giovedì 28 aprile 2011

L'OPPOSIZIONE SALVERA' IL GOVERNO BERLUSCONI?

La richiesta della Lega di portare nelle aule parlamentari le nuove decisioni sull’intervento militare in Libia ha almeno due aspetti molto interessanti.

Il primo è quello di una certa resa dei conti all’interno della maggioranza tra Lega e PDL.

In effetti, a molti le conclusioni dell’incontro Berlusconi – Sarkozy sono apparse come un totale cedimento italiano, come del resto è certo almeno per quanto riguarda Parmalat. Anche sulle modalità dell’intervento in Libia, è evidente che abbiamo totalmente sposato la posizione francese. Cosa l’Italia abbia ottenuto in cambio, non appare per niente chiaro, anche se taluni sostengono che la Francia non interferirà sugli interessi italiani petroliferi in quella nazione, storicamente forti e preponderanti rispetto al resto dell’Europa, ma non ho potuto trovare conferme ufficiali su questo punto.

Ora, la proposta strategica della Lega su questa questione non è chiara, anche se è evidente il suo interesse primario a scoraggiare le migrazioni verso l’Italia. Anche dando per scontato questo fine, non si capisce davvero perché i bombardamenti da parte di aerei italiani dovrebbero influenzare gli arrivi indesiderati.

Sembra allora ovvio far discendere questo atteggiamento così fermo da un’ispirazione proveniente da Tremonti, che risulta il grande sconfitto per quanto attiene Parmalat.

Bisogna considerare che Tremonti è un tizietto che non dimentica i torti che ritiene di avere subito, e le esternazioni di Galan, tra l’altro riecheggiate da parte della Santanchè e da parte di Sallusti, non possono costituire un capitolo chiuso, sanato nell’incontro con il premier. Egli capisce, come noi del resto, che tali dichiarazioni sono ispirate dallo stesso Berlusconi, il quale ha evidentemente scelto questa tattica, quella di animare gli scontri all’interno del PDL. Sembrerebbe una tattica suicida, ma se pensiamo che comunque egli non è in discussione, che nessuno, tranne Tremonti che però è un finto iscritto al PDL, oserebbe mettere il dubbio la sua leadership, allora questi scontri servono a depotenziare qualunque possibile aggregazione nel partito: in una lotta di tutti contro tutti, escono tutti perdenti tranne lui stesso, almeno fino a quando godrà ancora del proprio consenso elettorale.

Tutto questo ha una sua perversa logica, ma ciò che davvero non si riesce a capire è dove Tremonti e Lega vogliano andare a parare. Se sembrerebbe del tutto improbabile andare ad una crisi di governo prima delle amministrative, il che sarebbe una tattica suicida, ci si chiede dove intendano fermarsi, quanto a lungo questo scontro potrà essere sostenuto senza distruggere in pochi giorni la strategia adottata dalla Lega ormai da parecchi mesi di sorreggere il governo a qualsiasi costo. Lo sgarbo è stato certamente compiuto da Berlusconi, ma in ogni caso non si vede la logica di mettere in crisi lo stesso governo, se non perché hanno percepito una manovra ostile da parte dell’alleato, cosa a noi del tutto ignota.

Ma c’è un secondo aspetto che non sarebbe saggio trascurare, la sfida per l’opposizione e per il PD in particolare della discussione parlamentare sui fatti di Libia.

Pensiamo all’ipotesi di un voto parlamentare in cui la Lega dichiari il proprio voto contrario: in altre parole, un voto contrario compatto dell’opposizione determinerebbe una crisi di governo di fatto, che Napolitano potrebbe cogliere al volo per sciogliere le camere.

Ciò però richiederebbe che i partiti dell’opposizione votino contro sé stessi, contro le posizioni europee e statunitensi che hanno sempre condiviso, e la vedo davvero duretta. Si potrebbe così assistere ad uno scenario in cui il governo viene salvato da tutta o da una parte dell’opposizione, permettendo alla Lega di incassare un risultato politico estremamente positivo: partito di governo sì, ma la momento opportuno partito di lotta, capace di andare anche contro il proprio stesso governo, e nello stesso l’opposizione ne uscirebbe con le ossa rotte, apparendo all’opinione pubblica come i salvatori di quello stesso governo così osteggiato a parole.

4 commenti:

  1. Direi un'atmosfera di grande disgusto!

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  2. Le cose andranno esattamente così, e una buona fetta di responsabilità, secondo me, ce l'ha anche Napolitano col suo insistere che la guerra contro la Libia è sacrosanta e col richiamare il Paese all'unità! All'ennesima prova l'opposizione dimostrerà d'essere tutto fumo e niente arrosto, ed il nostro disgusto, la nostra amarezza saranno senza fine!

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  3. @Riverinflood
    E questa vorrebbe essere politica...

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  4. @Ornella
    Sì, hai fatto bene a rimarcare sull'atteggiamento tenuto dal Presidente, che purtroppo appare come una specie di garante della collocazione internazionale dell'Italia, ruolo che non mi sembra gli possa competere. Farebbe bene piuttosto ad interpretare un certo sentire del proprio popolo che possa controbilanciare le pretese di Berlusconi di rappresentare gli italiani.

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