Un recente articolo di Asor Rosa sul Manifesto ha fatto scalpore. In particolare, si è molto discusso, anche in maniera scopertamente strumentale, di ciò che appariva una specie di sollecitazione a un non meglio specificato intervento dall'alto e da parte delle forze dell'ordine per restituire legalità alle istituzioni sottraendole all'usurpatore, chi altri se non Berlusconi?
Questo più o meno esplicito invito a un intervento fuori delle regole costituzionali è stato giustificato dalla stessa redazione del manifesto come se si trattasse di una provocazione, ma dovrebbe essere chiaro che anche delle provocazioni bisognerebbe prendersi le responsabilità.
Personalmente, questa invocazione dell'intervento provvidenziale di un potere buono più che altro mi appare patetico, e non meriterebbe in sè di dedicarvi grande attenzione.
Me ne occupo perchè questo articolo mi sembra, in maniera direi emblematica, rappresentare la confusione che regna a sinistra, perfino a livello di intellettuali.
Due sono i punti che mi sembrano del tutto ignorati da Asor Rosa.
Il primo è che Berlusconi non è la causa della crisi della politica italiana, ma ne è piuttosto l'effetto più clamoroso, e il secondo, in qualche misura collegato al primo, che non esiste nella politica italiana una tale separazione e contrapposizione tra buoni e cattivi politici.
Berlusconi appare sulla scena politica dopo che la sinistra europea si era già del tutto arresa al liberismo della Thatcher e di Reagan, in cui, a seguito della caduta del muro di Berlino nel 1989, c'è stato Occhetto e la sua bolognina: poichè la natura abborrisce il vuoto, quel vuoto prima di tutto ideale di quegli anni furono riempiti dai messaggi pubblicitari di Berlusconi che furono perfino coltivati dai vari D'Alema allora con il progetto della bicamerale e perfino con dichiarazioni esplicite di non toccargli le TV, in quanto risorse fondamentali dell'Italia. Cito questi eventi non tanto nell'aspetto fallimentare a livello tattico, ma quanto piuttosto come manifestazione di una certa concezione della politica di questi dirigenti.
E difatti, ed andiamo così al secondo punto, questa grande differenza che alcuni considerano addirittura di tipo antropologico, tra politici berlusconiiani e gli altri, è del tutto infondata, come dovrebbe essere dimostrato eloquentemente dal fatto che tanti eletti nelle file del centrosinistra fanno ora parte della maggioranza, e che ancora pochi giorni fa nel segreto dell'urna ben sei parlamentari dell'opposizione hanno votato a favore della maggioranza.
Se le cose stanno così, non basta un intervento salvifico di Napolitano (quello stesso che ha fortemente influenzato il rinvio della mozione di sfiducia a dopo l'approvazione della legge di bilancio, concedendo un mese decisivo a Berlusconi per salvarsi), e neanche il golpe buono dei carabinieri, è la società italiana che deve guarire da una malattia gravissima che l'ha colpito e che gli fa tollerare una simile classe politica indegna.
La mia personale opinione alcuni tra i più assidui di voi la dovrebbero già conoscere, ciò che è entrato in crisi è un certo sistema democratico-parlamentare, come si può concludere osservando ciò che sta avvenendo in tutta Europa, ma per queste questioni di carattere più generale vi rinvio al mio libro.
sabato 16 aprile 2011
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e beh siamo d'accordo :)
RispondiEliminaSai cos'è? E' che siamo arrivati ad un tal punto di esasperazione, se non di vera e propria disperazione!
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