te e la tua lucidissima analisi e me ne dispiace perchè è tutto triste; speravo che a qualcuno il paese stesse a cuore ma qui pensano tutti al proprio orticello dimenticanmdosi che intorno è oramai terra bruciata.
    Un cordialissimo saluto

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  4. quoto aldo, ti leggo ma a volte non mi sento di commentare non per quello che scrivi, ovviamente,
    in questo momento sto sotto un treno sono tra i fortunati che con 35 anni di contributi probabilmente si vedranno bloccare la messa in quiescienza, la seconda volta nel mio percorso lavorativo che mi cambiano le regole in corso d'opera

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  5. Perchè il padrone glielo impone....
    mirco

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  6. @Aldo
    Sei molto affettuoso e direi troppo modesto :)

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  7. @AC
    Sì, forse potevo dilungarmi un po' di più, sarà per la prossima volta :)

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  8. @Luce
    Sì, ma ci stiamo anche noi, no? Qualcosa ci staremo a fare :)

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  9. @Zefirina
    E' che ci vogliono troppo bene e non ci lasciano andare :-D
    Nel frattempo i nostri figli stentanoa trovare lavoro: sfido io, se non ci permettono di toglierci di mezzo, in modo che essi prendano il nostro posto...

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  10. @Mirco
    Mah, a quel livello, non è che sia così facile definire chi sia il padrone e chi il servo :)

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  11. infatti già una dei miei è dovuta andare all'estero, per consolarmi mi dice che in Olanda lavorano fino ai 65 anni, ci potrei stare se mi offrissero anzi mi avessero offerto, specie quando i bambini erano piccoli e mi toccava correre di qua e di là, dei servizi sociali come lì

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  12. Il fatto è che, data l'emergenza(nell'emergenza)stringente, innescata dalla bamcarotta della Grecia, il governo italiano ( le cui redini sono state prese da Tremonti che funge da commissario, mentre berlusconi è diventato solo una specie di mascotte da esposizione)si è trovato a dover attuare delle forti misure economiche che contrastano con i principi attraverso i quali berlusconi è salito al potere ( cioè quello di non mettere le mani nelle tasche degli italiani).
    La reintroduzione della tracciabilità dei pagamenti per combattere l'evasione fiscale, misura già introdotta nella breve parentesi del governo prodi,il quale argomento è diventato uno dei punti di forza, se non il principale, della campagna elettorale di Berlusconi,viene a mettere in pratica, di fatto, quella politica a cui berlusconi si dichiarava contrario fin dall'inizio.
    Da quì gli scontri Berlusconi-Tremonti.
    La presa di posizione di tremonti è però inevitabile, se non vogliamo finire come la Grecia, per cui Berlusconi è stato costretto, suo malgrado, a mettersi da parte, diminuendo perfino le sue apparizioni televisive e delegando l'annuncio di queste manovre impopolari ai suoi portavoce,Buonaiuti e Letta.

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