martedì 10 dicembre 2013

LA LOTTA TRA NAPOLITANO E RENZI E' INIZIATA

Speriamo che adesso l'abbiano capito tutti, anche ciò che è rimasto della sedicente "sinistra" e che aveva salutato in maniera entusiastica la sentenza della consulta.
Avranno anche se a scoppio ritardato (meglio tardi che mai) compreso che questa sentenza ha lo scopo di fornire un ulteriore strumento, forse l'ultimo prima di capitolare, al blocco di potere dominante per autoperpetuarsi...

Partirò dalla dichiarazione battagliera di D'Alema di ieri, che si gloria di avere resistito a tutti gli attacchi che gli hanno sferrato, orgoglioso di avere resistito. Ecco, baffino è proprio l'immagine stessa della classe politica che ha dominato in questi ultimi ventanni, che ha appunto centrato le proprie scelte politiche allo scopo del prolungamento e del potenziamento del proprio personale ruolo politico. Altrove, che un dirigente politico possa pretendere di continuare ad operare politicamente in presenza di una sconfessione da parte degli elettori, apparirebbe vergognoso, perchè se non è il consenso popolare la fonte del potere politico, allora se ne deve trovare un'altra di fonte, e naturalmente il pensiero corre al potere mafioso, a congreghe che si tengono assieme e si autoperpetuano infischiandone del popolo, ad accordi ed interessi occulti che ad esempio possono coagulare 101 voti contro l'elezione di Prodi a capo dello stato. Certamente, se le relazioni più o meno limpide tra singoli personaggi politici è la vera fonte del potere, allora il voto popolare diventa soltanto il combustibile per l'automezzo che andrà però dove vuole chi ha in mano il volante.
L'oligarchia del PD non ha digerito la vittoria così netta di Renzi, si è messa al servizio di Napolitano in maniera così totale che adesso può essere sostituita nel suo ruolo di supporter di un governo che non controlla, senza alcuna difficoltà. L'incontro di ieri tra Renzi e Letta rappresenta appunto il momento in cui due poteri reali si confrontano con esiti che stento a a credere siano quelli riportati dalla stampa. La disperazione degli oligarchi è tremenda, ma non si rivolge neanche adesso contro Napolitano, costoro tentano di rimanere aggrappati al proprio gruppo e al capo dello stato, divenuto nel frattempo il vero loro capo, anche in presenza di questo loro essere saltati nel loro ruolo di mediatori ed esecutori. Ancora ieri sera dovevamo ascoltare le teorie strampalate di bersani e della sua collaboratrice di cui non ricordo il nome, che insistono su una ricostruzione assurda della vicenda dei 101, attribuendone la paternità addirittura a Renzi che non aveva a quei tempi certamente il controllo di così tanti voti. Ancora si punta a nascondere quello che ormai appare sempre più come il segreto di Pulcinella, l'accordo che D'Alema aveva fatto con Napolitano alle spalle dello stesso Bersani che evidentemente non ha le palle (scusate il francesismo...) per mandare a quel paese chi l'ha fatto fuori (che con tutta evidenza non è Renzi). 
La reazione è appunto quella di rimanere uniti malgrado le coltellate volate recentemente al loro interno, ordinando a Cuperlo di rifiutare l'invito di Renzi ad entrare nella nuova segreteria, forse pronti a spaccare il partito ove ciò si rendesse necessario (ma deciderebbe qualcun altro al loro posto, indovinate un  po' chi...). 

Vediamo allora quale sia la strategia messa a punto da chi ha oggi il potere in Italia e lo vede minacciato dall'ingresso del "parvenu" Renzi.
Partiamo dalla constatazione ovvia che Napolitano punta a cambiare la costituzione perchè si è convinto che qualsiasi legge elettorale verrebbe gestita in maniera impropria (rottura delle coalizioni e conseguente fine delle maggioranze uscite dalle elezioni), e ciò sembra rinviare a qualche forma più o meno netta di presidenzialismo. Solo se una singola persona può essere investita direttamente del potere dagli elettori, allora la maggiornaza uscita dalle urne diventa definitiva, almeno fino alle successive elezioni. 
Ciò ha portato a mio parere il capo dello stato a cambiare la sua opinione in proposito. Fino alla passata legislatura, chiedeva di cambiare il porcellum, puntando su una legge maggioritaria meno vergognosa del porcellum. Ora però Napolitano vuole procedere a tutti i costi (in senso letterale, con tutti intendo senza escludere alcuna forzatura, anche quelle più estreme), a cambiare la costituzione e fare una nuova legge elettorale oggi sarebbe equivalso a seppellire l'ipotesi di revisione costituzionale. Così, la Finocchiaro è stata mandata a bloccare le procedure al senato dopo avere scippato alla camera la competenza a istruire la nuova legge elettorale. Così, la corte stranamente in piena sintonia con questo piano (i giudici costituzionali dovrebbero essere indipendenti, no?), ha dichiarato incostituzionale il porcellum, ma attenzione non abrogando ad esempio soltanto la mancanza della possibilità di esprimere preferenze, ma anche, sorprendentemente perchè mi pare una cosa assurda (aspetto comunque le motivazioni...), il premio di maggioranza. 
La cosa è stata architettata bene, di colpo si pone di fronte a questo Renzi, venuto fuori senza passare gli esami di oligarca, sulla strada verso nuove elezioni, gli si pone l'ipotesi per lui davvero indigeribile, di andarci con una legge proporzionale. I gruppuscolari sinistri come dicevo, hanno subito gioito carezzando la speranza di potere anche loro entrare in parlamento, senza appunto capire che la sentenza della consulta non serve a favorire elezioni col metodo proporzionale, ma ad evitare proprio le elezioni, rinviandole al momento in cui la revisione costituzionale si sarà compiuta e l'Italia non sia più la repubblica uscita dalla resistenza, ma qualcosa di più appetibile per la finanza internazionale. 

