domenica 22 febbraio 2009

NON ESISTE UNA BIOETICA SENZA IDEOLOGIA

Ieri sera, ho seguito, parzialmente, l’intervista a Beppe Englaro a “Che tempo che fa”, e ho capito che non sono d’accordo con lui. Così, poiché sono convinto che egli rappresenti un’opinione largamente diffusa, trovo l’esigenza di ribadire quello che già anticipai in un precedente post.
C’è in Italia un libertarismo strisciante che, a quanto pare, contagia un po’ tutti. Lo chiamo libertario perché mette al centro l’individuo. Secondo questa teoria, che poi è una teoria politica, la società è il risultato dell’aggregazione di un insieme di individui, naturalmente esseri liberi e razionali, che, come dire, preesistono alla società. E’ insomma come sul pianeta Giove si diano dati appuntamento un venusiano, un terrestre, un marziano, due “gioviani” e un saturniano. Hanno l’esigenza di convivere tra loro per un certo tempo, e così, come primo atto, mettono su un regolamento. Tale regolamento sostanzialmente sarebbe di tipo libertario: ognuno si fa i cavoli propri, tentando, per quanto possibile, di evitare di condizionare gli altri.
Bene, per la situazione descritta, non v’è dubbio che una tale regolamentazione sarebbe del tutto appropriata.
Trasferiamola ora alla nostra società. Siamo forse venuti da un altro pianeta, o invece, sin dal giorno della nascita, la società, tramite l’educazione materna, c’ha plasmato? Siamo cioè davvero convinti che prima venga l’individuo e poi venga la società? Io credo invece di non essere un individuo, quasi casualmente finito in questa società, ma che al contrario il mio modo di essere è il frutto del condizionamento sociale, certamente in qualche misura in interazione con i miei caratteri genetici.
Questo è invece chiarissimo alla Chiesa, e finchè noi continueremo a sostenere che ognuno deve comportarsi come crede, la Chiesa l’avrà vinta, perché ad esempio controlla molti ragazzi tramite oratori e simili strutture. Noi blateriamo di libero arbitrio, ed essi praticano il condizionamento delle menti, come del resto fanno i pubblicitari e i politici. La pratica del potere già da secoli non è più riposta nella coercizione di individui che la pensano diversamente, ma nella manipolazione delle menti.
Per questo, io sostengo che non ci si può rifiutare di condurre una battaglia del tutto ideologica, similmente a quello che il marxismo tentò di fare per secoli.
Ora, per quanto riguarda la bioetica, io sono fermamente convinto che non sia lecito, non che non possa essere obbligatorio, ma che non sia neanche lecito, utilizzare trattamenti medici per usi impropri. Bisognerebbe quindi disciplinare i trattamenti medici, il cui fine dovrebbe essere quello di guarire. Di qui, la natura transitoria che dovrebbero avere. Qualsiasi uso di trattamenti ed ausili medici per usi diversi dovrebbero comportare una richiesta esplicita da parte dell’interessato, e comunque essere sempre di natura reversibile. Un uso come quello attuato nel caso di Eluana dovrebbe essere escluso, perché crea una forma di vita che la natura non contempla, di cui non sappiamo nulla. Questa dimensione del mistero, tanto invocata dalla Chiesa, dovrebbe in realtà indurre a conclusioni opposte: se non sappiamo, seguiamo la natura.
Per questo dicevo, e lo ribadisco, a me il testamento biologico può anche stare bene come soluzione di compromesso, ma non è la mia opzione, che sarebbe invece quella di proibire le pratiche mediche che comportino un prolungamento di stati di coma, non perché si speri in un’uscita, ma solo perché il battito del cuore è un bene in sé da preservare in ogni caso. Anche quindi se si opta per il testamento biologico, lo si deve fare senza tacere su come si concepisca la vita e la morte: in caso contrario, avremo ancora delegato alla Chiesa certi aspetti ideologici che hanno anche un riflesso nei comportamenti quotidiani di tutti noi.

3 commenti:

  1. Il problema è il solito. La Chiesa vuole l'esclusiva sulla morte. Senza la quale (l'esclusiva) perde gran parte del suo potere spirituale e temporale. Sull'ultima parte del tuo post, confesso che mi sono perso.
    Secondo me , se io scrivo nel testamento biologico che non voglio vivere, nel caso come un vegetale, non devo dare giustificazioni a nessuno...

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  2. Temo di non essere stato chiaro: la necessità della sintesi spesso fa dei brutti scherzi...
    No, volevo dire che dobbiamo riaffermare che noi siamo dalla parte della ragione, e i vari Ratzinger dalla parte del torto: non mi piace il relativismo pressochè assoluto, del tipo ognuno faccia ciò che vuole. C'è un modo giusto che tiene conto della natura, e uno sbagliato che non ne tiene conto. Possiamo tollerare anche comportamenti diversi, ma non rendere equivalenti tutti i punti di vista. So che molti non saranno d'accordo, ma non mi scoraggio così facilmente...rido

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  3. Ciao Vincenzo,
    sono Manuel di ManuBlog.
    Volevo parlarti in privato di una cosa.
    Contattami al questo indirizzo di posta quando puoi: dorianlyrose@gmail.com

    (non ho trovato la tua mail, se no te lo dicevo subito :-).

    Ciao!

    Manu

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