lunedì 11 aprile 2011

CONTRO IL LAVORO PRECARIO

Intervengo in ritardo sulla questione del precariato che sabato scorso ha visto una serie di manifestazioni nelle varie città italiane.

Premetto che io sono per un’economia pianificata, che però non richiede esplicitamente l’eliminazione dell’imprenditoria privata. Non credo pertanto che sia possibile non dico arrivare a una società ideale, ma anche soltanto una società che sia compatibile con le scelte ambientali dell’oggi se permettiamo a qualsiasi soggetto privato di determinare pesantemente la vita dei suoi simili attraverso le sue scelte orientate esclusivamente a criteri di profitto.

A partire da questo mio punto di vista, penso che l’eliminazione del precariato non risolva del tutto i problemi di una società capitalista. Ne consegue che tale problematica vada affrontata con una politica che, senza proibire rapporti lavorativi a tempo determinato, la disincentivi. Ciò potrebbe essere ottenuto attraverso l’imposizione per legge di costi più alti da parte delle imprese che intendono ricorrervi.

In altre parole, visto che in un regime precario il lavoratore non può riuscire a lavorare con continuità, bisognerebbe caricare sul datore di lavoro sia i buchi di reddito che così si creano, sia il mancato sviluppo di carriera, si ancora i mancati versamenti previdenziali. Si dovrebbe quindi pensare, a parità di mansione, a un salario per lavoro precario consistentemente superiore a quello per i lavoratori a tempo indeterminato, così come un prelievo previdenziale più alto che possa comunque garantire ai precari una dignitosa pensione nella vecchiaia.

Insomma, si tratta di una versione specifica del considerare gli aspetti occulti di una certa questione, cosa del tutto ignorata nella nostra società, aspetti che si manifestano ad esempio anche nei costi ambientali che colpevolmente non vengono comunemente tenuti in alcuna considerazione.

E’ così difficile almeno convenire su dei provvedimenti che anche il politico più conservatore potrebbe condividere? Che il salario di un dipendente precario sia più alto di uno non precario è cosa scontata in altri paesi come gli USA che abitualmente vogliamo scimmiottare, ma nel farlo, ne diamo sempre una versione peggiorativa.

1 commento:

  1. Che strano che , sugli argomenti che mi interessano di più e su cui convengo, non ci siano mai commenti.
    Uhm...forse perchè non c'è proprio nulla da commentare!

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