Potremmo dire “missione compiuta”: l’attacco speculativo su titoli azionari, titoli di stato ed obbligazioni italiane ha avuto pieno successo, avendo conseguito esattamente gli scopi che si prefiggeva.
In particolare, si farà digerire agli italiani una manovra economica nel frattempo lievitata a 75 miliardi di euro (un aumento superiore al 50% rispetto all’importo a suo tempo comunicato), si determinerà per questa via il consueto spostamento di risorse dai ceti più poveri a quelli più ricchi, mentre sul fronte interno si impostano le condizioni per passare ad un nuovo governo che estrometta Berlusconi dal potere. Tra Tremonti ed opposizione è in corso un amorevole flirt, con l’opposizione che garantisce il passaggio della manovra entro venerdì, cioè senza neanche leggerne il testo perché il tempo non ci sarebbe, e Tremonti che ringrazia l’opposizione per tale disponibilità: cosa ancora mancherebbe per preconizzare a una breve un governo di emergenza o come altrimenti lo si voglia chiamare, insomma un nuovo governo, benedetto e supportato dallo stesso Capo dello stato, e che veda ancora Tremonti a guidare l’economia?
Così, abbiamo ricreato la coesione nazionale su cui tanto si è speso Napolitano, e adesso ci apprestiamo a condurre questo paese coeso nel baratro, visto che continueremo ad avere alla guida quello stesso individuo che lo è ormai da anni e che a questa situazione c’ha portato: non è male come soluzione, complimenti ai vari Napolitano, Bersani e Di Pietro, questo è il paese responsabile che sempre richiamano, quello che al primo colpo di tosse dei rapinatori, chiede allo stesso rapinatore di salvarli.
Ma lasciamo stare queste pochezze nostrane su cui davvero non ha più senso forse neanche più soffermarsi, visto che questa è la classe dirigente che ci ritroviamo in Italia.
Rimane da analizzare l’aspetto internazionale, costituito da speculatori internazionali ed Europa. Davvero possiamo tirare un respiro di sollievo, davvero l’abbiamo scampata bella? Innanzitutto, bisognerebbe capire perché ieri c’è stato un rimbalzo dei titoli che si erano depressi il giorno prima. Ecco, la speculazione ha ottenuto esattamente tutto ciò che voleva, ha prima di tutto guadagnato, almeno c’ha speculato quella differenza di spread che anche ieri rimaneva rispetto a giovedì passato, un mare di soldi vi assicuro se facessimo bene i conti. In secondo luogo, ha lanciato una sfida clamorosa alla stessa sovranità europea, e l’Europa non ha trovato di meglio che costringere l’Italia ad assoggettarsi al ricatto, la famosa manovra sotto dettatura. Semplicemente, la stessa speculazione ha deciso di ritirarsi da questo primo assaggio di attacco all’Italia, una semplice puntatina, tanto per saggiarne le reazioni che un vero e proprio attacco, rimettiamo i fatti al loro posto.
Sulla stampa invece, passa una visione mitologica, che farebbe pensare che la speculazione è stata messa in fuga: ma tentiamo minimamente di essere seri, ma messi in fuga da chi? Ma avete presenza la statura politica della Merkel, quella stessa Merkel che per motivi elettorali, ritardando l’assenso tedesco all’aiuto alla Grecia, è la vera responsabile della situazione in cui ci troviamo, ma chi Trichet, quello che ha deciso di aumentare i tassi d’interesse nel bel mezzo della più grave recessione europea dal 1929?
Il colmo di tutta questo stupidario è costituito dalla voce, temo messa in giro ad arte, che nientemeno la BCE era o minacciava di intervenire direttamente sul mercato. La stupidità della notizia sta non nel fatto che potrebbe anche darsi che di fatto la BCE sia intervenuta davvero, io non lo so e temo mai lo sapremo, ma sul fatto che la speculazione possa farsi intimorire da tale eventualità.
Diciamolo allora chiaro, se non lo fosse già per tutti, questi speculatori muovono una tale mole di denaro, non importa qui stabilire se lo abbiano davvero o sia solo virtuale, fatto sta che sono in grado di spostare capitali enormi da un titolo all’altro, e le disponibilità di ogni banca centrale, fosse anche la banca europea, di mobilitare risorse finanziarie è minore di almeno un ordine di grandezza. Finchè si trattava di difendere paesi piccoli come la Grecia, il Portogallo o l’Irlanda, ci si riusciva perché il totale dello stesso capitakle da garantire è piccolo, ma quando si passa a paesi come la Spagina ed ancor più l’Italia, per i meccanismi finanziari esistenti bisogna confessare, bisogna dirlo a tutti i cittadini, siamo del tutto indifesi, non c’è istituzione europea che ci possa difendere, si soccombe in ogni caso.
