martedì 20 settembre 2011

LA MERKEL E GLI APPRENDISTI STREGONI EUROPEI

Ieri, la Merkel, cancelliere tedesco, ha pronunciato una frase, la cui riulevanza a mio parere non è stta sufficientemente colta.

Come forse sapete, la merkel ha detto che se cade l’euro, cade l’Europa.

Due quesiti si pongono rispetto a tale affermazione, l’uno è il suo significato, e l’altro quale sia l’interlocutore a cui essa è rivolta.

Partendo da quest’ultimo aspetto, abbiamo tre classi di interlocutori. Il primo è interno alla Germania, ed è costituito dal parlamento tedesco. In questo il monito starebbe nel non essere troppo severi nel concedere prestiti ed aiuti ai partners dell’eurozona. Il secondo sarebbe lo stesso mercato finanziario, a cui si direbbe che stanno scherzando col fuoco: pensano di fare un’operazione speculativa, e in realtà determinano un caos a livello di politica internazionale. La terza ipotesi è esterna alla Germania, ma interna all’eurozona. In tal caso, il monito starebbe nel non pensare di abbandonare l’euro, magari dopo aver scelto di fare default, perché ne seguirebbero conseguenze polticihe complessive nello stesso tema delle alleanze.

Tutte le tre ipotesi che ho descritto sembrano plausibili, e nulla vieta che la frase sia rivolta a tutti questi tipi di interlocutori.

In ogni caso, rimane fermo il concetto di far coincidere destino della moneta unica e dell’Europa. Questo è appunto l’aspetto che trovo estremamente grave, di affermare che il fallimento di una ipotesi di tipo in fondo solo valutario, possa trascinare con sé lo stesso processo di integrazione europea.

Per la Merkel quindi, l’Europa può essere costruita solo attraverso un processo finanziario-tecnicistico-dirigistico: come si possono fare allegramente affermazioni così pesanti?

Se davvero domani l’Italia decidesse per l’uscita dall’euro per potere attuare il default, si dovrebbe aspettare uno scontro aperto e totale con la Germania. Dicevo in un precedente post che questi politici europei mi appaiono come degli apprendisti stregoni, incapaci di cogliere il pericolo insito nei propri stessi atti di governo. Se davvero, come ipotesi peggiore di tutte, il messaggio della Merkel è indirizzato ai paesi in difficoltà come la Grecia e l’Italia, allora esso suona come una minaccia vera e propria, e le minacce non si sa mai a cosa portano, senza accorgersene, perfino le armi possono essere evocate.

Purtroppo, la Merkel è in buona compagnia, tutti questi tromboni che blaterano di Europa e parlano in verità di portafoglio. Ora, parlare di portafoglio è cosa del tutto rispettabile, ma utilizzare gli ideali di integrazione europea col loro forte carico geopolitico per questi bassi scopi è un gioco sporco, e chi si presta a confondere denaro ed ideali, confondere dico e non tenerne conto, che è tutt’altra cosa, è un criminale che neanche sa di esserlo, e quindi doppiamente pericoloso.

Con l’infelice frase della Merkel, è stato varcato quel sottile confine tracciato tra interessi economici e politici in senso complessivo. Questa donna piccola piccola, che qualcuno osannava anche in rete perché la Germania cresce (ha già smesso, eh!), sta trasformando una questione valutaria, di importanza limitata, in una questione di politica internazionale. Tutti dovrebbero ricordare che la Germania già in passato è stata vittima della sindrome di accerchiamento, e sappiamo tutti come è andata a finire, ci sarà sempre qualcuno disposto a suscitare sentimenti esterofobi: possibile che la Merkel sia tanto sprovveduta da non cogliere quanto la sua frase possa avere effetti dirompenti?

8 commenti:

  1. non ci capisco un accidente di finanza ma fare affermnazioni del genere credo che minino qualsiasi stabilità e precludano ad un risamento del mercato finanzirio, orami l'euro esiste cerchiamo di renderlo più stabile

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  2. Acuta analisi. In più, la Merkel sta rendendo sempre più chiaro ed evidente di quali interessi sia la portavoce: non certo di quelli del popolo tedesco, bensì dei grandi capitali economico-finanziari. Letta in questo contesto, lei è il tramite di una esplicita minaccia a chi sta anche solo pensando di sgarrare.

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  3. Se leggi il mio post di oggi finisce che potrai accusarmi di merckellismo, anche io adombro che una uscita dell'Italia possa far fare un passo indietro all'Euro e ai trattati comunitari. Perché la maggior parte dei trattati sono economici. Ciò nonostante sono d'accordo con te che trattasi di frase dirompente in bocca alla Merkel. L'Europa dovrebbe ripartire dai popoli e dai disoccupati.

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  4. @Francesco
    Purtroppo, è impossibile ripartire dai popoli e dai capitali, dato che viviamo in un Europa fatta di economia e finanza.

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  5. @Zefirina
    No, secondo me l'euro è già morto senza alcuna speranza. Nei giorni passati, anche i titoli francesi hanno avvertito un certo movimento con tassi crescenti. Pensare che ci sia qualcuno in Europa che possa opporsi alla speculazione internazionale è pura follia, le risorse non esistono, neanche l'eurobond potrebbe essere utile.
    Di fronte a una lunga agonia, non resta che separare la sorte dell'Europa dalla sorte dell'euro, sembrerebbe abbastanza logico e facilmente comprensibile: perfino la merkel avrebbe dovuto capirlo! :-D

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  6. @BC
    Forse è anche peggio di come pensi: questi ormai non sanno pià che fare, pensano solo al galleggiamento. Così, la Merkel, che ha aspettato prima di consentire l'aiuto alla Grecia all'esito delle regionali, che è terrorrizzata dall'esito delle elezioni che si succedono, non sa come barcamenarsi.
    Ormai, penso che questa classe politica europea è talmente dequalificata da non riusire neanche a fare da complice al circolo affaristico-mafioso internazionale. E del resto, questi orami neanche la chiedono la complicità, fanno tutto da soli, visto che i governi sembrano pugili suonati che accumulano cazzotti senza alcuna capacità di reazione.

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  7. @Zaffuto
    Secondo me, bisogna partire dalla politica e ridimensionare l'economia, è questo il punto fondamentale, senza questo, siamo senza speranza.

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  8. @Vincenzo
    Pienamente d'accordo con te. Il problema però è che se sostituiamo questi governi di "pugili suonati" e di latori di ordini altrui con quanti ora sono "all'opposizione", avremmo il risultato di togliere di mezzo i pugili, non i portaordini.

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