mercoledì 18 giugno 2014

LA SVOLTA DI GRILLO

Commentando le recenti elezioni proprio a ridosso della comunicazione dei risultati, a proposito del M5S concludevo che si trattava di un'esperienza definitivamente conclusa. Mi pare che quella conclusione venga completamente confermata dall'interno del movimento, nelle parole di Grillo che ammette che a seguito di questi risultati elettorali, tutto il quadro è cambiato...

Malgrado il suo tentativo distraente, pretendendo di individuare il cambiamento in una presunta legittimazione elettorale di Renzi, viene di fatto in chiara evidenza che il vero cambiamento coinvolge proprio il M5S, nel momento in cui si dimostra al di là di ogni ragionevole dubbio ciò che a molti di noi sembrava ovvio da prima, e cioè, come già dicevo nel post che ho citato, che non si può fondare un progetto politico con l'unica missione di fare fuori il ceto politico esistente, rinviando al dopo la realizzazione di provvedimenti di merito. Questa, è inutile girarci attorno, era l'ipotesi, la scommessa su cui il duo Grillo-Casaleggio ha basato l'ipotesi M5S. Una volta persa la scommessa, è ervidente che il progetto M5S finisce. Grillo ne ha preso atto ed ha fatto un testacoda pericoloso come quello subito da un'autovettura, decidendo in definitiva di uscire dal rifugio impenetrabile che aveva così abilmente costruito edf entrare davvero nell'agone politico. 
Da qualche giorno quindi, il M5S è una formazione politica come qualsiasi altra, tutto ciò che la distingueva è ormai superato, archiviato. La domanda che sorge spontanea è se con la struttura che si è dato, questo movimento in questa nuova condizione sia in grado di operare con successo.E' obiettivamente difficile crederlo, la svolta di Grillo appare francamente molto azzardata, sembra più che altro un gesto disperato, l'ultima possibilità per non gettare via l'intero progetto, mantenendo almeno quella forza parlamentare così faticosamente conquistata.

Per colmo, questa svolta la cui logica è tutta interna al M5S, viene a coincidere con una crescente tendenza a ridurre il grado di opposizione a Renzi da parte dell'intero quadro politico. Renzi si trova nella felice posizione di vedere tuttie le parti politiche disponibili a divenire suoi interlocutori in particolare sulle riforme, e ciò finisce per rendere il M5S ancora più simile agli altri. Scompare la differente motivazione del gesto, e rimane soltanto questa uguale propensione a dialogare con Renzi. 

In sè, questo ammorbidimento verso Renzi è quanto di più assurdo ci possa essere, almeno su un piano di tattica politica, perchè così lo si rende più forte. 
Renzi ha dimostrato di avere un grande seguito, ma nello stesso tempo si è evidenziata la propensione a una mobilità elettorale che rende questo successo estremamente precario. D'altra parte, visto che il successo riguarda le elezioni del parlamento europeo, rimane la debolezza nei numeri nel parlamento nazionale, e sarebbe ovvio che questo sfasamento tra consenso virtuale e consenso effettivo venisse pienamente sfruttato dalle opposizioni, sperando che sfiancando Renzi, questo perda rapidamente i recenti consensi, così che al momento delle nuove elezioni, il risultato delle europee venga fortemente ridimensionato, decretando la fine della sua parabola politica.
Ciò che sta avvenendo è l'esatto contrario, gli si accredita tutto il successo elettorale virtuale come se fosse effettivo, come se avesse tutti questi senatori e deputati, e questo errore discende dalla rivalità tra le differenti opposizioni che pensano prioritariamente alla propria sopravvivenza, e quindi si sentono più in competizione tra loro, lottando disperatamente per non rimanere fuori dal dialogo sulle riforme, che non in competizione con lo stesso Renzi, una miopia che ci costerà molto cara. 

Anche questi aspetti tattici non sono stati adeguatamente apprezzati da Grillo, e sempre più viene fuori come il successo di Renzi sia in realtà l'insuccesso di tutti gli altri, il loro fallimento costituisce l'unica fonte delle sue fortune elettorali.

2 commenti:

  1. Sì, ma la questione non è nè etica (interrompere il magna magna come tu dici), e neanche contabile, è squisitamente politica. Le riforme non vengono sventolate tanto per distrarre dalle questioni economiche, ma sono invece centrali, perchè è necessario abbattere la costituzione repubblicana per permettere all'ondata neoliberista di travolgerci senza incontrare resistenza alcuna. Oggi, per i nuovi padroni, le riforme sono la cosa fondamentale, anche se la finalità estrema è sempre di tipo economico.

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  2. Lorenzo, ma il debito pubblico aumenta a causa del neoliberismo e delle sue regole, Sei così tanto neoliberista anche tu che neanche ne vedi il trionfo attorno a te.
    In effetti, una mosca non sa di vedere in b/n, e un neoliberista neanche sa di subire una gigantesca onda neoliberista.

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