venerdì 9 ottobre 2009

NAPOLITANO TIRATO DA TUTTE LE PARTI

Pare che sulla stampa, la figura del Presidente della Repubblica, suo malgrado, si al centro dell’attenzione. Ciò deriva, come noto, dalle gravi parole pronunciate dal signor B., a seguito della sentenza emessa dalla Consulta sul lodo Alfano, seguite da parole altrettanto gravi, pronunciate stavolta da Di Pietro. Seguono difese d’ufficio, appelli, dichiarazioni, nella maggior parte di appoggio e solidarietà a Napolitano.

In questo marasma, è difficile mantenere la bussola e il buon senso, e con questo post vorrei fornire il mio modesto contributo a chiarire gli aspetti controversi che avvolgono questa vicenda. Per questo però, mi pare sia condizione indispensabile “dirla tutta”: insomma, un appello che dice magari una cosa corretta, ma nel contempo tacendo su tutto il resto, appare in definitiva menzognero. E’ come se ad uno che mi dice che sono grasso, io rispondessi riferendo il mio peso, ma nel contempo tacendo sul fatto che sono un nano: peso magari solo sessanta chili, ma sono alto 1,30 metri! Non basta quindi affermare una cosa giusta, se si tralascia qualcosa di strettamente attinente allo stesso argomento.

Adesso, le affermazioni del premier sono di una gravità inaudita, e suonano come una chiamata di correità, anche se egli se ne esce con una motivazione singolare ed incredibile: la colpa di Napolitano sarebbe dunque quella di aver firmato la legge che egli stesso, quale capo del governo che la formulò, gli propose. Ora, è evidente che il signor B. non avrebbe gradito il rifiuto della firma e il rinvio alle Camere. Certe indiscrezioni parlano di un ministro che va al Quirinale a chiedere che il Presidente eserciti la sua influenza su giudici della Consulta, ricevendone un rifiuto. Anche questa indiscrezioni non spiegano però la reazione del signor B., né la gravissima frase che pronuncia, come di un accordo violato. D’altra parte, è vero che del signor B. nessuna persona di buon senso potrebbe minimamente fidarsi: il famoso smentitore professionista, come trovo appropriato etichettarlo. Su questo, non sapremo mai la verità.

L’attacco di Di Pietro risulta anch’esso sopra le righe. Non si capisce a chi possa giovare ingiuriare il Presidente della Repubblica, solo allo scopo di segnare il dissenso da lui: c’erano modi più adatti. Anche nel merito, mi pare che la critica sia inconsistente. La Costituzione non avrebbe potuto ragionevolmente prevedere sovrapposizioni di competenze. Se la Consulta quindi deve accertare eventuali caratteri di incostituzionalità in leggi approvate dal Parlamento, il Presidente della Repubblica è chiamato a verificare solo “manifeste” violazioni della Costituzione. Dunque, quando da opposte parti si tira in ballo Napolitano, in questo caso lo si fa impropriamente. Se ciò che afferma il signor B. appare strumentale, non si capisce nel contesto specifico quale possa essere l’interesse a tirare in ballo, ed in maniera così pesante il Presidente da parte di altri.

Detto questo, e confermato che per me il Presidente può esercitare le sue prerogative nella maniera che ritiene più adeguata, ed eventualmente nella misura più modesta possibile, non posso però tacere sul fatto che a tale atteggiamento cauto e minimale, si contrappone in altre occasioni un interventismo davvero eccessivo e difficilmente comprensibile, almeno in termini strettamente istituzionali.

Mi riferisco ad esempio all’accodarsi a tanti politici nel definire antipolitica quella praticata da Grillo: da un garante che egli dovrebbe rappresentare, ci aspetteremmo una maggiore cautela ed una maggiore autonomia di giudizio.

Un episodio grave, forse il più grave, è quello rappresentato dalla vicenda dell’inchiesta “Why not”, dove il Presidente non ha minimamente discriminato tra un sequestro di incartamenti, sicuramente lecito, anche se certamente inconsueto, da parte del Procuratore di Salerno, e da un atto davvero fuori da ogni criterio, da parte del PG che dispone il dissequestro presso la stessa Procura di Salerno degli stessi fascicoli che concernono la sua propria persona. Questa vicenda è davvero inquitante, e spero che ci saranno giornalisti e politici che vorranno ricordarla, perché non può finire così, senza chiarire il suo incredibile ed assurdo svolgimento.

