Come sa chi mi legge regolarmente, non sono certo tenero con la stampa, nè con i giornalisti. E tuttavia, credo che di costoro non se ne parla mai tanto male quanto meriterebbero.
Avrete anche voi letto o quantomeno sentito alle varie TV sbandierare l'ipotesi delle proroghe...
Costoro, di fronte ai problemi sorti a causa della composizione particolare del parlamento, dicono che abbiamo un governo regolarmente insediato, quello capitanato da Monti che sopravvivre dalla precedente legislatura, e basta prorgarlo per un altro po', magari un annetto ancora. Costoro si spingono fino a dire che possiamo, perchè no, prorogare per lo stesso annetto anche il mandato del Presidente della Repubblica.
Costoro presentano pubblicamente tali ipotesi apparentemente senza rendersi conto di proporre un vero e proprio golpe, abbiamo cioè una classe giornalistica che in alcuni suoi componenti ha forti tentazioni golpiste.
E non è che io esageri, perchè in particolare questa ipotesi di prorogare il mandato di un Presidente della Repubblica viola in maniera netta ed univoca il testo costituzionale che prevede una durata del mandato settennale e che non prevede eccezioni al riguardo: come si può prevedere di mettere da parte le procedure espressamente previste senza con questo atto mettersi clamorosamente fuori dall'ordinamento costituzionale? Mi chiedo quale sia la sensibilità istituzionale di gente che ha il privilegio, evidentemente in modo indegno, di rivolgersi al grande pubblico.
Fortuna che Napolitano sembra in questo periodo terminale del suo mandato volere svolgere il proprio ruolo in modo particolarmente garantista, come ha mostrato recentemente in Germania, ed oggi stesso tagliando corto su ogni ipotesi di proroga del proprio mandato.
In effetti avrei molto gradito che egli escludesse in modo altrettanto fermo ogni ipotesi di proroga del governo Monti, anche se in questo caso non vi è almeno alcuna violazione palese del testo costituzionale. L'avrei comunque gradito perchè ritengo comunque grave che si prolunghi più del dovuto il mandato di un esecutivo che non ha nulla a che vedere con il parlamento neo-eletto, che sembra l'ombra proiettata dal vecchio e tanto vituperato da tanti parlamento su quello nuovo, così profondamente trasformato nella sua composizione.
Si dice che la situazione dal punto di vista istituzionale è particolarmente complicata, ed io non lo nego. In particolare, risulta preoccupante la sovrapposizione temporale tra insediamento del nuovo parlamento, definizione del nuovo esecutivo ed elezione del Capo dello Stato.
Ebbene, più delicata è la situazione, più è necessario mantenere i nervi saldi e cercare le soluzioni che, oltre a non contraddire il testo costituzionale, si allontanino il meno possibile dal quadro ordinario che la stessa costituzione prevede.
Oggi sembra configurarsi una impossibilità di avere un governo che ottenga regolarmente la fiducia del parlamento. Non mi nascondo la indesiderabilità di una tale situazione, ma ricordo che sulla base della lettera della costituzione, il governo risulta regolarmente insediato e nel pieno delle sue funzioni e poteri già al momento di ricevere l'incarico dal Capo dello Stato, nè esiste termine temporale a questi poteri.
In realtà, la costituzione sembra imporre la condizione della fiducia parlamentare al governo più come requisito per il parlamento che per il governo, nel senso che se tale fiducia non è data, alla fine il Capo dello Stato non licenzierà il governo, ma scioglierà il parlamento.
Fatta questa premessa, e dando per scontata questa condizione sgradita della mancanza di fiducia (naturalmente, auguriamoci tutti che si possa scongiurare), rimane da capire come ridurre lo scostamento tra questo governo insediato ma non fiduciato e quella ordinaria di un governo che la fiducia invece l'ha regolarmente ricevuta.
Ebbene, mi pare che questa condizione sia meglio rivestita dal governo appoggiato dalla forza parlamentare maggiore, una specie di monocolore democristiano degli anni ottanta.
