martedì 17 dicembre 2013

DA MONCLER AL QUIRINALE, VETRINA DI MONOPENSIERO A GOGO'

Ieri, ho seguito una parte del talk-show della Gruber "Ottoemezzo", dove veniva intervistato un certo Ruffini, il capo della Moncler, la nota ditta leader mondiale nella produzione di piumini...
Mi sorprende la rozzezza del pensiero di questi top manager, soprattutto quando la Gruber gli ha chiesto un parere sulla situazione politica, ed egli, senza alcuna titubanza, ha sostenuto che l'Italia dovrebbe essere gestita come un'azienda. Da notare l'atteggimento tra il deferente e l'ammirato della Gruber che non ha neanche trovato alcunchè da obiettare a questa visione aziendalistica dell'intera realtà umana.
Del resto, cos'altro ha detto Napolitano ieri nella sua ennesima esternazione? Ha detto che l'Italia deve riformarsi perchè è il mercato che lo vuole, e quindi anch'egli condivide una simile ideologia che vede il criterio economico come l'unico valido nel definire le scelte politiche.  
Ciò che effettivamente rende insopportabile gli interventi del presidente, è questo continuo riferirsi alle sofferenze della gente. Ciò che rende questi riferimenti insopportabili è, oltre al suo funzionare da classica ciliegina sulla torta, cioè a valore sostanzialmente di tipo estetico, l'uso strumentale che se ne fa, quando ad esempio egli dice che la gente ha bisogno di soluzioni alle proprie sofferenze e non elezioni anticipate. 
Peccato che Napolitano sia l'effettivo capo del governo sin dal novembre 2011 quando si insediò il governo Monti. Da allora, non si muove foglia nella politica italiana che Napolitano non voglia. Invece di mostrare questa attenzione palesemente strumentale per le sofferenze dei poveri, il presidente dovrebeb dare conto e ragione dei suoi atti e dei suoi palesi insuccessi: mi chiedo quanto a lungo egli pensa che noi dovremo pazientare a vedere gli effetti nefasti delle sue scelte politiche. 
Per Renzi, non ho avuto mai alcuna simpatia,già a livello d'immagine. Tuttavia, come non dargli atto che almeno a livello tattico, egli non ne sbaglia una? Soprattutto, abbandonare la sala in cui Napolitano pontificava prima della fine (e del resto anche il recarsi a piedi al Quirinale) testimonia la sua determinazione e una certa indubbia dose di coraggio da parte di questo parvenu della politica, che non può che suscitare simpatia.

In conclusione, l'atteggiamento così pervicace di Napolitano  nel difendere l'indifendibile, in assenza di una sponda da parte di Berlusconi e nello stesso tempo di un segretario PD per la prima volta non incline ad abbassare il capo, rendono pressocchè inevitabile una delle due alternative tra messa in stato di accusa e dimissioni.

3 commenti:

  1. Lorenzo, secondo me, tu, che pure attacchi così frontalmente gli approcci ideologici, sei talmente ultraideologico che ti iventi una realtà che non esiste se non nelal tua testa.
    Così, secondo te, il problema dell'Italia sta nell'essere troppo collettivisti e contro le aziende?
    Eppure, i leader di maggior successosono iperaziendalisti, da Berlusconi a Renzi, a Napolitano stanno tutti lì in genuflessa adorazione del mercato. Se davvero siamo stati educati a pane e marxismo, mi sa che gli insegnanti sono stati davvero incapaci se siamo diventati quello che siamo, da marxisti a iperaziendalisti, che insuccesso clamoroso dei nostri più o meno cattivi (per te, s'intende) maestri!

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  2. Lorenzo, hai vinto una medaglia che ti spetta di diritto, di riuscire ad essere così ultraliberista da accusare tutto e tutti di non esserlo abbastanza.
    Che dirti, spero tanto che tu sia un caso patologico più unico che raro, sennò l'umanità si autoestinguerà in brevissimo tempo, perchè dovresti anche tu capire (ma c'ho perso ogni speranza, vedo che stai perfino peggiorando) che l'ideologia ultraliberista che propugni è incompatibile con la stessa sopravvivenza dell'umanità.

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  3. Non ti passa neanche per la testa e neanche nei dintorni che tutto quello che tu citi e su parte del quale potrei perfino convenire, non c'entri una cippa con la crisi. In questo aspetto, sei liberista, che lo dai per scontato, non hai bisogno neanche di propugnarlo, è un dato ideologico che assumi per vero perchè così ti appare, una sorta di autoevidenza.

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