L’ultimo episodio riguarda la grave dichiarazione rilasciata a Catanzaro, dove sostanzialmente il Presidente si faceva gioco dell’articolo 74 della Costituzione, affermandone la sostanziale inutilità. Strano e preoccupante che il Presidente non colga il significato e l’importanza di un rinvio alle Camere di una legge, anche se questo rinvio non annulla il procedimento, in quanto il Parlamento può riapprovare l’identico testo e questa volta il Presidente è obbligato a promulgarlo. Noi invece pensiamo che la registrazione di un dissenso motivato da parte del Presidente abbia un significato di enormi proporzioni, sanzionando un dissidio tra due organi dello Stato, e quindi classificando il provvedimento coinvolto come una legge zoppa, seppure perfettamente vigente.

Nel frattempo, dicevo, Napolitano è intervenuto pesantemente, e, ultimamente, due volte in modo chiaramente favorevole al signor B. La prima, in primavera, quando ha invitato ad abbassare i toni quando infuriava la polemica sui rapporti con Noemi Letizia.

La seconda volta quando ha invitato a lasciare fuori il Parlamento Europeo dalle polemiche di casa nostra.

Ora, Presidente, ora, suoi indomiti sostenitori, cosa è più grave secondo voi, tra il fare finta di niente, ed accettare in silenzio tutti gli atti, anche quelli più contestabili, del Presidente, oppure, senza certo mancare di rispetto alla figura istituzionale che egli rappresenta, esporre con la dovuta chiarezza ed in maniera esplicita e circostanziata, le cose che disturbano, che non si capiscono, o che turbano addirittura un osservatore imparziale?

E’ una questione della massima delicatezza, che non va sottovalutata.

Vorrei farvi riflettere come il PD abbracci l’atteggiamento di silenzio: difendiamo in tutti i casi Napolitano. Questo è il tipico comportamento da mafiosetti dei dirigenti PD: in pubblico, appariamo come concordi e compatti, e nell’ombra ci pugnaliamo. Perché, le questioni reali non possono essere ignorate: se non affrontate esplicitamente, riappariranno in ambiti riservati e saranno risolte nella maniera peggiore attraverso meccanismi opachi e quindi secondo metodi sostanzialmente mafiosi. A me preoccupa questa corsa nel mondo del blog a compattarsi, con l’effetto unico di zittire tutti: i conti poi li facciamo in famiglia.

Infine, preoccupa anche la sostanziale delega da parte di Napolitano a Mancino, che rappresenta il suo vice, delle funzioni di indirizzo del CSM. Nella fase che si apre tempestosa, e proprio riguardo al settore giudiziario, una sua presenza critica e più in prima persona a riguardo, sembrerebbe opportuna, direi indispensabile, per tentare di parare le presumibili bombe lanciate dall’esecutivo contro i magistrati.

19 commenti:

  1. Post semplicemente perfetto!

    RispondiElimina
  2. Sulla Consulta e relative polemiche, come diceva Vujadin Boskov "rigore è, quando arbitro fischia." E chiusa la polemica.
    Sul Presidente e il suo modo di muoversi bisognerebbe dare una occhiata alla situazione italiana, dove una maggioranza schiacciante e ancora compatta può fare il bello e il cattivo tempo e dove una opposizione idiota (in questo caso non il Pd) gli chiede spesso cose che non sono nelle sue competenze.
    Per quanto riguarda le sue competenze bisogna tenere conto del periodo specifico in cui si richiedono e dei possibili rischi derivanti da un attegiamento apertamente contro l' attuale maggioranza, che giova ripeterlo, è schiacciante e non fa mistero di rincorrere una forma di presidenzialismo.
    Reggerebbe Napolitano a un attacco in massa su basi realmente dimostrabili di aperta opposizione? No, soccomberebbe, spianando la strada a chi sai bene. Da qui la necessità e l'obbligo di esercitare la sua funzione in un equilibrio perennemente instabile.
    A mio avviso è inutile fare le pulci al Pdr da parte del comune cittadino (certo lui ne sa più di noi): ha dimostrato di essere garante di tutti come il suo ruolo impone. Da parte di politici di mestiere quale Di Pietro è addirittura una azione idiota e controproducente.