Da venerdì passato insomma, e non si sa fino a quando, siamo ormai sotto attacco speculativo, e confondere una tregua di ordine tattico (hanno solo diversificato l’obiettivo, da ieri è ritornata sotto tiro l’Irlanda), per una prima vittoria, è un errore, ma soprattutto una insopportabile mistificazione da parte della politica e del settore dell’informazione.
Ripeto, missione compiuta, i politicanti italiani, di maggioranza ed opposizione, hanno regolato alcuni loro conti interni, ci impongono i soliti sacrifici senza che siano toccati i loro intollerabili privilegi, la speculazione internazionale c’ha lucrato qualche cosetta e soprattutto ha verificato per l’ennesima volta che pachiderma sia l’Europa, quanto possa essere lenta e inefficace la sua reazione, e presto, non oltre il mese di settembre se tutto andasse al meglio, la speculazione tornerà ad attaccarci, qualche ulteriore balzello e qualche servizio sociale in meno per gli europei, e seguirà pausa tattica, e poi di nuovo, di nuovo…
Chi, mi chiedo, può essere talmente masochista da giocare con un mazzo di carte che l’avversario ha truccato?
Molto interessante. Sono assolutamente d'accordo con te.
RispondiEliminaTi propongo però un'ulteriore ipotesi: così come esistono le speculazioni a lungo termine, penso che esistano anche quelle del tipo "mordi e fuggi".
Sarà mica che una parte di quelli che hanno scommesso sul nostro tracollo venerdì e lunedì, ieri siano passati all'incasso per realizzare subito un guadagno?
@BC
RispondiEliminaE come no? Siamo d'accordo, ci sono gli obiettivi strategici, c'è pure la pagnotta, "pecunia non olet" dicevano i romani, magari puzzeranno loro piuttosto... :-D
il solito giochino...
RispondiEliminaSe così stanno le cose, noi comuni cittadini siamo impotenti perchè, anche volendoci impegnare per cambiare chi ci governa, davanti ad un simile gioco perverso di portata mondiale non ci resta che arrenderci e perdere ogni speranza di un futuro migliore! :-(
RispondiElimina@Ernest
RispondiEliminaSì, ma di questi tempoi ci vanno giù pesanti...
@Ornella
RispondiEliminaQuando non ci piace, o addirittura capiamo che è truccato, non rimane che rifiutarsi di giocare.
Solo l'idolatria dei mercati può farci dimenticare che in fondo di un gioco si tratta, e che starebbe all'Europa tirarsi fuori, mettere cioè ordine nei propri mercati finanziari, e da lì ripartire per una rinascita di quelkla europa con una forte politica sociale che abbiamo conosciuto per almeno i due decenni mche vanno dagli inizi degli anni sessanta ai primissimi anni ottanta.
Guarda caso , la politica sociale che abbiamo conosciuto dagli anni sessanta ai primissimi anni ottanta è stata fortemente sollecitata dalla BASE( vedi movimenti politici del sessantotto). Ecco, secondo me, quello di cui c'è bisogno oggi in Europa è proprio un nuovo sessantotto e non capisco l'assenteismo da parte degli studenti ( che dovrebbero rappresentare la classe dirigente del domani) e delle classi meno abbienti.
RispondiElimina@Paola
RispondiEliminaQualcuno potrebbe obiettare che al contrario, presupposti di tipo economico-tecnologico abbiano funzionato da precondizioni per le lotte del '68.
E comunque oggi è tutto differente, a sviluppo si deve sostituire sostenibilità, con la conseguenza che la crescita economica non è più sinonimo di bene, almeno non a livello della disponibilità di merci che abbiamo oggi (e, non bisogna dimenticarlo, non avevamo certo negli anni sessanta).
Perfettamente d'accordo!Però bisognerebbe pur fare qualcosa, e gli studenti si muovono in maniera dispersiva!
RispondiEliminaVoi docenti e PERSONE CONSAPEVOLI avete il DOVERE di sensibilizzare quelli che costituiscono la classe dirigente del futuro alle nuove problematiche politiche e ambientali che vanno affrontate al più preso dalla BASE.
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