Il perenne scontro tra Fini e Berlusconi vive in questi ultimi giorni una sua fondamentale tappa. Il secondo con il noto proclama del predellino, ha in sostanza rubato il partito al primo rendendolo suo personale possedimento. In un primo tempo, Fini tentò di resistere, ma evidentemente quella fase sanciva un’appropriazione già consumatasi nei fatti nel corso dei lunghi anni di alleanza tra le due formazioni politiche. Poiché la logica dei politicanti è quella di rimanere aggrappati alla poltrona, già molti luogotenenti di AN erano passati dall’altra parte, perché questo significava passare dalla parte del capo, e aggregarsi al più potente è una tentazione a cui tantissimi italiani non sanno resistere. Quando a Fini fu chiaro che tantissimi dei suoi l’avrebbero abbandonato, fece buon viso a cattivo gioco, anche se questo significò capovolgere la sua posizione in poche settimane.
Questa premessa chiarisce come ciò che oggi sta avvenendo è soltanto una tappa di una lunga storia. Fini, come tutti del resto, si rende conto di quanto male Berlusconi esca dalle elezioni regionali, il suo personale appeal è molto compromesso: ho letto che solo 17 elettori su cento sono disposti a votarlo. Nello stesso tempo, cresce il potere della Lega. Visto che Berlusconi asseconda i disegni della Lega per rimanere in sella, questa reazione di Fini è direi obbligata. Oggi, ci interroghiamo su quale possa essere l’esito di questo scontro. Un’ipotesi definita non si può fare, perché tutto dipende dai numeri, da quanti cioè saranno i parlamentari che sono disposti a restare con Fini. Si possono solo analizzare le possibili alternative che si pongono.
La prima ipotesi è che il dissidio tra i due si ricomponga, ma questa ipotesi non potrebbe che significare la vittoria di Berlusconi su Fini. Quest’ultimo potrebbe certo tornare sui propri passi, similmente a quanto fece nel citato caso del proclama del predellino, ma gli sarebbe impossibile nascondere la palese sconfitta.
Più interessante l’ipotesi alternativa, che il dissidio cioè non si ricomponga. In questo caso, si avrebbero ancora due differenti possibilità, costituzione di gruppi parlamentari autonomi e il parlamento che arriva fino a fine legislatura, oppure elezioni anticipate.
Se si deve arrivare a fine legislatura, rimangono ancora due possibilità: o rimane in carica questo governo con l’appoggio esterno da parte di Fini, oppure si va a un governo alternativo. La prima ipotesi non può essere accettata da lega e Berlusconi, che darebbero un enorme potere di veto a Fini. La seconda dovrebbero subirla, e richiederebbe l’unione di tutto ciò che sta in parlamento al di fuori di Lega e berluscones.
Dato quindi per scontato che quel che rimarrebbe del PDL e Lega punterebbero a elezioni anticipate se la frattura non si rimargina, rimane da capire come l’opposizione possa giocare le sue carte. Detto sinteticamente, o essa asseconda lo sbocco elettorale, sperando che la crisi del PDL, il declino evidente di Berlusconi, possano avvantaggiarla, oppure essa entra nel merito della disputa, tentando di generare nuove e inedite larghe intese che la portino al governo. Già, all’interno del PD queste due opposte alternative sono state avanzate, quella di stare a guardare puntando a prossime elezioni Franceschini, quella di larghe intese dal solito D’Alema. Quest’ultima ipotesi si opporrebbe clamorosamente alla logica bipolare, prevedendo un’alleanza che vedrebbe assieme al PD l’APL, l’UDC e la neoformazione finiana, oltre naturalmente l’IDV. Il punto però è che un sistema bipolare o proporzionale si fonda sulla legge elettorale vigente, non sulle alleanze al momento costituite. Se quindi la legge elettorale non viene modificata, Fini, Casini o chi per loro potrebbe trovare più conveniente tornare a vecchie alleanze lasciando per l’ennesima volta il PD nel suo ruolo marginale e subalterno. Il punto alla fine mi pare sempre lo stesso, la ricerca di alleanze maschera in D’Alema il vuoto di politica intesa come iniziative specifiche, finalità da raggiungere, il potere senza obiettivi. Non dico che Franceschini tali idee le abbia, ma in D’Alema questo modo di concepire la politica è sommamente esplicito ed evidente, in altri c’è un margine quanto meno di ambiguità.