    RispondiElimina
  3. @Ornella
    Grazie, siamo sempre di più in sintonia :)

    RispondiElimina
  4. @Guernica
    Amen? Ti consiglerei ok, due lettere contro quattro :-D

    RispondiElimina
  5. @Rouge
    La frase cruciale nel tuo commento, è la penultima:
    "A mio avviso è inutile fare le pulci al Pdr da parte del comune cittadino (certo lui ne sa più di noi): ha dimostrato di essere garante di tutti come il suo ruolo impone"
    E' una frase su cui non posso proprio convenire. Non posso convenire che egli ne debba sapere più di noi: a Catanzaro, ad esempio, ha fatto una dichiarazione molto grave, e proprio perchè in quel momento, non si è reso conto di cosa la sua affermazione implicava.
    Non posso neanche convenire sul fatto che abbia dimostrato di essere il garante di tutti. Non lo ha dimostarto sulla vicenda Grillo (garante del mondo politico da cui proviene e da cui è stato eletto), nè, molto più gravemente nella vicenda "Why not".
    Io, cioè, argomento le mie perplessità, e mi trovo di fronte un muro di silenzi, mentre altri mi dicono che egli è il migliore Presidente possibile.
    Certo, se c'è qualcuno che crede alla divina trinità, ci può essere qualcuno che crede in queste affrettate conclusioni. Io invece, osservo e chiedo, dovrei dire pretendo, che Napolitano lo dimostri con i suoi comportamenti. Tu dici che non dobbiamo fargli le pulci: qualunque cosa egli faccia, siccome è buono e giusto, avrà le sue motivazioni inaccessibili a noi comuni mortali, ma sicuramente saranno le migliori: siamo noi che non capiamo.
    Adesso, questo stile che in questo momento tu stesso impersoni, dichiarandoti incompetente a giudicare, e di fatto delegando ai dirigenti politici la definizione degli atti da compiere. è quella stessa prassi che ha determinato il lento declino dell'Italia.
    E' lo stile tipico dei partiti di maggioranza, ma certo anche all'opposizione, come nel PD, al cui interno si sviluppano trame di tutti i tipi, la cui condizione essenziale è proprio la segretezza.
    Quindi, l'incompetenza a priori nostra, la probità e capacità del Presidente "a prescindere". tutto questo fa della politica una cosa da inizati che, come aggravante, sono anche spesso degli incompetenti.
    Scusami se ho allargato tanto la questione, ma davvero ritengo che queste siano le questioni di principio per le quali non potrò essere d'accordo con tanti di voi.

    RispondiElimina
  6. Giusto facciamo le pulci a questo Presidente,cominciamo col dire che avendo 85 anni sarebbe il caso che vada un pensione.Perchè nella politica non ci deve essere un limite di età?Invecchiando non sempre si diventa più saggi più spesso si diventa meno lucidi.Concordo su quel che dici ma anche Rouge ha ragione, il suo è un"equilibrio perenne instabile"e fare l'equilibrista alla sua età....

    RispondiElimina
  7. La mia frase cruciale non è quella che hai estrapolato, ma una precedente, a proposito della situazione italiana, e comunque nella frase citata si intende fare le pulci "in questo momento".
    La politica a mio avviso non è un insieme di formule matematiche fisse nel tempo (che poi pure lì...), è fatta di momenti e di strategie. Un bravo politico capisce il momento e adotta una strategia (e per questo un Di Pietro politicamente è una sola).
    Per me in questo momento politico non è conveniente fare le pulci alla Presidenza della Repubblica, così come per Napolitano non è conveniente schierarsi apertamente contro la maggioranza. Non sarà il miglior presidente e non sarà un santo ma è uno dei pochi argini, con la sua presenza e con la difesa del suo istituto, allo strapotere berlusconiano, nonostante a te non appaia tale, per questo lo difendo.
    Su Grillo: perchè, il Beppe fa politica? A me sembra Bar Sport.
    Su Why not: non mi pronuncio (non conosco a fondo la questione). Magari ha sbagliato, magari no, non lo so.
    Su dire "ne sa piu di noi": tu conosci cosa si sono detti B e N?
    Su incompetenza a giudicare e delega ai politici: la nostra democrazia si basa sulla delega a un politico che, senza vincolo di mandato, la esercita. Di fatto lo fai anche tu.

