In questa fase finale di campagna elettorale per le primarie del PD, Renzi sta alzando i toni delle sue dichiarazioni, in particolare insistendo sul fatto che dall'indomani del voto si farà come dice lui, e nello stesso tempo promettendo di risolvere vari generi di annosi problemi della nostra nazione.
Si capisce che proprio alal vigilia delle elezioni, egli debba richiamare quei toni e quegli argomenti che fino qui gli hanno procurato l'ampio consenso di cui sembra goda tra gli elettori, ma a qualcuno potrebbe apparire eccessivo l'insistenza con cui li agita...
Da una parte, la sua elezione appare fuori pericolo, nessun osservatore osa avanzare l'ipotesi che sia uno degli altri due candidati a prevalere. La sua elezione appare sicura e incerta sembra solo essere la percentuale con cui prevarrà.
D'altra parte, tutte queste promesse rinnovate proprio alla vigilia del voto, peseranno sulla sua attività politica almeno per un bel po' di tempo, e se le resistenze, come sembra probabile, che troverà dentro e fuori dal suo partito dovessero essere insomontabili, rischia di bruciare la sua carriera politica per sempre.
La mia opinione è che egli sia in qualche misura costretto a questo atteggiamento di fronte a quello che appare come un perdurante atteggiamento ostile del mondo politico che non si è accodato a lui. Cuperlo dichiara che ciò che dice Renzi rischia di spaccare il PD, e D'Alema si affretta ad escludere scissioni. Il colle tace in questa occasione, contrariamente al suo comportamento usuale di esternazioni continue. Alfano gli abbaia contro, ed insomma, Renzi vuole probabilmente predisporre delel situazioni che gli cosentano dopo la sua elezione di ottenere qualche risultato che non lo sconfessi clamorosamente.
Non v'è dubbio che lunedì 9 dicembre molte cose cambieranno, e le promesse di Renzi dovranano avere un qualche sbocco, e Padellaro ha voluto ieri sera a Piazzapulita ricordarle come per inchiodarlo a queste promesse, mentre questa ostilità di sottofondo dovrà presto scegliere se diventare opposizione frontale o capovolgersi in alleanza, oggi è tutta pretattica che non consente di sapere in anticipo cosa accadrà a partire dalla prossima settimana.
Così, rimane l'interrogativo centrale, se Renzi servirà a qualcosa o sarà inutile, se sarà costretto a combattere il gruppo Napolitano creando scompiglio e nuove opportunità nella politica italiana, oppure se invece anche questo personaggio verrà digerito dai longevi pachidermi della politica italiana.
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