Si capisce che un governo PD-SEL, seppure non rappresenta la maggioranza del parlamento, ne rappresenta la frazione maggiore possibile, e quindi risulta comunque più rappresentativo di qualsiasi governo tecnico, molto più vicino al testo costituzionale di un governo ereditato addirittura dal vecchio parlamento come nell'ipotesi sciagurata della proroga a Monti.
Basterebbe che questo governo operasse soltanto per il tempo strettamente necessario al parlamento per approvare quei provvedimenti che una sua maggioranza qualificata elencherà puntualmente, e che sono poi le cose che sappiamo. Il primo adempimento è ovviamente costituito dall'eelezione del Presidente della Repubblica, e ciò comporta il perdurare della situazione fino a che non si insedii il presidente neoeletto.
Le leggi da approvare sono le solite elencate un po' ovunque ed anche da me su questo blog, ed è inutile ritornarci qui.
E' chiaro che il nuovo presidente sarà libero di operare come meglio ritiene restituendo compiutamente le procedure previste dalla costituzione, ma fino ad allora, non rimane che il male minore, quello che ho prima indicato.
Voglio aggiungere una notazione che non ha nulla a che vedere con ciò di cui ho fin qui parlato. Mi riferisco alla dichiarazione (l'ennesima) di Renzi che assicura di non volere pugnalare Bersani, come se ciò dovesse essere considerato un merito. In realtà, non ci si mette in politica per gareggiare con altri come fine a sè stesso, e quindi non mi pare che il punto princiaple sia il rispetto di regole di lealtà tra contendenti. Uno potrebbe obiettare a Renzi che il non attaccare Bersani possa significare non dare il proprio contributo alla risoluzione dei problemi del suo partito e soprattutto dle suo paese. Questo suo insistere sul mantenimento di un certo tipo di galateo ha, senza che Renzi se ne renda conto, degli aspetti perfino mafiosi, come se l'aspetto principale sia quello dei loro rapporti reciproci. Non le passa per al testa, caro Renzi, che della sua lealtà verso Bersdani al paese non interessi poi tanto granchè, possibile, che la gente debba stare ad ammirare questo suo usare il fioretto invece della clava? Magari con la clava lei sarebbe al governo del paese, e magari qualcuno potrebbe pensare che ciò sarebbe un vantaggio per il paese (non sono io questo, sia chiaro), vuole davvero anteporre un codice di comportamento con Bersani agli interessi (presunti) del paese?
I nostri grandi giornalisti o hanno una mentalità golpista o non hanno letto la Costituzione o l'hanno letta come si legge un magazine.
RispondiEliminaRiguardo all'istituto della fiducia leggendo l'art. 94 penso che sia un istituto di garanzia con un aspetto bivalente. Governare senza fiducia implica o le dimissioni del Governo o lo scioglimento delle Camere. Negli aspetti "frizionali" ci rendiamo conto della grande autorità che la Costituzione affida al Presidente della Repubblica. Solo nel semestre finale diventa limitato nelle prerogative.
Riguardo al perdurare in carica del Governo Monti, nel caso fosse una scelta di lungo periodo del Presidente della Repubblica, penso che si debba fare ricorso alla fiducia del nuovo Parlamento e come se fosse un nuovo governo. ciao
PS. avevo voglia di commentare il tuo post sulla definizione destra/sinistra, non ho avuto tempo, spero di poterlo fare a breve
Io, Francesco, consideravo lo scenario peggiore, che purtroppo è anche il più probabile. Se non v'è governo che riesca ad ottenere la fiducia e le camere non possono essere sciolte, si può configurare una situazione in cui il governo opera regolarmente per l'ordinaria amministrazione solo perchè nominato dal capo dello stato, ciò è perfettamente in accordo col testo costituzionale. Così, si consentirebbe anche al parlamento di operare per introdurre le riforme che si considerano ormai inprocastinabili.
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