domenica 8 giugno 2014

LO PSICODRAMMA DELLA LISTA TSIPRAS

Nell'area politica della lista Tsipras, è in atto uno psicodramma a causa delle vicende legate alle ultime decisioni di Barbara Spinelli...

Ricordo ai più distratti che la Spinelli aveva dichiarato in più occasioni che si candidava per contribuire ad una maggiore visibilità della lista, ma non intendeva farsi eleggere, e quindi se eletta avrebbe rinunciato. Oggi, ha sciolto la riserva ed ha invece deciso di accettare, e poichè risultava eletta in due differenti collegi, ha dovuto optare, scegliendo il collegio del centro-Italia, con la conseguenza che l'eletto risulta essere di Rifondazione, e determinando così la non elezione del candidato di SEL. 
La Spinelli ha inoltre accompagnato la comunicazione della scelta con una lettera che accusa in sostanza gli altri garanti del modo non ottimale in cui è stata condotta l'intera faccenda. 
Sicuramente, questo voltafaccia della Spinelli contribuisce a rendere l'intera vicenda sempre più ingarbugliata, incrementando i conflitti all'interno della lista, lista che già dall'inizio risultava di composizione così disomogenea da prestarsi a processi disgregativi. 
Tuttavia, mi chiedo chi avrebbe potuto credere che le cose si sarebbero svolte per bene. Che la Spinelli dichiarasse prima delle elezioni che si presentava senza volere essere eletta, determinava sin dlal'inizio una situazione irregolare, nei fatti ella dichiarava che stava prendendo in giro coloro che intendevano eleggerla. In verità, è difficile stabilire se la Spinelli ha fatto peggio cambiando la propria decisione o se avesse fatto peggio rifutandolo coerentemente alle sue prime dichiarazioni, era una situazione che non offriva una via d'uscita corretta ed onorevole. 
Prescindendo adesso dal fatto che la Spinelli siederà a Strasburgo, la cosa ha generato una serie di effetti collaterali spiacevoli. Innazitutto, questo volere rivoltare la frittata da parte della Spinelli verso gli altri garanti, il cui operato per quanto possa essere stato indegno, non si vede come possa diminuire le responsabilità della Spinelli. Ella parla di una serie di incontri e confronti all'interno dei garanti, tutti rigorosamente segreti, che hanno condotto a questa decisione finale. Ebbene, se c'è stata una specie di congiura, la Spinelli è con ogni evidenza una delle congiurate. 
Inoltre, è sorta una polemica tra Rifondazione e SEL che si erano riunite sotto la stessa lista dopo parecchi anni di forte conflitto dopo la scissione operata da Vendola. Tale conflitto riguarda la rivalità per il seggio di deputato, e rischia di determinare ulteriori dinamiche di divisione in ciò che è rimasto della sinistra italiana. 
Un ultimo aspetto che volevo sottolineare è l'angoscia che sembra prendere quest'area di sinistra per la presenza a Strasburgo di ben due giornalisti di "La Repubblica", eletti proprio all'interno di questa lista. Effettivamente, non si tratta di una situazione tranquillizzante per il ruolo fondamentale che questo giornale svolge rispetto al PD ed alla direzione renziana. Tuttavia, non si capisce dove stia la sorpresa. Anche prescindendo dal voltafaccia della Spinelli, rimane l'elezione di Curzio Maltese, che si è presentato senza mai dichiarare di volersi dimettere se eletto, nè tanto meno si era dimesso da "La Repubblica". 

Insomma, gli elettori della lista Tsipras sapevano dall'inizio che schifezza era la lista che avevano votato, avrebbero dovuto capire che il piano del "più Europa" della lista sarebbe in definitiva servito agli attuali dominatori per perseverare nella loro egemonia (dal che si è usata nei loro confronti l'espressione di utili idioti), avrebbero dovuto capire che la presenza di "La Repubblica" serviva a dare il colpo di grazia ad ogni processo di riaggregazione della sinistra. 

Fatto sta che ora tanti elettori sedicenti di sinistra si sentono traditi e raggirati e piangono sul voto che hanno deciso di esprimere così, ma dovrebbero piuttosto chiedere scusa a tutto il polo italiano per la loro dabenaggine.
Davvero, questa esperienza della lista Tsipras certifica indubitabilmente l'impossibilità stessa di rifondare un'area di sinistra in Italia e probabilmente contribuendo significativamente a fare abbandonare definitivamente lo stesso uso in politica della dicotomia destra/sinistra. 

Un'area politica che ha lottato per decenni per la caduta del capitalismo, proprio quando le condizioni oggettive indicano una crisi epocale ed apparentemente irreversibile del capitalismo, sparisce dall'orizzonte, dimostrando così che la relativa opzione politica non può andare oltre lo svolgere un ruolo subalterno di eterna opposizione all'interno di un sistema capitalistico.

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