Lo stato delle cose è questo, napolitano e consulta vanno a bracetto nel depotenziare l'effetto della sentenza, facendo finta che essi stessi non siano adesso illegittimi e pretendendo che li crediamo sulla parola senza neanche curarsi di motivare in base a quale strana logica tutti rimarrebbero legittimi malgrado vengano fuori da un meccanismo elettorale illegittimo. D'altra parte, come dicevo, oggi i poteri reali prevalgono sui poteri istituzionali e portare la situazione in emergenza non può che favorire chi il potere lo gestisce, cioè il potere esecutivo.
Ora però il gruppo di potere attorno a Napolitano ha esaurito mi pare le sue munizioni, non ha tralasciato nulla, distruggendo prima il PDL, poi anche Scelta Civica dove Monti mostrava di scalpitare senza che gli fosse stato concesso di farlo, distrutto il porcellum e qualsiasi ipotesi di legge maggioritaria che non si poggi su modifiche della stessa costituzione. Sento che qualcuno già prova la strada del doppio turno, a loro parere una maggioranza che venisse fuori attraverso un tale meccanismo non incorrerebbe nelle obiezioni sollevate dalla sentenza della consulta. Vedremo le motivazioni, sarà questione di poche settimane, ma, anche se non nego che ci sia una logica in queste considerazioni, mi asterrei dall'esprimere certezze. 

Sia chiaro, a mio parere sostenere che i sistemi maggioritari siano incostituzionali la considero una solenne idiozia, perchè non mi pare che in nessun passo della costituzione si sostenga che l'unico obiettivo delle leggi elettorali sia la rappresentatività, e ciò lo dico indipendentemente dalle mie personali preferenze, credo che nessuno debba utilizzare argomentazioni fasulle anche nel caso sostenesse una causa in sè giusta.Solo allo scopo di esercitazione logica, la stessa logica della rappresentatività ad ogni costo dovrebbe portare a far vincere anche gli astenuti, determinando la mancata attribuzione di un seggio in presenza della maggioranza relativa di astenuti.

Il punto è oggi verificare se Renzi riuscirà a reggere la difficile partita che si trova a gestire. Da questo punto di vista, non posso credere che ieri Renzi e Letta abbiano davvero stipulato un accordo per cui Letta ottiene un prolungamento del suo mandato per due anni e Renzi abbia ottenuto una emerita minchia, nulla di nulla: che accordo sarebbe mai? In verità, anche sulla composizione della segreteria, ci sarebbero da fare molte obiezioni. Una segreteria così "leggera", cioè composta da gente priva di qualsiasi potere personale, serve solo a chi vuole accentrare su di sè ogni potere, che rifugge da gente che lo possa contraddire, proprio quelli che però hanno idee e risorse mentali.
Renzi ha in effetti un potere reale, quello stesso che berlusconi ha a lungo avuto, il consenso (berlusconi ha anche il suo impero mediatico-finanziario in verità), e poteri reali di differente natura si agitano nella società italiana. 
Da questa prospettiva, non sottovaluterei ciò che è avvenuto ieri a Torino, con la fraternizzazione tra poliziotti e manifestanti, per niente pacifici tra l'altro. Si tratta di un episodio molto significativo, i nostri politici potrebbero essersi resi conto che la corda se la tirassero ancora, potrebbe presto rompersi. 

Non rimane che attendere, vedere come Renzi gioca le sue carte ed anche direi le motivazioni della sentenza della Consulta, dopo avremo qualche idea in più sull'evoluzione della situazione.

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