mercoledì 21 settembre 2011

MA QUANT'E' DURA ESSERE UN CAPITALISTA ITALIANO!

Però, questi industriali nostrani mi fanno tanta pena.

A primo acchito, mi ricordano una vecchia telenovela, che s’intitolava “Anche i ricchi piangono”, e di questi tempi, piangono tanto, basta pensare quanto perdono giornalmente per le disavventure sui mercati finanziari.

Ora, io dico, è almeno dal 2008, da quando cioè ha vinto nuovamente le elezioni, che Berlusconi si comporta allo stesso modo.

La vittoria del 2008 è stata per certi versi clamorosa, questo brianzolo si è trovato di colpo con una consistente maggioranza in un Parlamento che con il sistema elettorale tuttora in vigore era costituito da suoi nominati, una dittatura strisciante insomma.

Psicologicamente, si capisce che egli abbia avvertito questa situazione come un suo completo trionfo, e che si sia generato un sentimento di demotivazione verso la politica.

Un uomo che ha vinto troppo, prima come imprenditore, e dopo nella politica. Si potrebbe a lungo disquisire su che paese sia l’Italia, in cui una persona di cultura modesta, riesca praticamente solo in virtù di una eccezionale forza di volontà, uno che interpreta la discussione come il raccontare barzellette, sia riuscito a prevalere con tanta facilità, dove stiano insomma i meccanismi di selezione.

Fatto sta che, dopo aver superato i settanta anni, l’unico suo interesse sia diventato il sesso in forme e modi inconsueti.

Ora, si sa che il giusto per il Corano avrà dopo la morte un harem di svariate vergini, e questo circondarsi di giovani fanciulle tutte a propria disposizione è un mito archetipico direi, del maschio. Il punto non sta nei propri sogni che magari nessuno di noi si può scegliere, ma nel distinguere tra sogno e realtà. Ebbene, Berlusconi ad un certo punto si è sentito così potente, e nello stesso assolutamente privo di qualsiasi vincolo morale, che ha deciso di accedere a questo sogno.

La cosa in sé non sarebbe di grande interesse, salvo verificare almeno la maggiore età delle signorine compiacenti, ma diventa invece della massima importanza e gravità per via dell’entourage davvero raccapricciante che si viene a creare attorno alla sua persona, entourage di cui diviene in sostanza prigioniero.

Ora io dico a Confindustria, alla Marcegaglia ed ai suoi colleghi industriali, ma voi dov’eravate? Posso capire che fino alla vicenda di Noemi la cosa non fosse nota, ma dopo, chi, mi chiedo chi può davvero dire che non sapeva?

E le vicende della Protezione civile, possono dire Gianni Letta e lo stesso Tremonti che non sapevano di ciò che faceva Bertolaso, di cosa facesse Baldini? Ma siamo quindi in un paese di ciechi?

Dove eravate, e parlamentari della maggioranza, dove siete oggi? Cosa osservano i vostri occhi così ostinatamente da non vedere ciò che non si può non vedere?

La verità è che non esiste uno spirito di interesse generale. Il governo Berlusconi andava pungolato, qualche piccola critica di contorno, ma poi, se c’era qualcuno che rubava, se il problema del debito non veniva minimamente affrontato, se l’efficienza delle strutture statali diminuiva, magari per fattori corruttivi, tutto questo non era importante, finchè la barca va.

Quando si svegliò Confindustria? Quando le grandi finanze internazionali, i famosi squali, hanno scelto l’Italia come loro prossima preda. A questo punto, l’aplomb confindustriale, la proverbiale riservatezza di tali ambienti è di colpo cessata, ed ieri finalmente sono state chieste esplicitamente le dimissioni del governo. Il fatto è che alla fine di ogni giornata, questi nostri piccoli capitalisti guardano le loro azioni, e devono accorgersi di quanto hanno perso con il calo delle quotazioni di borsa, guardano ai titoli di stato che hanno in portafoglio e, al crescere dello spread, calano le quotazioni di quello che una volta si considerava il classico bene rifugio.

Per questo, i capitalisti sono i primi a chiedere di pagare loro stessi la patrimoniale, perché essi la pagano ogni giorno già adesso, e senza ottenere alcun miglioramento dei bilanci pubblici.

Messi nel banco degli accusati dai loro ben più potenti colleghi internazionali, ora chiedono di essere tassati, chiedono rigore, naturalmente nei confronti dei poveri, ma sanno nello stesso momento che non hanno carte in mano, che se gli squali seguiteranno a vendere i nostri titoli di stato, potrebbero portare i tassi d’interesse così tanto in alto, da rendere impossibile il loro pagamento, qualunque siano i sacrifici che ci imporranno.

Ecco che la Marcegaglia, dopo avere scacciato il tristo Berlusconi, a quattro zampe andrà a chiedere la clemenza degli squali: ma che squali sarebbero se praticassero la clemenza verso le proprie vittime?

3 commenti:

  1. Quello che sta succedendo nel nostro Paese è pazzesco! Sono sfinita! Mi rimane un'ultimissima speranza per domani e cioè che l'auspicato arresto di Milanese trascini con sè Berlusconi ed il suo maledetto governo. Ma cosa aspettiamo noi italiani a scendere in piazza? Ma com'è possibile che si assista inermi davanti alla disfatta del nostro Paese?

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  2. La cosa in sé non sarebbe di grande interesse, salvo verificare almeno la maggiore età delle signorine compiacenti, ma diventa invece della massima importanza e gravità per via dell’entourage davvero raccapricciante che si viene a creare attorno alla sua persona, entourage di cui diviene in sostanza prigioniero.

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