domenica 23 maggio 2010

LOTTA ALLE MAFIE

Nell’anniversario del tragico attentato a Falcone, non possiamo evitare di fare un bilancio della lotta contro le criminalità organizzate. Il plurale è d’obbligo, visto che ormai, considerando solo le organizzazioni italiane, camorra e n’drangheta hanno ormai un potere paragonabile a quello della mafia, ed anzi qualcuno dice apertamente che la n’drangheta è ormai diventata la più potente delle tre.

Ci chiediamo dunque quale sia lo stato in quest’ambito, quanto l’azione dello stato sia stata incisiva nel contrastare l’attività di queste organizzazioni criminali. A sentire il governo, ma vedo che l’opposizione non sembra manifestare un’opinione contraria, abbiamo in Maroni un grande ministro degli interni. E’ interessante sapere da cosa derivino questi giudizi così perentori. Ad esempio, per motivi che qui non dettaglio, so per certo che per rilasciare un permesso di soggiorno, che credo abbia una validità biennale se non più breve, alla Polizia non bastano sedici mesi: non so se mi spiego, per mettere una firma e un bollo su un documento di una pagina, che in Germania richiede al massimo una settimana, alla polizia italiana occorrono almeno settanta settimane. Adesso, il ministro di polizia è proprio Maroni. E’ troppo chiedere che egli trovi una maniera per accorciare questi tempi? Come si può definire civile un paese che costringe questa gente a queste attese così assurdamente lunghe? Conoscendo la politica della Lega verso l’immigrazione, è facile arguire che questa inefficienza sia deliberata. Se così fosse però, la cosa sarebbe ancora più grave, e cioè che un organo amministrativo usa il suo potere per rendere inefficace una legga dello stesso stato che essa dovrebbe rappresentare e sostenere con la propria azione. Non vedo però né politici né stampa che reagiscano o denuncino questa situazione che è poco definire vergognosa.

Tornando all’argomento principale, c’è questa voce ricorrente, così tanto ricorrente che ci si intimidisce a chiedere le pezze d’appoggio a tale voce, che giudica molto positivamente l’azione di Maroni. Bisogna essere impertinenti come me per farsela la domanda, ma, a parte la richiesta di motivare i giudizi su politici e governanti, e ammettendo a puro livello di ipotesi che siano state tante le azioni di repressione dell’azione delle mafie, possiamo in ogni caso dire che c’è un’evoluzione positiva in questo settore? Se qualcuno adesso mi snocciola il numero dei latitanti catturati, le proprietà immobiliari sequestrate, e così via, io mi permetterei di fare una piccola osservazione. Direi dunque che questo criterio di valutazione dell’azione antimafia è insoddisfacente. D’accordo, ne catturano criminali, ma quanto ne rimangono ancora in giro? Non sarebbe questo importante nel fare conti, sapere che percentuale del totale siano quelli assicurati alla giustizia?

Il punto però che mi sembra più importante è la capacità che le mafie mostrano, di incidere sulla vita sociale di ogni giorno. Se le estorsioni continuano in maniera generalizzata in vaste aree del nostro paese, se lo spaccio di droghe della più diversa natura è tale e tanto che i luoghi ove esso viene esercitato sono di pubblico dominio, se le mani delle mafie sulle aziende continua, ed anzi si incrementa, allora in che senso si può dire che il bilancio sia positivo? Ed ancora più importante è l’atteggiamento mentale delle persone, di come esse si pongano nei confronti delle attività criminali. Tralasciando l’atteggiamento apertamente solidale col crimine, che in definitiva viene da ambienti anch’essi criminali o comunque con esso collusi, si può dire che la lotta antimafia sia un sentimento generalizzato, si può dire che le persone esprimano una capacità e una volontà di ribellione verso piccole e grandi angherie subite da parte dei grandi criminali? A me pare proprio di no, e certo il corteo per ricordare Borsellino l’anno passato a Palermo, a partecipazione numericamente così modesta, mostra non dico un allargamento del consenso alle mafie, ma sicuramente una caduta della speranza, di chi, non vedendo possibilità di sconfiggerli, finisce per cercare piuttosto un modo di convivenza, e quindi per queste vie finisce per accettare la loro presenza e il loro potere.

Oggi ci sarebbe bisogno, innanzitutto da parte della politica, di una chiamata alla lotta collettiva, una mobilitazione della parte sana del paese per superare le infamie che paralizzano questo sventurato paese, che lo tirano sempre giù quando si vorrebbe rialzare, e la prima tra queste infamie è certamente lo strapotere, checché ne dica il governo, delle grandi organizzazioni criminali.

Viceversa, il messaggio che viene dai nostri governanti è del tipo “ragazzino fammi lavorare”, il modello di un cittadino che somiglia sempre più ad un suddito, che quindi deve limitarsi a infilare di tanto in tanto una scheda in un’urna.

E’ proprio da qui che bisogna ripartire, permettendo attraverso una campagna culturale, di rimettere l’uomo al centro, l’uomo comune che riprenda nelle sue proprie mani il proprio destino lottando da sé a favore delle cose in cui crede e contro i grandi mali sociali del nostro tempo.

4 commenti:

  1. I giornali (pochi) ed i politici (pochissimi) che denunciano la situazione ci sono, certo è una vergogna che sia relegato tutto nelle mani dei magistrati che rischiano in prima persona, e con spesso la denigrazione del governo; salvo poi, il governo, nella persona di Maroni, attribuirsi il merito dei pochi successi.
    Ma è proprio nella collusione mafie/stato che sta il problema: si sta mirando ad indebolire il popolo attraverso un sempre minore potere dell'istruzione, perchè nell'ignoranza della gente sta la forza del malaffare!
    Abbiamo una classe dirigente politica da vomito anche perchè, oltre ad essere incompetente, è collusa profondamente col crimine ed il malaffare. E la cattiva istruzione, chiaramente, li aiuta moltissimo.
    Del resto tutto ciò che fai notare - a parte forse il punto che ci ho tenuto a precisare - è estremamente esatto.

    RispondiElimina
  2. La tua analisi è , come sempre lucida e realistica.
    Confido nella tua risposta. A presto.

    RispondiElimina
  3. Da te imparo molto e ti ringrazio, le tue analisi sono molto approfondite
    Giulia

    RispondiElimina
  4. E' sempre bello notare quanto due post, come questo tuo e lo stesso mio sull'argomento mafia e potere, riescano ad essere perfettamente complementari, prima ancora che in totale sintonia!

    RispondiElimina