domenica 3 giugno 2012

BUONA CONVIVENZA CON LA CRISI !


Vi devo fare una grave confessione: mi sento censurato.
No, non è che abbia ricevuto da qualcuno inviti più o meno pressanti o più o meno minacciosi di smettere di scrivere certe cose, niente di tutto questo.
Ciò di cui parlo, è in effetti una forma di censura ben più sofisticata, e consiste sostanzialmente nell’essere ignorato.
Non è che io pretenda che il mio blog sia letto e commentato in una misura che io ritenga sufficientemente alta, no, so che questo blog è poco frequentato e riceve ben pochi commenti, credo che riceva visite e commenti nella misura che merita, non è che me ne voglia dolere...

Il fatto è che si tratta di una specie di censura specifica che tra l’altro non si nota granchè sul blog, visto l’usuale basso numero di interventi, ma si conferma invece chiaramente quando le stesse cose le dico su altri siti, alcuni molto frequentati e che ospitano vivaci dibattiti sui più svariati argomenti.
Badate, non è che io pretenda di ricevere consensi, ma certo mi sembrerebbe quasi ovvio che mi si smentisse, che si tentasse di argomentare contro le mie tesi: niente, o il silenzio o, ancora più gravemente, l’invito a tacere.
Mi riferisco a ciò che vado sostenendo da un po’ di tempo a questa parte, nulla di così originale, tutta roba sentita in giro su TV, letta sulla stampa e sul web, ma con la solita moda di dire una cosa in un momento e poi rimuoverla, ed argomentando a prescindere da essa, come se quella tesi non esistesse neanche, come se anche per argomenti d’economia si andasse per mode.
Il punto che tento sempre di richiamare nei miei interventi a proposito dell’attualità economica, è che le questioni interne ai paesi dell’area euro, certamente molto importanti, rischiano di essere poste in modo sbagliato se collocate al di fuori del contesto in cui sono sorte.
Non credo di dire qualcosa di contestabile ricordando che la crisi è scoppiata nel 2008 a seguito dello stato di fallimento del sistema bancario globale, che ha la sua testa nei paesi anglosassoni (USA e UK), a seguito della cosiddetta bolla speculativa innescata dai titoli tossici. Ricordo per chi l’avesse dimenticato che alcune banche fallirono davvero, il caso più clamoroso fu quello della Lehman, e tanti altri colossi bancari riuscirono ad evitarlo solo perché la Federal Reserve le salvò fornendo loro la liquidità necessaria.
Non credo che possa neanche essere contestato che con tale procedura si eliminò il sintomo del problema, come un antipiretico dato a un paziente con la febbre alta, ma non s’intaccò minimamente il problema in sé, la causa vera della crisi, e cioè la presenza sul mercato globale di una quantità stratosferica di titoli tossici, cioè basati su crediti inesigibili, e tossici già per il loro vertiginoso ammontare. Questa causa non si poté rimuovere non per cattiva volontà, ma perché non esiste al mondo una quantità di denaro tale da coprirne il valore facciale. L’unico modo sensato di eliminarli, sarebbe quello di bruciarli, ma a ciò seguirebbe immediatamente il fallimento dell’intero sistema bancario, anche delle banche meno esposte, per i forti legami che esse hanno tra loro (sistema interbancario di copertura reciproca). Per questo stesso motivo, cioè la sopravvivenza delle banche, l’ammontare dei titoli in circolazione continua a crescere (vecchi titoli rinnovati più gli interessi necessari a mantenere in vita le banche e le loro non modeste spese di funzionamento), tanto che chiunque sia dotato di proprietà intellettive dovrebbe riconoscere che il fallimento appare inevitabile e che piuttosto che tentare di esorcizzarlo, bisognerebbe prepararsi a questa evenienza.
Queste stesse considerazioni9 le ho ripetutamente richiamate su questo blog, ma apparentemente senza suscitare grande reazioni. Come dicevo, ho anche tentato di porle in altri ambiti a persone che hanno competenze di economia maggiori delle mie, e che magari hanno anche maggiore accesso ai grnadi mezzi di comunicazione.
Qui di seguito, riporto un elenco di link che si riferiscono a questi miei interventi:
-  sono poi stato sul blog del prof. Giannuli che, pur non essendo un economista, evidentemente ne ha competenza, visto che recentemente ha dato alle stampe un libro dal titolo “Uscire dalla crisi è possibile”. Sono intervenuto su questo argomento per due volte:
ma la reazione, non soltanto dell’ospitante, ma anche dei commentatori, è stato il silenzio.
- sono poi approdato sul blog di un economista doc, il prof. Bagnai, e dovete necessariamente leggere come sono stato trattato a questo link:
- sono poi intervenuto più volte sul blog del noto giornalista Gad Lerner, l’ultima volta appena ieri:
http://www.gadlerner.it/2012/06/01/per-i-super-ricchi-la-crisi-non-esiste.html 

E’ curioso qui osservare come i commentatori (Lerner interviene di persona molto raramente) seguano un loro pensiero che magari ha ben poco da spartire col post proposto, ed inoltre vanno a tempo, scrivono molto fino a un certo punto, poi i commenti si esauriscono, si può dire definitivamente. In realtà, un blog così funziona come una chat, si chiacchiera, ci si insulta, ed è questa la finalità piuttosto che l’affrontare una determinata problematica.