    RispondiElimina
  8. @Stefania
    Non credo che sia un fattore di età. Qualche volta, magari dopo la fine del suo mandato, sarebbe interessante guardare alla biografia politica di Napolitano, ma questo è un altro discorso...

    RispondiElimina
  9. @Rouge
    Anche stavolta, sono costretto a iniziare dalla fine. Non è come tu dici, quando vado a votare, concorro ad eleggere un Parlamento, che è appunto l'organismo delegato a legiferare. Questo non comporta minimamente la delega totale alla politica da parte mia, neanche per sogno: essi facciano quello che devono fare, se ne sono capaci, ma guai se i cittadini delegassero ad altri la politica in senso lato. Mi spiace che tu possa pensare che noi deleghiamo la politica ad altri. Ciò concorre a spiegare l'ultraparlamentarismo della sinistra: se non stai in parlamento, non esisti. Cosa serve fare politica fuori dal parlamento? Per me è semplicemente essenziale.
    Per i rapporti di forza, io non li ho mai capito questi discorsi. Se io debbo scontare una mia presunta o reale inferiorità rispetto ad un altro, dovrò solo adeguarmi a fare da schiavo. Nessuno mai dovrebbe adattarsi a farsi ricattare, perchè se lo permette, poi non avrà diritto più a niente. Se Napolitano dovesse, come tu suggerisci, essere accondiscendente col signor B. perchè ne ha paura, non capisco dove poi tale condiscendenza debba fermarsi, e difatti il signor B. chiede sempre più, tatticamenbte perfettamente a ragione. Quando c'è una condizione di contrasto, di alterità, non serve cedere, non serve rinviare lo scontro, che sarà con tutta evidenza inevitabile. Credi a me: qui, la competenza, l'esperienza maturata in lunghi anni di militanza politica servono a ben poco, serve il carattere, le palle direbbe qualcuno più volgare.
    Su Grillo, non ho espresso alcuna opinione, ma non tollero che i politici di professione si permettano di dare l'epiteto di antipolitico a chi non fa parte del loro cerchio ristretto, con il che rivendicano un monopolio del tutto inaccettabile, come dicevo prima: se a te tutto questo va bene, spero che non avrai mai più a lamentarti del livello di competenza e di morale dei nostri politci. Essi sono esattamente ciò che ci meritiamo (e mi ci sono messo anch'io per solidarietà).
    Insomma, vedo che i politici di professione sono riusciti a convincere tanti elettori, e tanti bloggers, che certe questioni delicate bisogna lasciarle a loro, che sono gli unici competenti. Io non mi lascio convincere, perchè conosco proprio il tipo umano: ce ne sono tanti anche tra i miei colleghi, e forse per questo conosco il loro modo di ragionare.
    Essi non sono particolarmente competenti, sono soltanto particolarmente ambiziosi, e a questo sacrificano ogni principio morale. Ti assicuro che questo è tutto ciò che è richiesto a un bravo politico: ambizione e assenza di principi. Vedo che qui sul web, ciò è quello che gli Italiani vogliono, amen, come diceva Guernica.

    RispondiElimina
  10. Sulle deleghe: il nostro ordinamento prevede, come detto, che i politici nostri rappresentanti non abbiano poi vincoli di mandato. Di fatto, anche se è paradossale, ti possono dire che faranno una data cosa per poi una volta eletti fare tuttaltro senza che nessuno possa dire nulla. Salvo ovviamente non rivotarli alle elezioni sucessive. Proprio per questo motivo ritengo, come te del resto, che bisogna interessarsi alla politica e alla classe politica pur non facendone parte. Ma ciò non cambia il fatto che la tua/mia delega a conti fatti non conta nulla e che essendo fuori da certi schemi inevitabilmente ne sappiamo meno di loro.
    E qui andiamo all'incompetenza: presumibile che molti lo sono, ma anche qui è da dimostrare. Per esempio io non faccio il docente universitario come te, e anche se posso averne una idea più o meno concreta non saprò mai quello che puoi sapere tu per mestiere e per conoscenza diretta.
    Lo stesso credo sia per ogni mestiere e il politico non fa differenza, se a farlo è un vero politico. Uno come Napolitano ha più anni di esperienza politica di quanto noi ne abbiamo di anagrafica, magari non conta nulla ma non credo, come non credo che a un politico sia richiesto solo ambizione e assenza di principi. Forse negli ultimi tempi è così ma generalizzare non è una cosa buona, altrimenti si va nel grillismo, dove a sentire lui son tutti ladri, tutti incapaci e via di questo passo. Ci saranno e ci sono come ci sono sempre stati, ma sta a noi capire chi lo è e chi no, premiare chi se lo merita e mandare a casa chi deve essere mandato a casa (oggi come oggi vista la legge elettorale che abbiamo dovrebbero andare a casa tutti, ma è un altro discorso).
    Sul carattere (e chiudo): cos'è il carattere?
    Ha più carattere uno che carica a testa bassa, col rischio di sbattere la testa, o uno che aspetta il momento adatto per caricare?

