Oggi, facendo una pausa rispetto ai temi consueti, riporto due passi di Wittgenstein, una delle menti più lucide dell'intero ventesimo secolo, colui a cui devo le mie convinzioni filosofiche, una mente davvero profondache in verità nessuno dopo di lui ha tentato di confutare, ma o è stato fonte di ispirazione, o è stato semplicemente ignorato allo scopo di evitare di confrontarsi con le sue riflessioni.
Come leggerete, qui egli non traccia considerazioni di natura propriamente filosofica, ma getta uno sguardo, come sempre molto penetrante sulla nostra epoca, ed io trovo che tali considerazioni siano quanto mai attuali.
La civiltà è come una grande organizzazione che indica a chiunque le appartenga il posto in cui può operare nello spirito del tutto, in modo che la sua forza con pieno diritto possa misurarsi sul risultato nel senso del tutto. Ma in un'epoca come la nostra, di non civiltà, le forze si frantumano e la forza del singolo viene consumata da forze contrarie e da resistenze d'attrito, e non trova espressione nella lunghezza della via percorsa, ma forse solo nel calore che ha generato superando tali resistenze.
Lo spettacolo che offre quest'epoca non è quello del divenire di una grande opera di civiltà, nella quale i migliori collaborano allo stesso grande scopo, ma lo spettacolo ben meno imponentedi una moltitudine dove i migliori perseguono solo fini privati
Plastica ovunque
3 minuti fa
Forse oggi, addirittura, i migliori sono già scomparsi.
RispondiEliminaStupisce come certi filosofi possano apparire come vaticinatori di ciò che sarebbe avvenuto in futuro.
Questo blog è mente che soffia. Devo ammettere che in un primo momento ho pensato che non avevo nulla di interessante da offrire, ma dopo aver letto alcuni post la mia opinione è cambiata radicalmente.
RispondiElimina