giovedì 8 aprile 2010

IL DOPOELEZIONI DELLA LEGA

Schematicamente, potremmo dire che ci sono due opposte letture dei dati elettorali. Una fa riferimento ai dati percentuali, e li riorganizza, ove possibile, come sommatoria degli schieramenti. Come dicevo in precedenti post, la perdita notevole di voti del PDL non ha effetti sulla stabilità del governo e dell’intero quadro politico, perché compensata dalle percentuali crescenti di consensi alla Lega. Da tale punto di vista, risulta molto più importante la conquista di nuove quattro regioni da parte del centrodestra. Considerata la diminuzione percentuale del PD dell’ordine di un solo punto, anche Bersani ha le sue ragioni per sostenere che la decrescita si è arrestata, ma così finge di non riconoscere l’essenziale, che consiste da una parte nella perdita di quattro regioni, e dall’altra nella forza immutata del centrodestra, pure a seguito di due anni di crisi economica. Se poi ci riferiamo invece ai dati assoluti, tenendo quindi conto degli astenuti, e delle schede bianche e nulle, il PD ha perso ancora un altro milione di elettori. Seguendo questo secondo criterio, hanno perso tutti tranne il movimento cinque stelle, per la semplice ragione che era la prima volta che si presentava alle regionali e non poteva ovviamente perdere i voti che non aveva ancora conquistato. Sembrerebbe quindi, in base al milione e mezzo di voti persi dal PDL che il fascino del signor B. ne esca abbastanza ridimensionato. La Lega, dal canto suo, dall’alto di una perdita di voti minima, centocinquantamila in tutto, appare a tutti come il vero vincitore delle elezioni. Come dicevo in un precedente post, l’effetto a livello politico del differente peso all’interno della coalizione di governo appare minimo. Infatti la Lega ha bisogno del signor B., e a mio parere vede con timore la sua perdita di appeal verso i propri elettori. Non esprimere il premier, ha per la Lega dei vantaggi indubbi, se, come finora è riuscita a scambiare gli atti politici fondamentali da essa proposti con le leggi ad personam per il premier. E’ una situazione ideale che la Lega non ha nessuna ragione di modificare, neanche diventando il maggior partito nazionale, in un’ipotesi ad oggi del tutto inimmaginabile.

Quali sono i fattori potenziali di crisi della Lega? Io ne vedo due, uno di carattere interno, e cioè l’inevitabile contrapposizione che finirà per sorgere man mano che il suo stesso successo tenderà all’emergere di nuovi leaders al suo interno. Bossi a tuttoggi appare il leader indiscusso, ma non è detto che questo vada avanti per sempre, e d’altra parte lo stesso Bossi non è eterno, e qualunque suo cedimento susciterebbe immediatamente una lotta per la sua successione. L’altro, il più importante, è di carattere politico, e riguarda la sfida nella gestione del potere, e delle proprie iniziative. La sfida più importante appare oggi il federalismo fiscale. La scommessa, davvero difficile, è come attuarlo senza aumentare consistentemente le tasse. In Italia finora, ogni decentralizzazione si è tradotta in un aumento del peso fiscale. In questo caso, si dovrebbe dare alle regioni una competenza quasi esclusiva sul fisco, ma ciò pone subito due difficoltà. Uno, come privare il governo centrale del massimo dei propri poteri, come può un qualsiasi governo e parlamento abdicare alla sua funzione di stabilire a chi prendere i soldi e a chi destinarli. Non si sa granchè sulle misure che si vogliono assumere per l’attuazione del federalismo fiscale, ma certe dichiarazioni farebbero intendere che solo le spese per la difesa e per la politica estera rimarrebbero di pertinenza nazionale. Perfino le forze dell’ordine potrebbero essere organizzate su una base regionale. E’ evidente che se il federalismo fiscale fosse attuato in maniera così drastica, il governo nazionale perderebbe competenze e potere a favore delle singole regioni. Mi chiedo quale formazione politica, eccetto la Lega, ma forse non dovrei escludere neanch’essa, potrebbe accettare questo spostamento del potere così totale, senza che ancora si sia proceduto alla ventilata riforma del Senato verso un Senato delle Regioni. Mi pare evidente che il governatorato della Lombardia diventerebbe un potere molto più ambito anche rispetto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il secondo problema deriva dallo spostamento poderoso di risorse dal Sud al Nord, se ogni regione trattenesse l’intero importo delle tasse riscosse. Per le regioni del sud, senza trasferimenti statali, far quadrare il bilancio sarebbe del tutto impossibile. Sarebbe necessario prevedere un contributo di solidarietà. Mi chiedo a questo punto che vantaggio trarrebbe la Lega dal far risaltare questo “regalo” che il Nord farebbe al Sud, come poi potrebbe giustificarlo di fronte ai propri elettori drogati da una propagata pluridecennale nordista. Paradossalmente insomma, l’apparire come il partito più potente, almeno dal punto di vista sostanziale, determina dei fattori di potenziale crisi, quantomeno nuove sfide che non sarà facile fronteggiare.

