lunedì 17 maggio 2010

EUROPA INETTA

Ieri, su “La Stampa”, Barbara Spinelli c’ha regalato un’altra perla, un articolo che potrei sottoscrivere parola per parola.

Ciò che mi pare però che vada aggiunto, è che questo stallo dell’ Unione Europea è ben più della ritrosia ad andare avanti verso un processo di unificazione politica europea, è piuttosto l’immagine della crisi della politica europea. L’Europa dal punto di vista politico è stata essenzialmente l’Europa delle socialdemocrazie. E’ vero che molti governi conservatori si sono alternati a quelli socialdemocratici nei vari paesi, ma chi “tirava la carretta”, chi è stato in grado di avanzare proposte innovative, è stata questa forma inedita di sinistra, tutta interna ai sistemi di democrazia parlamentare. L’offensiva neoliberista che possiamo far risalire a Ronald Reagan negli USA ed a Margerith Thatcher nel Regno Unito ha modificato lo stesso modo di concepirsi della gente, il Weltanschauung, come si dice in ambito filosofico. Ciononostante, l’insediamento di tali formazioni politiche era così ben radicato, che ci sono voluti più di due decenni perché entrasse in una crisi così evidente ed apparentemente irreversibile come la osserviamo ai nostri giorni.

Voglio dire cioè che è certo vero che c’è una palese ritrosia verso un'operazione coraggiosa di maggiore unione, della creazione dell'Europa come uno stato federale multinazionale, ma questa stessa unificazione non avanza perchè dietro questo progetto occorre avere una politica, quella stessa che manca non soltanto a livello continentale, ma anche nelle singole nazioni. Oggi, in Europa, ma un po’ in tutto il mondo occidentale, l’immagine non è più del Titanic in cui si va incontro alla catastrofe danzando allegramente in saloni lussuosamente addobbati. L’immagine che vedo, rimanendo nell’ambito della navigazione marittima, è quella di una cabina di comando affollata di gente che non sa che comandi dare, se svoltare a destra o sinistra, se accelerare o rallentare, ma ingombra quegli spazi così vitali per la sorte dei passeggeri, pretendendo di stare lì, seppure con atteggiamento inetto e inconcludente, pur di reclamare la propria personale importanza. Non c’è più insomma alcun legame tra lo svolgere attività politica ed essere portatore di idee, progetti, soluzioni possibili dei problemi dell’umanità.

3 commenti:

  1. Mi piace molto la conclusione del tuo post: "L’immagine che vedo, rimanendo nell’ambito della navigazione marittima, è quella di una cabina di comando affollata di gente che non sa che comandi dare, se svoltare a destra o sinistra, se accelerare o rallentare, ma ingombra quegli spazi così vitali per la sorte dei passeggeri, pretendendo di stare lì, seppure con atteggiamento inetto e inconcludente, pur di reclamare la propria personale importanza. Non c’è più insomma alcun legame tra lo svolgere attività politica ed essere portatore di idee, progetti, soluzioni possibili dei problemi dell’umanità." Ed è la stessa immagine che vedo io.
    A parte questa condivisione, adesso ti vorrei chiedere un favore: nel mio blog si sta inaspettatamente innescando una discussione su cui non può mancare il tuo autorevole parere.
    Conosco bene il mio spirito di contraddizione che a volte può sembrare indisponenete, ma ti prometto che per una volta, se interverrai, mi terrò per me i contrappunti negativi, in nome di una chiarificazione delle idee di cui tutti quanti sentiamo il bisogno.

    RispondiElimina
  2. vincenzo, sottoscrivo anche io quanto detto. come sai, questo modello globalizzatore sta volutamente distruggendo gli stati-nazione. è necessaria una svolta radicale e dal basso. in basso a sinistra, come dice el sup. di piu' non so che dire, ogni idea sembra superflua e inutile. forza e coraggio. saluti, a.

    RispondiElimina
  3. Dopo anni di discorsini sul politico bravo amministratore, padre di famiglia, ragioniere provetto, dopo anni di discorsini su l'economia che deve essere lasciata a briglia sciolta e compito della politica è far sì che la briglia sempre sia più sciolta, eccoci finalmente arrivati alla politica che ratifica, che dice sì e basta che fa del vuoto culturale ed ideale il suo vessillo. A forza di rinunciare a far politica siamo al punto che non vi è nemmeno più classe politica dirigente. C'è solo il vuoto e un sistema economico in profonda crisi che avrebbe bisogno di essere governato e diretto e che invece va alla deriva malato in una società economicamente malata.

    RispondiElimina