Nel frattempo, proprio perché i numeri dei parlamentari finiani ancora non li conosce nessuno, nel PDL si sono divisi i compiti: Berlusconi dice che in ogni caso si va avanti, puntando sull’esiguità di questi, insufficiente a togliere la maggioranza al governo, mentre al contrario Schifani evoca l’ipotesi delle elezioni anticipate, nel (per loro) malaugurato caso che invece i numeri siano favorevoli a Fini.
Sull'ipotesi di una maxi-coalizione come pronosticato da Massimo D'Alema in questi giorni (la cosiddetta Costituente Democratica), che vada dall'IDV a Gianfranco Fini, mi auguro che i vertici democratici e dell'intero centrosinistra sprechino alcuni istanti di tempo a ricordare i risultati delle elezioni regionali.
RispondiEliminaRisparmierei loro la fatica di spremere le meningi per riportare a galla episodi dimenticati, limitando lo sforzo a meno di un mese fa.
Dove sono state sperimentate le cosiddette Costituenti Democratici, i Patti Repubblicani (per dirla alla Bersani) e così via, il risultato è stato evidente: fallimento in Piemonte, sensibile calo di voti in Liguria nonostante la vittoria e perdita di un 8% della sinistra nelle Marche esclusa dalla coalizione. Per non parlare, ovviamente, della vittoria di Vendola con una coalizione risicatissima priva di forze centriste di ogni tipo.
Mi piacerebbe assistere ad un centrosinistra pronto a scommettere tutto, ogni cosa, ogni possibilità sulla costruzione di un vero programma di governo alternativo, proposte concrete e di chiara impronta innovatrice e riformatrice.
E lasciare ad altri i giochi su alleanze, patti, accordi e così via.
Alle elezioni politiche Lega Nord e Popolo della Libertà hanno raggiunto percentuali di voto che 2 anni prima raggiungevano a malapena con La Destra e UDC.
Un progetto realmente innovativo può produrre svolte impensabili. E, inoltre, riflettessero: patto d'azione con UDC e Fini (ovviamente con il rischio di perdere l'IDV e la certezza di perdere le sinistre). Conseguenza? Governo accozzaglia con percentuali risicate (in caso di successo) e Berlusconi leader incontrastato dell'opposizione ad un governo iper-traballante?
Risultato: credito a fondo illimitato al "nemico" Silvio Berlusconi (o chi per lui) per altri 20/25 anni.
Scusa la lunghezza, ma puoi ben immaginare che un argomento simile rende difficile un commento stringato ;)
Io penso che Fini sia ormai costretto al "O la va o la spacca!" perchè se si rimangia ciò che ha minacciato, e rimane sotto lo schiaffo di Berlusconi, a fine legislatura si troverà fuori dai giochi. Infatti se vengono approvate le riforme che vedrebbero poi Berlusconi presidente della repubblica grazie al sostegno della Lega che, come annunciato, pretenderebbe a questo punto la presidenza del Consiglio, Fini rimarrebbe con un pugno di mosche in mano! Ecco che, perso per perso, tenta di mettere il bastone tra le ruote ad entrambi....
RispondiEliminaSperando di aver fatto cosa gradita e utile, porgo i miei più sinceri saluti...
RispondiEliminaLuigi Ciamburro
http://www.direttanews.it/2010/04/18/la-singolar-tenzone-tra-fini-e-berlusconi/
@Alessandro
RispondiEliminaLa pensiamo allo stesso modo, l'opposizione perde perchè non si rende riconoscibile, e finisce con l'apparire indistinguibile da chi vuole scalzare dalla maggioranza.
@Ornella
RispondiEliminaSiamo d'accordo, Fini non può più tacere.
@Luigi
RispondiEliminaNon ho alcuna obiezione sull'uso dei miei post: mi chiedo soltanto come mai non hai citato il blog da cui hai prelevato il post, scegliendo di indicare solo il mio nome. In tal modo, si da' l'impressione errata che io collabori al vostro sito. Comunque, non importa.