8 commenti:

  1. La lega è riuscita a vincere anche nel mio comune. Così ora abbiamo un sindaco (donna, unica nota positiva) leghista, dopo 32 anni di governo della sinistra.
    Il grave errore, non capito in tempo, oppure fatto sottovalutando la situazione, è stato aver frazionato le forze di sinistra in più liste. Così si sono dispersi i voti ed è mancata una maggioranza quando di fatto lo sarebbe stata. Lo sconforto è tanto. Con l'assenteismo e i voti di protesta non si arriverà mai da nessuna parte. Io la vedo così.
    Ora vedremo la Lega come saprà sfruttare la situazione.Sono proprio curiosa di vedere come risolveranno la questione federalismo con il governo centrale. Sediamoci in riva al fiume, non possiamo fare altro, per il momento.

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  2. Io credo che il problema del federalismo fiscale potrebbe anche essere un falso problema. La Lega alla fine sbadiera sempre questa tematica senza mai davvero spingere sull'acceleratore. E' come se si rendessero conto di essere un partito a termine e che esaurito il tema clou del loro progetto nazionale, poi tutto sommato sarebbero un partito con poco significato.

    Certo a quello dobbiamo aggiungere certe derive xenofobe che la tengono ben bene a galla. Ma anche queste, la Storia ci insegna, sono cicliche e prima o poi magari si ridurranno e quindi anche su questo fronte perderanno consensi. Senza contare che se accadesse il contrario cmq potrebbero nascere partiti ancora più aggressivi della Lega e che potrebbero spostare (a pensarci rabbrividsco) verso di loro l'ago della bilancia. La Lega peraltro non va sottovalutata perché cmq ha dimostrato di saper cavalcare bene certe onde e certe mode per cui potrebbe sempre rinnovarsi e percorrere abilmente ed in anticipo sugli altri, nuove strade. Oltre a questo ha dimostrato anche di sapersi radicare assai bene sul territorio. Sono inoltre molto furbi e non credo che essere al potere potrà dare loro problemi. Il fatto che ci sarà sempre una parte politica contraria al federalismo come loro lo intendono, li metterà in condizione di accusare sempre "Roma Ladrona" illudendo il gregge che li segue del fatto che la Lega fa tutto il possibile per realizzare il federalismo fiscale e non solo quello ma altri lo impediscono. Credo che solo un mutamento profondo come la nascita di un partito politico nuovo, serio e propositivo (ossia una mera utopia al momento, ne prendo atto io per primo sic...) potrebbe scardinare i voti della Lega anche con discreta facilità.

    Vedremo presto quali scenari si staglieranno davanti a noi in un orizzonte che al momento sembra davvero cupo.

    Ciao
    Daniele

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  3. Sottoscrivo in pieno le tue riflessioni nel post e, ancora di più se possibile, questo tuo commento.

    Personalmente credo che questa celebrazione del federalismo fiscale, come giustamente rimarchi tu, può significare tutto ed il contrario di tutto. La legge che apre a tale "riforma" del sistema economico ed istituzionale dello Stato, approvata alcuni mesi fa, definisce solo alcune linee guida che, paradossalmente, non si distanziano nemmeno poi troppo dalla situazione attuale.

    E' un argomento ancora totalmente vuoto, ma caratterizzato, a mio giudizio, dal rischio incalcolabile di riempirsi sulla base di scelte politiche drammatiche e obbrobriose, a partire dalla più drastica possibilità di assegnare ai governatorati regionali poteri esclusivi su ogni materia ad esclusione di esteri e difesa (quindi includendo polizia, istruzione, sanità, stato sociale, tassazione...).

    Credo che al momento il federalismo rappresenti solo la risposta priva di significato (per come è formulato adesso) e potenzialmente disastrosa a problemi di tipo economico, sociale e culturale ai quali lo Stato finora (o per meglio dire i suoi massimi rappresentanti) non è stato in grado minimamente di dare una benché minima risposta.

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  4. è auspicabile un crollo di quest'altra brutta minaccia!

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  5. @AA
    Ci sono due classi di pensiero. C'è chi pensa che l'importante è contrastare l'attuale maggioranza, e quindi votiamo tutti il PD, che è la forza numericamente maggiore del centrosinistra, c'è invece chi dice che votare il PD non cambia le cose, in quanto la politica che esso porta avanti è analoga a quella del centrodestra, e in ogni caso il PD ha dimostrato di non provocare alcun danno al centrodestra, ed al signor B. in particolare. Due tesi, credo, entrambe rispettabili.

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  6. @Daniele
    Sì, mi pare che il mio post dica cose concordanti con il tuo commento. Anch'io credo che la Lega abbia ben poca voglia di fare, perchè invece il messaggio xenofobo paga ben di più. Secondo me, Tremonti si è ben reso conto che il federalismo fiscale non potrà che aumentare la pressione fiscale, e ciò rischia di togliere consensi alla loro area. Insomma, non sanno neanche loro come uscirne dignitosamente, probabilmente anacqueranno molto. Già Tremonti ad "annozero", confermava la solidarietà fiscale nord-sud: vedremo :)

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  7. @Alessandro
    Come dicevo a Daniele, penso che stiano nei guai, ma sul federalismo fiscale in particolare vorrei tornarci presto.

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  8. @MR
    Parrebbe che si stiano creando problemi da soli, tanto da sinistra fastidi non ne hanno, purtroppo.

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