    RispondiElimina
  11. Condivido, aggiungo un'altra circostanza, quella in cui Napolitano, dopo la morte dei soldati, disse che le truppe dovevano rimanere in Afghanistan, invadendo un campo non suo, perché deciderlo è compito del parlamento, non certo della presidenza della Repubblica che deve mantenere un ruolo super-partes e quindi farsi garante anche di chi disapprovasse la missione (che poi sono la maggioranza degli italiani, in questi casi il popolo non conta).

    RispondiElimina
  12. Nooooooo sono pure sempre italiana (e latina), meglio AMEN!:)
    Eheheh
    Poi non ho problemi di spazio qui, vero?

    RispondiElimina
  13. Bravo Vincenzo, articolo perfetto, non ho nulla da aggiungere...

    Buon fine settimana!

    RispondiElimina
  14. D’altra parte, è vero che del signor B. nessuna persona di buon senso potrebbe minimamente fidarsi: il famoso smentitore professionista, come trovo appropriato etichettarlo. Su questo, non sapremo mai la verità.

    Concordo in pieno: mai fidarsi delle sue parole, è uno showman consumato e privo di scrupoli.

    Il Presidente della Repubblica è un uomo come tutti e quindi, fermo restando il pieno rispetto per la sua carica istituzionale, è possibile rilevare eventuali ombre nella sua condotta. La questione "Why not" ha lasciato molto perplessa anche me.

    RispondiElimina
  15. Condivido appieno. in particolare mi è piaciuta una frase, nell'introduzione del discorso, che sintetizza magistralmente lo svuotamento dell'informazione in italia:

    "Non basta affermare una cosa giusta, se si tralascia qualcosa di strettamente attinente allo stesso argomento."

    Ogni giornalista dovrebbe scriverselo in un post-it da attaccare sotto al monitor del proprio computer...

    RispondiElimina
  16. Napolitano sarà anche tirato da tutte le parti ma mi sembra che in primis manchi di attributi, ed inoltre sappia bene quando vuole imporsi e quando sembra convenirgli fare la figura dell'imbelle immobile e pirla.

    Non riesco a provare compassione verso chi il Lodo Alfano lo avrebbe dovuto respingere alle Camere senza pensarci su due volte e verso chi poi alla fine dei conti, non é certo senza macchia.

    Ciao
    Daniele

    RispondiElimina
  17. Sabato notte avevo scritto un lungo commento per questo post ma il tuo blog al momento di cliccare su Posta commento - più d'una volta - si è rifiutato di pubblicarlo. Forse perchè non era di suo gusto oppure perchè ero uscito dal seminato. Ma io oggi ci riprovo.
    Dal momento in cui tutti noi abbiamo appreso i risultati ufficiali delle ultime elezioni politiche io, che odio la matematica, mi son divertito a fare due conti e ho constatato che il 60-70% di consensi che il B. continua ad affermare di aver conquistato e che, dice, aumenta ogni giorno, lui se lo è sognato di notte dopo aver mangiato a cena pasta e fagioli con le cotiche, la coda alla vaccinara e l'impepata di cozze.
    A voce, ma credo d'averlo scritto pure in qualche blog, che le cose non stanno per niente così, come anche il fatto quando afferma di essere stato eletto dal popolo. Dice una ca...ta
    pazzesca. Se qualcuno si vuole togliere lo sfizio di controllare i conti basta leggere l'articolo di Ilvo Diamanti su Repubblica di ieri 11 ottobre e un altro brevissimo sul blog di Grillo di oggi. Vabbè saranno pure comunisti
    e farabutti ma 2 più 2 fa sempre 4 oppure è cambiato qualcosa e io non me ne sono accorto?
    Comunque io ho ragione e il buffone no.

    RispondiElimina