L’attualità ci propone lo show di Obama che, in corsa per il rinnovo del mandato presidenziale, non fa che rimandare la palla nel campo europeo, con una sua (perversa) logica, che almeno per le sue elezioni l’europa in effetti potrebbe fare qualcosa di utile, nessuna soluzione dei problemi che proprio gli USA hanno creato, ma un rinvio che per i suoi personali interessi sarebbe provvidenziale, e dall'altra parte una sinistra europea del tutto istupidita che tifa per gli eurobonds e per Hollande che se ne fa promotore, e per robetta come questa che non risolverebbe neanche mezzo problema, incapace di vedere come oggi il capitalismo non ha soluzioni praticabili, proprio quando la sinistra non ha ambizioni rivoluzionarie.
Trovo sconvolgente che si sia diffusa l’opinione che i nostri guai derivino dalla Germania, la Merkel in effetti propone risposte che sono le peggiori possibili, ma ciò che la Francia di Hollande propone non risolve minimamente il problema, nessuno mostra ricette all’altezza dei fatti, e in sostanza gli USA e l’UK sono riusciti a farci beccare tra noi a livelli che comincio a considerare preoccupanti per lo stesso mantenimento della pace nel nostro continente.
Dicevo tempo fa che era meglio un divorzio consensuale di una convivenza litigiosa. E’ inutile insistere con un’Europa visibilmente decotta. Si può provare con un’Europa davvero federale, ma ciò può avvenire solo se si è disposti a fare scelte coraggiose e drastiche, cosa oggi del tutto inimmaginabile.
Rimango dell’opinione che in un mondo dominato da questa mentalità di rapina, non ha senso essere a priori a favore di una maggiore internazionalizzazione, finchè esistono le nazioni, e penso che ciò sarà per un tempo lungo, è doveroso difenderne la sovranità.
Ogni soluzione vera passa per un rifiuto della logica di mercato come fine ultimo, in quanto sottomette ad esso l’economia invece che sottometterla alla creazione di lavoro e quindi all’uomo.
Da qui, si potrebbe e si dovrebbe partire, ma si parla d’altro, e la prospettiva di un possibile processo di impoverimento collettivo provoca crisi isteriche piuttosto che essere considerato come un fatto ineluttabile e da gestire nella maniera migliore.
Finchè continueremo a pensarla così, ogni uscita dalla crisi sarà impossibile, e non mi rimane che augurare:

BUONA CONVIVENZA CON LA CRISI !

6 commenti:

  1. Sono a dir poco disgustata da come sei stato trattato dal prof. Bagnai. Ho sempre ritenuto che la cultura dovesse rendere le persone più civili, in questo caso ho visto invece solo ed esclusivamente l'esibizione della protervia di un individuo che di sicuro si è sentito "minacciato" da chi aveva la capacità culturale ed oratoria di contrastare le sue teorie.
    Riguardo ai pochi commenti relativi ai tuoi post penso che molti di noi che ti leggiamo non si sentano all'altezza della tua preparazione ed eloquenza e preferiscano limitarsi ad apprezzare ciò che scrivi, ritenendosi incapaci di argomentare con altrettanta sagacia e proprietà di linguaggio. Se io trovo il coraggio di farlo è perchè la tua enorme signorilità, supportata da una profonda e reale cultura, mi permette di esprimere, anche se in modo elementare, le mie opinioni.

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  2. Scusami Ornella, naturalmente ti ringrazio per le manifestazioni di stima che manifesti nei miei confronti, ma credo che tu sia troppo generosa con me e troppo poco verso te stessa, e questo non va bene (pensa al tuo blog tanto frequentato, tanto per fare un esempio).

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  3. Io non sono affatto troppo poco generosa verso me stessa, anzi sono una che ha grande autostima per quello che sono stata come insegnante, come figlia e continuo ad essere come moglie, madre ed amica. E ritengo che la grandezza di una persona consista anche nel riconoscere i propri limiti e la superiorità altrui in alcune situazioni. E tu sei di gran lunga più colto e preparato di me ed io non provo alcun disagio ad ammetterlo.
    Per cortesia, mi puoi spiegare cosa intendi dire quando affermi che il mio blog è tanto frequentato visto che io non gestisco un blog? Perchè l'aver creato un account è stato da parte mia il solo modo per poter commentare i post altrui. Forse intendevi dire che molti hanno cliccato sul mio nome per andare a vedere il mio profilo?

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  4. Scusami, ho fatto confusione io, tutto qui (confusioni da web...)

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  5. Buonasera, ho più volte provato a leggere e capire quanto scrive ma, sinceramente, faccio tanta fatica! Se si sente ignorato, però, accolgo la provocazione ... vorrà dire che metterò più impegno nel tentativo di comprendere!
    un saluto, P

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  6. @Princi
    Se non si capisce, certo la colpa è mia, non mi esprimo abbastanza chiaramente. Potrei tentare di spiegare se ci fosse qualche punto specifico che risulta più oscuro.

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