giovedì 19 dicembre 2013

ASPETTI MENO FREQUENTATI DELLE VICENDE DI LAMPEDUSA

Di commenti indignati sulle vergognose vicende avvenute a Lampedusa, ne abbiamo trovate a bizzeffe sulla grande stampa. Del resto, questo sentimento di indignazione in sè non costa nulla ma soprattutto non determina alcun effetto, tranne quello forse di vendere qualche copia in più del proprio giornale. 
Io lo salterò perchè do' per scontato che i miei lettori siano d'accordo con me nel condividere questa indignazione. 
Vediamo invece due aspetti che colpevolmente non vedo affrontati sulla stampa e che mi appaiono più incisivi, magari meno unanimistici, forse anche controversi, ma proprio per questa ragione degni di maggiore attenzione...
Il primo riguarda la posizione del governo rispetto a questi fattacci, ma soprattuto della posizione della stampa rispetto alle responsabilità del governo.
Naturalmente, non ho certo il quadro completo dei contenuti dei giornali e dei loro articoli, ma in ogni caso, non vedo posta a livello di grande opinione pubblica una domanda che pure dovrebbe apparire ovvia. 
Dato per scontato, come spero, che esistano delle procedure ufficiali per l'assegnazione dell'appalto per la gestione di affari così delicati come quella dei centri di primo ricovero per migranti, che tali procedure siano adeguate alla delicatezza delle questioni implicate, e che tali procedure siano state seguite fedelmente, non vi è dubbio che la responsabilità primaria sia della cooperativa a cui questa gestione era stata affidata. 
Tuttavia, mi chiedo come sia possibile che il governo non si sia riservato il doveroso ruolo di controllore. Qui, non si tratta della gestione di merci, per cui il danno sia di natura esclusivamente economica, così che anche a posteriori sia possibile quantificare l'eventuale danno dovuro a una gestione irregolare dell'appalto, no, qui ci sono in ballo delle persone, e quindi è assurdo che lo stato possa affidarsi totalmente e ciecamente a una semplice azianda privata, senza esercitare il suo doveroso ruolo di controllore, che non sia esplicitamente prevista e praticata una procedura di periodiche ispezioni. Possibile che non ci sia un singolo giornalista o un singolo parlamentare che chieda al governo di rispondere della reposnabilità, questa evidente, di omissione di controllo? 

Il secondo aspetto che vorrei sottolineare riguarda l'atteggiamento degli organi della UE nei confronti della vicenda. Anche qui, l'unica osservazione che mi pare venga fuori è quella di confrontare l'Italia alla Spagna o a Malta. Questi giornalisti difendono l'Italia mediante un confronto con altri paesi UE che praticherebbero trattamenti ben più gravi nei confronti dei migranti. 
Trovo questi confronti quanto mai insignificanti e sgradevoli, ovviamente mi rifiuto di entrare nel merito di quale paese sia colpevole di trattamenti più inumani, penso che dovremmo riflettere in assoluto su cosa sia inumano per prendere tutti i provvedimenti atti a che non si verifichino più.
No, l'aspetto che volevo sottolineare è tutt'altro, è quel sentimento di fastidio nel sentire questi burocrati venire a minacciare un paese sovrano, facendo intravedere l'ipotesi di non concedere i fondi destinati al capitolo migranti. 
Costoro parlano come se essi disponessero di tali fondi come dei soldi che hanno in tasca. Quei soldi che pure essi sono chiamati a gestire, sono soldi nostri, e queste persone non sono state sottoposte ad alcuna procedura di legittimazione democratica, solo uno stupido regolamento che gli concede questo ruolo decisionale.  

Ritorna quindi il problema della legittimazione democratica degli organismi UE e quindi della natura stessa della UE, della sostituzione di una sovranità basata su procedure democratiche con una per nomine ottenute per vie traverse e per niente trasparenti. La rilevanza di questo problema è tale da oscurare perfino il merito delle questioni, anche quella gravissima del trattamento inumano di nostri simili.

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